Il caso della Sanità isontina è emblematico: ieri la conferenza dei sindaci della Provincia di Gorizia si è riunita e ha deciso quello che la conferenza dei sindaci decide normalmente quando non sa cosa decidere. E così avremo presto un documento unitario sottoscritto, a quanto pare, da tutti i sindaci e consiglieri comunali, a difesa della locale Azienda Sanitaria… Sarà l’ennesimo testo scritto che andrà ad arricchire il già notevole fascicolo delle manzoniane “grida” presente in Regione. In realtà, due questioni sono evidenti: 1. Dai lontani tempi dell’insediamento nel capoluogo delle Università di Trieste e di Udine nonché del ventilato ospedale unico nel gradiscano e della proposta Bratina (primi anni ’90) sulla sanità transfrontaliera, nel territorio non sono state avanzate proposte innovative unitarie praticamente in nessun campo: urbanistica, welfare, piano commerciale, viabilità, soprattutto relazioni inter-nazionali (si attende ancora il primo “parto” del Gect…). E mentre nella città di Gorizia tutto sembra fermo agli anni della guerra fredda, nel frattempo chi ha potuto ha fatto quello che riteneva opportuno, cioè “cassa”: per esempio, il paese di Villesse si è trasformato in squallida periferia di metropoli perdendo buona parte del suo “verde” a favore dei centri commerciali e della nuova autostrada, Grado ha modificato il proprio panorama “cancellando” l’antico campanile di sant’Eufemia con la costruzione di immense strutture alberghiere, ogni paese si è rifatto la piazza centrale ma soprattutto la zona commerciale con il risultato di creare un’unica grande striscia di cemento ed effimere costruzioni. Da Gorizia a Monfalcone, un lungo agglomerato urbano intervallato dai cartelli stradali che indicano il nome dei comuni attraversati. 2. Quando la conferenza dei sindaci grida “giù le mani dalla sanità isontina!” a chi si rivolge? Quando il pdellino Del Sordi minaccia lo sciopero del voto se verrà “toccato” il punto nascita pensa veramente di far paura a qualcuno? Il vero problema è che a decidere sarà una Giunta (nella quale non c’è neppure un assessore della provincia) e un Consiglio Regionale dove i consiglieri dell’isontino vengono sconfitti regolarmente 54-6 o giù di lì. Bene, allora se veramente si vuole ottenere qualche risultato non servirà certo l’ennesimo documento (o, vedrete se non salta fuori, l’ennesima commissione…) ma convincere i “propri” politici regionali di centro sinistra e centro destra: quelli della maggioranza che è la stessa che amministra Gorizia e quelli della minoranza che è la stessa che amministra Monfalcone. Altrimenti, i testi sottoscritti nei Consigli, rischiano di essere soltanto cumuli di chiacchiere. Insomma, più che di costruire ben fragili trincee travolte sistematicamente ad ogni assalto, c’è bisogno di immaginare un più solido futuro, condiviso con le altre realtà della Regione e con in Comuni contermini in Slovenia. ab
Te ga ragion, ma non te vedi che i no ghe ariva…
poveretti, sono ancora convinti di essere dei primi (?) cittadini (?)
chi sa se per scrivere questo nuovo documento copiano i precedenti?