Angelo Peloi, il ciclista di Aiello del Friuli travolto l’altro ieri su un pericoloso incrocio di Ruda, era una persona in gamba che tra le varie attività coltivava da una vita la passione per la bicicletta, con la quale aveva visitato mezza Europa, aveva ricoperto ruoli importanti in associazioni di sportivi, aveva partecipato a competizioni anche internazionali e soprattutto aveva voluto immergersi nella bellezza della natura. Un pensiero a lui e al dolore dei suoi cari… Essere uno dei maggiori esperti della nostra Regione – e pertanto perfettamente osservante di tutte le regole del codice stradale e della sicurezza individuale – non ha impedito il compiersi dell’ennesima tragedia: in quest’ultimo mese sulle nostre strade del Goriziano si sta assistendo a una vera e propria inutile strage, due morti nel gradiscano, uno nel capoluogo in via San Michele, ora Angelo appena oltre il ponte del Torre. Sembra quasi che un simile trend sia considerato “normale”! In altri Paesi i ciclisti sono trattati come una straordinaria risorsa, hanno la precedenza sulle auto e sono tutelati in ogni modo; da noi i ritardi nella costruzione di ciclabili, gli scarsi controlli sul rispetto dei limiti di velocità lo stato pietoso di certe strade, la logica con la quale vengono costruite le micidiali rotonde… rendono ogni viaggio in bici un’avventura che a volte risulta essere senza ritorno. Insomma, perché queste troppo numerose morti non restino inascoltate occorre prendere atto di questa non dichiarata guerra e adoperarsi per vincerla: a favore dei ciclisti, della salute dei cittadini, del bene e dei beni comuni. ab
Veramente un'inutile strage. Siamo in un paese in cui muoiono i ciclisti per i motivi già detti, muoiono quelli che non possono pagare le tasse, diventano ladri disoccupati che compiono rapine per pagare bollette arretrate. Ma nonostante questo Monti è considerato il migliore governo possibile e gode dell'appoggio generale. Adesso un provvediemnto è quello di togliere alle Università pubbliche risorse per darle a quelle private. Berlusconi e il vaticano esultano. Noi paghiamo tasse universitarie elevatissime, pari ad uno stipendio medio, senza alcun tipo di servizio, nè case per gli studenti, nè sconti su libri, nè tessere degli autobus e poi parliamo di merito. Quando la gente capirà che deve fare i propri interessi? Difendersi da queste rapine?
Aggiungo ancora una cosa. Non sarebbe compito di uno schieramento riformista porre le questioni dette? Quando sento Bersani che mi dice che è per lo sviluppo mi chiedo: quale? come? perchè nessuno risponde a queste domande? perchè l'unico problema sembrano essere i diritti dei gay. Con tutto il rispetto e l'amicizia per loro, ma francamente mi pare che al primo posto ci debbano essere altre cose: la prima è la salvagurdia del reddito dei lavoratori e dei loro diritti. Ricordo che sulla questione delle pensioni, che ha distrutto le speranze di vita di milioni di lavoratori, costringendoli a rincoglionirsi sul posto di lavoro, si sono fatte tre, dicasi tre, ore di sciopero.
Eppure ci sono persone che reputano i ciclisti "pericolosi"!
Ed è giusto che vengano reputati pericolosi (al di là della tragedia della morte di Angelo Peloi).
Quello che ai ciclisti non entra assolutamente in testa è quello di considerarsi utenti della strada come tutti gli altri utenti, e quindi soggetti alle leggi del Codice della strada.
A Gorizia ad esempio, dove manca assolutamente la cultura della bicicletta, i ciclisti scorrazzano indisturbati sui marciapiedi, impuniti e arroganti, zig zagando fuori dalle piste ciclabili, schivando al pelo vecchi e bimbi piccoli. Non rispettano i semafori, non segnalano con la mano i cambi di direzione sulla strada non indicano la direzione scelta agli incroci. Il peggio è che le multe sono previste anche per loro ma la Polizia Comunale non fa nulla preferendo contestare i dischi orari.
Di notte poi, a chi non è capitato – in macchina – di trovarsi all'improvviso un ciclista che viaggia al buio senza fanalino?
Fanalino? Cos'è questo sconosciuto?
Bici si, ma con rispetto….
In Emilia Romagna – il regno delle bici nelle citta' – è tutta un 'altra cosa, i ciclisti sono disciplinati, attenti al rispetto del codice, pronti a "cazziarti" brutalmente se in auto fai una infrazione ai loro danni ma pronti a chiederti scusa se l'errore lo fanno loro…Quando cambiano direzione – ad esempio – non si vergognano affatto di distendere il bracio (destro o sinistro), e con la mano aprire e chiudere le dita (per indicare il lampeggiamento della freccia di direzione)….
Ma questa è un'altra cosa, segno inconfutabile di uno sviluppo mentale, intellettuale, intellettivo e di civiltà superiore rispetto ai ciclisti gorissiani….(dove manca completamente)….
Saluti