A proposito di cinema, se non l’avessimo sotto gli occhi non ci si potrebbe credere: la vicenda che ha portato al voto sulla cancellazione di Film Commission in Friuli Venezia Giulia è davvero kafkiana. Tutto nasce nello scorso autunno quando il Consiglio Regionale decide il taglio del finanziamento al film di Bellocchio “La bella addormentata”: una scelta nata dalla “contrarietà a questo cinema” (così un già assessore regionale alla Cultura!), quando la scenografia era nota esclusivamente al regista e allo scenografo. Sono seguiti una serie di interventi altalenanti, con ripristini e ricancellazioni, quando nessuno – ma proprio nessuno! – aveva idea di quale fosse il contenuto del film. Fino alla ridicola (o meglio, tale se non fosse foriera di sperpero del denaro pubblico) par condicio in salsa leghista con l’approvazione del finanziamento di 150mila euro al film “Marco d’Aviano – September Eleven 1683”: un film (girato fra l’altro fuori dalla Regione) su una figura di grande spessore umano e culturale, finita nel tritacarne delle meschine diatribe locali. Non è esagerato pensare che la perdita di Film Commission e la quasi certa riduzione dei finanziamenti sia una catastrofe per il FVG e anche per il territorio goriziano. Il cinema è infatti uno dei pochi settori in cui la nostra regione è veramente eccellente, prova ne siano le splendide rassegne che si tengono in ogni provincia e il “vertice” toccato proprio a Gorizia in questi giorni con il premio “S.Amidei”. Pochi strapagati – incompetenti e in malafede – possono decidere di finanziare o meno film dei quali non conoscono neanche lontanamente il contenuto o di cancellare Commissioni di alta qualità senza conoscerne ruoli o obiettivi: oggi tocca al Cinema, e domani? ab
Ma poi questi incompetenti si sciacquano la bocca con "sviluppo, sviluppo". Sviluppo de che? L'industria cinematografica è sì un'occasione di lavoro, oltre che di promozione turistica e talvolta, quando il film è buono, di crescita culturale. No,qui puntano sulla terza corsia della A4, dove si movimenta terra e cemento e il costo degli appalti lievita.
Perchè da Trieste, dagli intellettuali locali legati al cinema, non parte una raccolta di firme per sensibilizzare i cittadini della nostra regione? Lo hanno fatto per altre istituzioni, dobbiamo farlo anche per le uniche attività che costituiscono davvero una possibilità economica per il territorio.
Ma come ragazzi, non avete ancora capito che, come diceva l'ineffabile Tremonti, con la cultura non si mangia? L'idea che questi signori hanno dello sviluppo e del progresso non comprende la promozione delle attività a forte connotazione culturale, ancorché con importanti ricadute economiche sul territorio. Perciò ci dobbiamo attrezzare per contrastare questa tendenza con iniziative forti, la raccolta di firme mi sembra una buona idea per iniziare, la mia ci sarà di sicuro. Anna V.