L’idea buona per la politica italiana era quella proposta in occasione delle “amministrative” goriziane del 2007: diverse aree politiche, fortemente caratterizzate da un riconoscibile orientamento culturale, riunite intorno a candidati sindaco e consiglieri molto conosciuti per l’impegno svolto nella cosiddetta “società civile” (intendendo con tale ambigua espressione tutti gli ambiti di condivisione e servizio alla persona non immediatamente riconducibili ad una rappresentanza politico amministrativa). In quel caso si trattava del cattolicesimo democratico e della sinistra culturale – protagonisti in modo diverso della grande stagione goriziana di ricostruzione delle relazioni intracittadine e internazionali interrotte dopo la seconda guerra mondiale – ma anche di movimenti civici a tutela dei diritti dei cittadini finanche di riferimenti politici non tradizionalmente vicini alla “sinistra”, ma convinti dalla qualità dei “nomi” scelti in vista della campagna elettorale. L’opportunità fu compresa con entusiasmo dai cittadini, che premiarono la coalizione con un risultato al di là di ogni possibile previsione, ma non dai “vertici”. La Chiesa diocesana “scaricò” senza appello e senza porsi alcun interrogativo il tentativo, attribuendo – addirittura esplicitamente in una bella intervista realizzata da Roberto Covaz – la scelta di un suo prete a “problemi personali”; i “saggi” del Centro sinistra – per iniziativa di chi si rendeva conto che l’esperimento stava sfuggendo di mano a chi l’avrebbe voluto controllare dalla cabina di regia – convocarono i tre candidati di area in uno strano incontro alla vigilia del primo turno dove di fatto invitarono a rientrare nelle antiche logiche degli accordi spartitori pre-elettorali; i “costruttori” della lista “Progetto Gorizia”, che nell’intenzione avrebbe dovuto essere quella maggiormente rappresentativa del mondo cattolico, optarono dal giorno dopo per investire ogni forza nell’allora embrionale Partito Democratico e abbandonarono del tutto anche il loro candidato eletto in Consiglio Comunale; l’ala sinistra della coalizione fu stritolata dall’ancora non arrestato processo di progressiva disgregazione a livello nazionale e regionale. Ad affrontare le sfide cittadine in un quinquennio di enormi trasformazioni di importanza planetaria, alcune delle quali incentrate proprio nella nostra città (si pensi all’occasione mancata della “storica” caduta dei confine), si continuarono a trovare poche persone, i consiglieri comunali di Forum e Progetto Gorizia insieme a un numero variabile dai tre ai dieci promotori della prima ora: encomiabili nella fedeltà, vivaci nella dialettica, competenti nelle discussioni, ma davvero troppo pochi e poco organizzati per risuscitare un progetto che per funzionare non poteva e non può che avere alla base un ampio movimento di convergenza politica e culturale. Tutto ciò dunque non è accaduto e un “modello” che poteva essere proposto ad altri e più alti livelli è scomparso dall’orizzonte politico, grazie anche a coloro che non si stancano di ripetere che “è tempo di impegnarsi in politica”, “è il momento della responsabilità” e così via: l’occasione è perduta, qualcuno – lo stesso Forum per Gorizia quando ha accettato di concorrere alle Primarie del centro sinistra – ha creduto che fosse il Partito Democratico goriziano il “luogo” della realizzazione dell’antico progetto. Con buona pace dell’ottimo candidato sindaco, i “numeri” hanno spazzato l’illusione, i tempi sono completamente cambiati e ciò che cinque anni fa era – almeno teoricamente – ancora possibile, oggi appare un’impresa disperata. Andrea Bellavite
Osservazione ferragostana n.1…
La "societa' civile", la sinistra culturale, il cattolicesimo democratico … stavano assieme, su posizioni alternative alla destra goriziana, in modo esplicito gia' dai tempi dell'Ulivo (quello vero, diciamo dal '93…). In modo implicito, gia' da prima.
Osservazione ferragostana n.2…
Detta area, fin dai tempi pre-tangentopoli, ha avuto precisi riferimenti (altri direbbe "burattinai"…) in citta', con sponde interessate in sinistra Isonzo. Interessate – dico- a scambiare (democraricamente) voti di preferenza versus un riconoscimento a detti riferimenti goriziani (altri direbbe "burattinai"). Un dato di fatto, ex post: Gorizia ha iniziato ad indebolirsi politicamente proprio in occasione della nascita dell'Ulivo. E lo dico, con amarezza, da ulivista goriziano. Qui gran movimentismo su ospedale, su aeroporto e scuola gdf… in sx Isonzo invece i partiti e le lobby anti-capoluogo ci macinavano…
Osservazione ferragostana n.3…
Per questo motivo, l'importanza degli strumenti di partecipazione e di sintesi/decisione politica- i partiti (se aperti e partecipati) ben oltre i movimenti – hanno convinto tanti ulivisti a fare fin dall'inizio il percorso fondativo in citta' del PD. Anche per questo, in citta', il PD e' nato (maggioritariamente) sano. E con gli anticorpi giusti… Chi fece i congressi fondativi dalla parte giusta (cattolic dem, sinistra culturale ed ulivista, sicieta' civile), seppe imprimere una reale discontinuita' e fece nascere un partito che incarna in toto lo spirito ulivista. Con la forza di farsi sentire negli equilibri provinciali.
Quel che ci si dovrebbe chiedere e` un`altra cosa: perche' (maggioritariamente) il Forum non crede ai partiti (per partito… preso)?!
Allora non ci siamo capiti. Io personalmente credo al partito molto più che ai movimenti. Purtroppo questo partito non è certo il Pd, primo perchè non ha una linea politica riconoscibile, secondo perchè è squassato da contrasti interni visibili e tangibili, che in alcuni casi hanno portato a Go al voto disgiunto, poi perchè condivide le stesse logiche spartitorie dei padrini goriziani. Siamo tutti in attesa di un partito che dia voce ai desideri e ai bisogni dei ceti di cui siamo espressione, ma siccome siamo amanti del vitalismo e della non rassegnazione ci diamo da fare nel Forum, che è una lista civica, non un movimento. Certamente con un personaggio come Veltroni che mette nel suo pantheon degli eroi Gandhi, Martin Luther King e i fratelli Rosselli, l'idea che balza agli occhi è che la storia la conosca davvero pochino ( Rosselli erano a favore delle bombe) e non abbia neppure a cuore la cultura italiana. Non sono stupidaggini: le buone piante nascono da radici ben piantate nel suolo e diverse da altre radici.
Logiche spartitorie: diamo un' occhiatina alle istituzioni goriziane e facciamo il toto partiti. Uno a me, due a te…ma non si parlava di questione morale?