Secondo un’antica leggenda scozzese, resa celebre dagli omonimi romanzo di Jules Verne e film di Eric Rohmer, il raggio verde – l’ultimo trasmesso dal sole al tramonto, ha la virtù di far sì che chi l’abbia visto non possa ingannarsi nelle vicende sentimentali; chi avesse avuto il privilegio di osservarlo diverrebbe abile nel vedere chiaramente nel suo cuore ed in quello degli altri. Eccone un esempio, uno sguardo verso il porto di Trieste alla fine del caldo di questa lunga estate…
Quant'è vero che "…non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi…" (il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupery): quanti tramonti abbiamo visto, quante cose belle ci capita di vedere solamente con l'occhio fisico, un semplice organo che, da solo, non è in grado di cogliere ciò che di straordinario, di unico e irripetibile c'è dietro e dentro ogni cosa, ogni fenomeno naturale, ogni essere vivente. Solo l'occhio interiore, quella particolare predisposizione dell'anima che, in pochi, fortunati momenti dell'esistenza, ci consente di sentirci in perfetta armonia e sintonia con qualcuno e con tutto ciò che ci circonda, è in grado di farci vedere oltre, al di là del visibile, dandoci la sensazione di essere non semplicemente spettatori, ma parte di quel che vediamo, sentiamo, tocchiamo. Una sorta di compenetrazione fisica e spirituale, uno stato di "liquidità" per cui non esiste più maschile e femminile, convesso e concavo, dentro e fuori, tu ed io, noi e il resto, ma tutto si mescola fondendosi in un unico magma incandescente, tu entri in me ed io in te, tutto entra in noi e noi in tutto, tutti i sensi sono allertati, vediamo, sentiamo, odoriamo, gustiamo, percepiamo meglio e di più. Una sera di tanti anni fa ho avuto la sensazione che quell'ultimo raggio – una fiammata di rosso, di un tramonto indimenticabile, proprio sulla terrazza panoramica della costiera triestina accanto alla persona che amavo – fosse l'ultimo tributo della natura al nostro amore, come se il sole avesse voluto lasciare accesa per noi una lampada dalla luce tenue e calda, ad illuminare il nostro abbraccio prima che ci lasciassimo. In un'altra occasione l'incredibile duetto di un immenso sole rosso con una bianchissima luna piena, di una bellezza struggente, incantevole, ha accompagnato il nostro distacco rendendolo meno doloroso, Beh, sono passati più di vent'anni ed è ancora così vivido il ricordo dell'invisibile scarica elettrica, dell'esplosione di una potente e indescrivibile energia che si è generata nell'istante in cui per la prima volta i nostri occhi si sono incontrati e noi ci siamo "riconosciuti" : forse è stato quello il nostro "raggio verde" e l'effetto dura ancora…