“La pressione fiscale è in Italia a livelli inaccettabili, ma per ora non è possibile intervenire”; “è giusto che i cittadini onesti paghino meno tasse, ma non ci si può avventurare in promesse irrealizzabili fin quando il percorso di risanamento non sarà legittimato dal Mercato”. Così il presidente del Consiglio Monti interviene con una nota rispondendo a un recente editoriale di Repubblica. Niente di nuovo, se non il fatto che vengono messe nero su bianco delle parole che inducono a pensare: 1. Con l’attuale sistema, solo un governo “tecnico” può mettere le mani nelle tasche degli italiani senza provocare molto più che qualche mugugno subito sedato da un sostanzialmente generalizzato appoggio mediatico; 2. Gli “esperti” navigatori dell’attuale arco parlamentare, dall’insediamento del governo Monti si stanno godendo di fatto un periodo di immeritate e strapagate ferie: l’inedita maggioranza PdlPdUdc dice sempre di sì a provvedimenti che tutti definiscono indispensabili ma che nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di prendere. La differenziazione elettorale è di fatto ridotta all’ampiezza delle smorfie nel momento di premere il bottoncino verde; 3. Del resto le minoranze, Lega Nord e Italia dei Valori, hanno “numeri” per un’opposizione sistematica del tutto in-incidente a costo zero, consapevolmente mirata ad accaparrarsi il sempre più ampio spazio del probabile astensionismo (accresciuto fra l’altro dai primi segnali di crisi del ciclone grillista); 4. C’è poi il settore fuori dal Parlamento, con la sinistra fu Arcobaleno che continua a fare i conti con le lotte interne tra i suoi diversi colori e qualche molto timido segnale di speranza che proviene soprattutto dagli ambiti “di base” (Fiom, per esempio, ma anche movimenti per la pace, per l’ambiente e così via); 5. In queste condizioni è difficile ipotizzare che senatori e deputati riescano a raggiungere l’unico obiettivo loro affidato dopo l’ingloriosa fine del berlusconismo: la riforma elettorale non ci sarà e se ci sarà, sarà talmente frettolosa e raffazzonata dagli interessi dell’uno o dell’altro da rendere peggio il rattoppo del buco; 6. Anche perché, e questo è il punto chiave intorno alle affermazioni di Monti, la questione in gioco non è un modo o un altro di gestire le schede elettorali, ma l’individuazione del vero elemento determinante le scelte in un Paese democratico: l’attuale premier – bisogna rendergliene atto – lo dice con chiarezza, è la “legittimazione dei Mercati”. E secondo il Pdl, il Pd, l’Udc (ma come fa Casini a conciliare l’entusiasmo per le parole di Monti con il conclamato “insegnamento sociale della Chiesa”, che propone il primato della persona sul lavoro e del lavoro sul capitale?) e tutti gli altri, come dovrebbe essere realizzata la democrazia nel tempo della crisi? ab
Intanto questi partiti devono andare a casa, perchè hanno dimostrato di non essere riusciti a fare nulla. Poi devono andare a casa anche altri partiti, come IDV e Sel perchè non hanno niente da proporre e perchè Vendola è governatore della Puglia quando lì c'è il problema ILVA che lui non ha sollevato, occupandosi solo dei matrimoni gay. Infine ci vorrebbe qualcuno degno di un minimo di stima, uno che dalla parte dei lavoratori intesi in senso lato ci sta ( Landini, Cremaschi, ad es., NO Saviano, Renzi, Galimberti, Magris) che dicessero: adesso noi cominciamo a federare la cosiddetta sinistra. Chi ci sta ci sta e tra un mese si inizia a girare per le città. Non c'è altro da fare, credimi, qui la teoria non serve più, la grammatica è superata, sappiamo già tutto quello che dobbiamo sapere. L'unica cosa che non sappiamo assolutamente fare è uscire dalla passività, rassegnazione, pigrizia, pensierunicopatia, pensieri positivi come "godiamoci la bella giornata e il resto in malora", oppure "femose un bicer".