“La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”. E’ il bel titolo del Meeting di Rimini, grande kermesse estiva che da diversi anni riveste il ruolo di “apertura ufficiale” della nuova stagione politica e culturale. A chiunque lo segua dai media potrebbe sembrare poco più che una manifestazione di partito, in realtà è un grande evento costruito intorno a centinaia di incontri, mostre, seminari, rappresentazioni cinematografiche e teatrali. Gli organizzatori non cessano di ripetere che da decenni le loro intenzioni sono travisate, ma non si stancano di portare anche sulla loro “prima pagina” coloro che – si sa! – monopolizzano l’informazione. Detto ciò, resta da comprendere cosa centri il “rapporto con l’infinito” con l’accoglienza trionfale riservata a Monti: probabilmente è la forza (ma anche l’intrinseca debolezza) del mondo ciellino. La spiritualità del movimento avviato da don Giussani da una parte si incentra sulla capacità di accogliere, comprendere e valorizzare – nel nome di Gesù Cristo, o meglio della “compagnia umana” che lo rappresenta nel tempo – tutto ciò che esiste di buono di bello e di vero; dall’altra si incarna in ogni contesto, sposando in modo assolutamente dissolubile il potere di turno – nel nome di un molto pragmatico “si sostiene chi ci garantisce la sopravvivenza fin quando lo può o lo vuole” (in altre parole, chi offre di più). In passato furono Andreotti e Berlusconi, ora il governo di Monti, all’interno del quale sembrano risultare sempre più culturalmente importanti l’influenza del cattolico Andrea Riccardi e l’inedita (almeno ufficialmente) alleanza tra Vaticano e massoneria. La partita che si gioca a Rimini sostiene di fatto l’ipotesi di un futuro di “tecnici” tenuti in vita dagli asfittici politici, elimina le interferenze della debole conferenza episcopale italiana che vorrebbe un anacronistico ripristino del partito confessionale e inquadra di fatto la nuova forma di presenza dei cattolici in politica: non più principi non negoziabili o pesanti veti sull’operato parlamentare, bensì una spregiudicata capacità di collaborare con chiunque pur di ottenere la garanzia (politica ed economica) di poter continuare a benficiare di quei privilegi che – nelle intenzioni di chi la pensa così – consentono l’annuncio efficace del Vangelo e il permanere della speranza nell’orizzonte umano. Insomma, una Messa val bene Parigi…
il meeting dei farisei e dei sepolcri imbiancati
la natura di comunione e disperazione è il legame con il potere: più stretto è il laccio, più godono.