Famiglia cristiana non è un media sconosciuto: fa parte del gruppetto di quattro – cinque testate sulle 500mila copie vendute che si contendono il secondo posto dietro l’irraggiungibile Sorrisi e Canzoni Tv, che viaggia imperterrito oltre il milione e 200mila. La proprietà è dei Paolini, un ordine religioso fondato da Giacomo Alberione con l’obiettivo di avvicinare il messaggio del Vangelo agli strumenti di comunicazione contemporanei. La maggior parte dei lettori proviene tradizionalmente dal mondo delle parrocchie e il numero è sensibilmente in calo, sia per la progressiva defezione dei fedeli battezzati dalla pratica domenicale, sia per la deregulation politica in ambito ecclesiastico: di fatto Famiglia Cristiana rappresenta il centro sinistra cattolico, dove l’accresciuta simpatia da parte dell’Azione Cattolica e del cosiddetto cattolicesimo democratico non ha compensato le “perdite” dell’elettorato praticante, ordinariamente più orientato verso il centro destra. L’idea fondamentale è che il cristianesimo è una forza di speranza che deve agire all’interno della società senza pretendere pulpiti dedicati ma – come lievito nascosto nella pasta – mediando costantemente l’assoluto della fede nella relatività delle scelte quotidiane. L’antagonista di questi giorni, “attaccato” in un sorprendente editoriale “contro” l’apertura a Monti del Meeting di Rimini, è il movimento di Comunione e liberazione, altra grande potenza dell’arcipelago cattolico italiano: in questo caso la “forza” mediatica non è offerta tanto dagli strumenti di comunicazione “esterni” (anche se non mancano tentativi nel passato – qualcuno ricorderà il settimanale “Il Sabato” – e nel presente – ad esempio l’autorevole anche se non molto diffuso “Tempi”), quanto dalla coesione interna dei partecipanti. E’ tale intrinseca convinzione che rende possibile la realizzazione di grandi eventi come il Meeting di Rimini, di importanti obiettivi politici e perfino di una presenza capillare in tutti gli ambienti, comprese le segretissime stanze del pontefice Romano. Cielle non simpatizza affatto con il centro destra, come molti invece ritengono; semplicemente – e con il movimento anche le altre grandi aggregazioni laicali benedette dal Vaticano, un po’ meno dalle chiese locali che li considerano pericolosi “concorrenti” – ripropone l’ideale costantiniano, tanto caro anche all’attuale Papa: la conquista del potere – anche attraverso il compromesso con il potente di turno, a condizione che garantisca la libertas ecclesiae – è una tappa indispensabile per realizzare il Regno di Dio sulla terra. Non importa se tale progetto sembra essere naufragato nella post e ultra modernità, la “presenza” della Chiesa nel mondo appare come l’ultima speranza prima del tracollo definitivo della ragione autonoma. Ci sono altre presenze importanti e non meno incidenti, ad esempio quelle legate agli ordini religiosi francescani. Tanto per cambiare, a livello di mensili il posto più alto del podio dei “venduti” (non degli stampati, proprio dei venduti) è conteso tra il Messaggero di sant’Antonio (sul milione e 200mila copie) e due giornali “specializzati” sul mondo delle automobili. Da che parte stanno i francescani, con un patrimonio così cospicuo di lettori? Apparentemente fuori dalla mischia, preferiscono trattare temi generali senza prendere posizioni “scomode”. Vanno avanti per la loro strada, non si parla molto di loro, ma vendono più di ogni altro. Da non dimenticare i settimanali diocesani i quali – tutti insieme – si avvicinano al milione di copie: in questo caso la loro incidenza è abbastanza relativa a livello generale (ogni direttore segue liberamente l’uno o l’altro orientamento e ciò rende impossibile una posizione di forza), ma può essere importante a livello locale, dove il “diocesano” può essere uno stimolo importante per la vita politica e culturale del territorio.
Secondo me bolle in pentola che, essendo il popolo stato lasciato solo nella disperazione da tutte le forze politiche, tocca a Famiglia Cristiana cercare di coprire il vuoto.
MALA TEMPORA