Sante parole (quelle su “etica ed economia”, postate su questo blog lo scorso 17 agosto)! Degno di nota e particolarmente apprezzabile l’accenno alla qualità della condizione globale dell’uomo, “protagonista e non schiavo” dei processi economici e produttivi: ecco, appunto, in un metaforico ed immaginario sistema solare dell’economia l’uomo dovrebbe essere il sole, il centro attorno al quale ruota tutto il resto. E invece giorno dopo giorno registriamo il ripetersi di uno schema esattamente opposto, nel quale l’uomo, la persona conta in base a quanto produce, a quel che rende, e poco importa che sia costretto a farlo in condizioni spesso disumane o che non gli sia consentito di godere dei vantaggi della ricchezza prodotta e dei benefici delle nuove tecnologie, che la fatica del lavoro non migliori affatto la qualità della sua vita. In Sudafrica la polizia apre il fuoco sui minatori dei giacimenti di platino – in sciopero da settimane per protestare contro le durissime condizioni di lavoro (anche undici ore al giorno, a duemila metri di profondità, per una paga corrispondente a circa 400 euro mensili!!!)o, per meglio dire, sfruttamento e chiedere un sacrosanto aumento salariale – uccidendone oltre trenta e ferendone una settantina. E’ l’ennesima manifestazione di violenza istituzionale legalizzata, la dimostrazione che, in un sistema come quello capitalistico, il profitto e l’interesse economico di pochi contano più dei diritti e della vita di molti, dei tanti disgraziati condannati a scavare nelle viscere della terra, per salari da fame ed in condizioni disumane, per estrarre metalli preziosi che faranno l’immeritata fortuna di pochi spregiudicati o di spietate multinazionali e, trasformati in gioielli, soddisferanno la vanità di ricche signore. Oro, diamanti e pietre preziose per qualcuno rappresentano una fonte di inestimabile ricchezza, per gli esseri umani che li estraggono una vita d’inferno, fatica bestiale malattie, morte precoce. Questa strage, ma anche la quotidiana, lenta, subdola strage che si consuma molto più vicino a noi – sotto gli occhi e spesso nel colpevole e complice silenzio delle istituzioni e dell’opinione pubblica, noi compresi – nelle fabbriche e nei cantieri della morte – Fincantieri, Thyssen, Eternit, Italsider-Ilva, Montedison, Enichem,, Petrolchimico di Marghera, Solvay, per citare solo alcuni esempi tra i tantissimi passati e presenti – non meriterebbero la nostra indignazione? Animalisti di tutto il mondo organizzano campagne e cortei di protesta contro la vivisezione, il maltrattamento degli animali, il crudele trattamento di quelli destinati all’allevamento intensivo per la produzione di pellicce o a diventare cavie da laboratorio: battaglie che tutti, credo, condividiamo. Ma è possibile che la morte di esseri umani, il disumano trattamento loro riservato, lo sfruttamento di cui sono vittime, il totale disprezzo per la loro vita e la loro salute non suscitino un vasto movimento di protesta e solidarietà capace di riempire le piazze? Innumerevoli vite umane sacrificate sull’altare del profitto di un capitalismo selvaggio e malato valgono forse meno dei tanti animali maltrattati? Nella mia scala di valori la gerarchia è chiara, senza nulla togliere agli animali che adoro, l’uomo viene prima. Vien da pensare che sia più facile e finanche più comodo fare le campagne in difesa dei diritti degli animali (chi può resistere di fronte agli occhioni dolci di un cucciolo?) o adottare un cucciolo di foca per salvarlo da una fine atroce. E tra i paladini dei diritti degli animali non mancano certo signore benestanti e dell’alta società che, tra un corteo ed un’adozione, sfoggiano magari un gioiello in platino e diamanti, sulla cui origine forse non si fanno troppe domande: in fondo, si sa, un diamante – meglio se montato in platino – è per sempre e, in ogni caso, a caval donato non si guarda in bocca!!! (Passatemi la cattiveria) Anna V.
Concordo.
APPROFITTO PER DARE UN CONSIGLIO: GUARDATEVI IL FILM SALVATE LA TIGRE CON UN GRANDE JACK LEMMON, parla propio di quello affrontato dall'articolo di Anna V) film del 73. cito solo una frase storica del film un dialogo:
« Meyer: Che cosa vuoi? Coraggio, dimmelo. Ti ascolto. Io sono una vecchia roccia: dimmelo cosa vuoi.
Harry: Un'altra stagione.
Meyer: Tutto qui? Un'altra stagione… Solo sopravvivere: niente più sogni, niente più speranze?
Harry: Speranze? Ce l'hanno solo le vecchiette che vanno a Las Vegas con un sacchetto pieno di monetine: quelle hanno ancora la speranza. La speranza delle tre ciliegine. »
Ecco lo stato d'animo nel quale viviamo, è ci avevano pure avvertiti….nel 1973