Intorno alla metà dello scorso gennaio sono stato contattato dal regista Marco Bellocchio, il quale mi ha chiesto la disponibilità a offrire qualche idea relativamente alle scene “liturgiche” del film “Bella addormentata”. Ho così avuto l’onore di partecipare alle riprese di Cividale e Udine, incontrando così i protagonisti di questa intensa opera cinematografica. Anzitutto lo stesso Bellocchio, poi le valenti collaboratrici alla regia, le attrici e gli attori, le numerose comparse. Del regista mi ha colpito la precisione e la cura dei particolari, anche nell’ambito della trattazione dei riferimenti rituali: mi hanno molto colpito le sue domande, la profonda curiosità, il sorriso dolce ed attento e il rispetto – veramente “sacrale” – nei confronti non solo del fatto religioso, ma anche della Chiesa nel suo insieme. Dei suoi collaboratori mi sono rimaste impresse la professionalità e la splendida capacità di accoglienza, mentre tra gli attori più di ogni altro mi ha affascinato Isabelle Huppert, un’artista straordinaria la cui bellezza è espressione visibile di un ricchissima e sofferta spiritualità. La “costruzione” del film ha consentito di intravedere i temi principali che oggi tutti possono riconoscere nell’opera compiuta: il rispetto profondo nei confronti di ogni scelta decisiva nei confronti della vita e della morte, l’amore come cifra risolutiva del conflitto, la non risoluzione delle contraddizioni attraverso semplicistiche risposte, la ricerca sincera e umanamente appassionante di un “perché” mai definitivo e irrinunciabile. Un gran film, per me un’esperienza veramente avvincente. Andrea Bellavite
Uno di quei rari film che aiutano a pensare e a riflettere. Sono opere come questa che poi suscitano dibattito, confronto e che determinano lo sviluppo di leggi, norme.. Insomma che accelerano il divenire lento della società riportando un allineamento tra la giurisprudenza e la realtà, tra la politica e la società civile, tra Chiesa e spiritualità e libertà individuale
Giovanni C.
Caspita ha conosciuto Isabelle Huppert!
Credo che sia una delle poche vere attrici rimaste.
Ha avuto una grande fortuna!
In attesa di poterlo finalmente vedere, registro che, come dice giustamente Giovanni, il film sta facendo discutere, sollecita il confronto, interpella la libera coscienza di ciascuno di noi a misurarsi con questo delicatissimo tema. A tal proposito mi permetto di invitarvi alla lettura della bella riflessione di Paolo Flores d'Arcais sul Fatto Quotidiano di giovedì 6 settembre, (intitolato "Ora approviamo una legge Martini", davvero interessante), in cui si fa riferimento alla recente scomparsa del card. Martini – la cui vicenda offre molti spunti di riflessione sul tema e riporta alla memoria casi analoghi e tristemente famosi – e di cui cito solo un paio di frasi, che mi paiono significative: "…Carlo Maria Martini ha goduto di un privilegio, mentre avrebbe dovuto godere di un diritto…ogni giorno in ogni ospedale italiano ci sono esseri umani, soggetti deboli, che rivolgono la stessa richiesta, essere definitivamente sedati, non dover provare più nulla, mentre il loro organismo si avvia all'ultimo respiro, e non vengono esauditi…". Beh, speriamo proprio che il film di Bellocchio contribuisca a sollevare il velo di ipocrisia e a superare i tabù pseudomorali che impediscono a tutt'oggi una serena e pacata discussione, che da essa si possa arrivare magari al riconoscimento giuridico di un testamento biologico, più semplicemente al rispetto della volontà della persona, della sua tanto sbandierata sacralità. Chi ha orecchi per intendere intenda…Anna V.