Non bastava la sala della Fondazione Carigo per contenere tutte le persone che hanno voluto essere presenti al ricordo di Gabriella Miletta. Una memoria intelligente, che ha dato occasione a tutti gli intervenuti di confrontarsi con contributi seri, approfonditi e profondi sulle tematiche relative alla scuola, a 45 anni dalla pubblicazione della “Lettera a una professoressa”. Dopo la prima parte dedicata direttamente a Gabriella e incentrata sugli interventi del fratello Paolo nonché sulla lettura dei messaggi scritti su questo blog a commento del post sulla sua scomparsa, Anna Di Gianantonio ha introdotto la questione. Tutti gli interventi – nell’ordine la stessa Anna, Andrea Bellavite, Elena Iess, Federica Deiuri, Laura Fasiolo, Bojan Bratina e Salvatore Mauceri – hanno preso in considerazione le “provocazioni” di don Milani e le hanno attualizzate domandandosi dove vanno la scuola italiana e slovena degli anni 2000. Non c’è stato il tempo per un dibattito ampio e coinvolgente, l’auspicio è che la ricchissima serata possa proseguire attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro in grado di riflettere e far riflettere sul sistema della formazione, uno dei nodi cruciali per il prossimo futuro. Insomma, la strada intrapresa dal Forum, la ricostruzione di un pensiero politico a partire dalla condivisione e dal confronto culturale sui grandi temi della vita personale e sociale, sembra essere quella giusta: sarà lunga e impegnativa, ma da stasera è sicuramente iniziata.
Si è parlato di cose intelligenti ed emozionanti, cruciali per la nostra società. Quante persone possono essere mobilitate quando si mette al centro della riflessione un tema che tocca tutti e svolto con tante competenze diverse: studenti, prof, dirigenti. Bravo il gruppo del Forum che avrebbe potuto disintegrarsi dopo la botta elettorale, ed è invece andato avanti e si pone come stimolo fondamentale della città. un estimatore
finalmente parlano di scuola coloro che sono la scuola!
Peccato ghe politici e dirigenti abbiano "dovuto" presenziare all'apertura di Gusti di frontiera.
Pazienza, di sti tempi dei politici non si sente la mancanza.