Raramente sugli scranni elettivi siedono persone che rappresentano la vivacità di un territorio. A Gorizia ciò risulta evidente in ogni occasione pubblica non immediatamente promossa dall’Amministrazione, ad esempio nel caso del recente (bel) Festival Vegetariano. Non soltanto è stato ammirevole lo sforzo organizzativo dei promotori e dei volontari, coadiuvati dagli esperti tecnici comunali, ma è anche stato possibile rendersi conto di quante attività e iniziative siano portate avanti ogni giorno dai goriziani. Ascoltando le sempre interessanti conferenze e camminando tra gli stand ci si poteva imbattere in tutte le forme possibili di servizio – nella maggior parte dei casi volontario – alla persona, all’ambiente naturale, alla vita in tutte le sue dimensioni: dalla cooperazione internazionale alla tutela dei diritti, dal contrasto alla crudeltà contro gli animali alla difesa dai soprusi contro la natura… La stragrande parte di coloro che si impegnano in questi ambiti non è in Consiglio Comunale e non ne frequenta le sedute: alcuni non vogliono, altri ci hanno provato – anche candidandosi alla guida della città – ma sono stati bocciati dagli elettori, altri ancora non credono in alcun modo nell’efficacia delle istituzioni. Del resto il dibattito successivo non è stato incentrato sui contenuti del Festival, ma sull’inefficienza politica di Ambiente NewCo e dell’amministrazione comunale, protagonisti di un clamoroso e inquietante caso (incidente?) di insensibilità nei confronti delle importanti “ragioni” degli organizzatori. Che dire dunque? Gorizia è molto ma molto più viva di quanto faccia pensare il suo principale organo di partecipazione democratica e i numeri della disaffezione sono notevoli: nelle ultime amministrative il grande astensionismo ha fatto sì che il sindaco Romoli fosse ri-eletto con ben 1500 voti in meno rispetto al 2007 (un calo di oltre il 15% che fa sì che se prima era stato scelto dal 35% degli elettori aventi diritto, ora lo è stato soltanto dal 30%). La domanda sorge spontanea: come consentire ai cittadini di “credere” ancora nelle loro istituzioni?
Beh…vivacità sociale dei goriziani… se devo essere sincero io la vedo solo in bar…non che che non sia importante…
vedo piuttosto tanti che hanno hobby è li portano fuori dalla casa…..ma da qui a vederli come risposte vitali di una società ne passa.
Ad esempio c'erano stand di organizzazioni sui diritti umani ma non fanno nulla per protestare contro quello che succede in Siria.
Credere nelle istituzioni, sino a quando le cose andranno avanti così sarà molto difficile. La selezione in politica spesso avviene a rovescio. Sulla vivacità della città è vero che ognuno fa parte di associazioni, ma bisogna vedere se questo li rende migliori dei solitari, degli introversi, dei relazionalmente difettosi.
Forse è meglio che i cittadini non credano tout court alle istituzioni, ma che mettano sotto la lente di ingrandimento tutto quello che arriva dalle istituzioni. La capacità di guardare e di valutare è forse la migliore qualita che il cittadino può avere.