Gusti di Frontiera, caso emblematico a cinque giorni dall’apertura. Circa un mese fa la Soprintendente Picchioni dichiara che non sono state inoltrate le necessarie richieste di autorizzazione. Prima reazione, stizzita e sarcastica (“allora dovrei chiedere il permesso anche per parcheggiare l’auto in centro storico”) dell’assessore alla cultura Ziberna; primi tentativi di disquisire sull’interpretazione da dare alla Legge. Poi la svolta, dovuta forse alla constatazione che la normativa non è poi tanto fumosa: “Non abbiamo nulla da temere, invieremo la documentazione richiesta”, anzi – chiosa il sindaco Romoli – “ben venga il richiamo della Soprintendenza, siamo pronti ad ascoltarne i consigli”. Passa ancora un po’ di tempo e la documentazione viene inviata: “Non sarà riscontrato alcun problema, tutto è stato previsto…” Ieri sul Messaggero Veneto la doccia gelata da parte dell’interlocutore: “La documentazione è insufficiente, si è ancora in tempo, ma se si continua così ciascuno dovrà assumersi le proprie responsabilità”. Oggi Romoli getta altra acqua sul fuoco continuando a dire che “tutto va bene, meglio di così non potrebbe andare”. Ma insomma, se la Legge c’è – e i pronunciamenti “comunali” sembrano ammetterlo, dopo aver archiviato le inopportune ironie – deve essere rispettata: perché allora la domanda è stata inoltrata così tardi? Perché la documentazione inviata solo dieci giorni prima della manifestazione non corrisponde ancora a quanto richiesto? Non sarà uno dei tanti italici modi per ritenere un “ostacolo” quello che invece dovrebbe essere uno “strumento” di salvaguardia della memoria storica dei cittadini?
Non preoccupatevi, vedrete che poi alla fine se magna, perchè se tolgono anche le luganighe, allora sì che c'è rivoluzione
La carovana che a Gorizia assume il nome di "Gusti di Frontiera", dopo aver toccato altre città, a novembre si trasferisce a Firenze, in piazza Santa Croce, dove diventa "Piazza d'Europa". Stesse bancarelle, stessa puzza, stessa scarsa igiene. Se danno il permesso per piazza Santa Croce (uno dei luoghi "santi" d'Italia), non vedo perché non lo possano dare per la nostra piazza Vittoria. Sembra che l'unica cosa importante sia riempire un certo numero di scartoffie. Nessuno si pone il problema se abbia un senso fare ancora simili manifestazioni, in città dove ci sono anche troppi negozi, trattorie, punti commerciali, nei quali si può trovare di tutto. Che poi a Gorizia si occupi di questo l'assessore alla Cultura, è la riprova della consistenza della vita culturale goriziana. Quanto alle luganighe, non credo che occorrano le fiere per mangiarle, come in tempi poveri e lontani. Se abolissero i Gusti di Frontiera, nessuno se ne accorgerebbe, salvo forse quelli che ci rimediano qualche tangente o tangentina, o forse solo una luganiga gratis.