E’ stata una buona idea quella di ricordare ieri sera Darko Bratina in un incontro nella sala di san Rocco: una chiacchierata sul futuro di Gorizia. Oltre la commossa memoria dell’umanità e della “profezia” del politico goriziano, la serata ha avuto il suo momento centrale e più interessante negli interventi di Livio Semolič, uno dei sette delegati del Comune di Gorizia al Gect con Nova Gorica e Šempeter/Vrtojba: il famoso “Gruppo europeo” è ancora al palo perché manca una struttura organizzativa in grado di farlo funzionare; i Comuni non hanno persone e fondi per poter intervenire in questo senso; le Commissioni sono state portate da due a quattro, ma si basano solo sulla buona volontà dei partecipanti; il presidente Frattini è una risorsa per “aprire porte” a Bruxelles, ma – così dice Semolič – non è lontano il momento in cui darà le dimissioni. Insomma, c’è poco da stare allegri! Per il resto l’iniziativa, le intenzioni e gli argomenti della serata erano senz’altro interessanti, ma… L’età media dei partecipanti si aggirava intorno ai 60 anni e gli interventi veleggiavano dal nostalgico “tempo che fu” (cioè quello in cui Trieste era porto dell’Austria Ungheria) agli attacchi contro la “politica antislovena della destra” (peraltro, come argutamente fatto notare dallo stesso Semolič, è stata la destra goriziana a progettare e realizzare il Gect) fino all’esortazione alla speranza “perché i tempi in cui viviamo sono molto più favorevoli alla vita democratica rispetto a quelli degli anni ’90” (sic). La constatazione del degrado politico culturale di Gorizia non è quasi mai accompagnata da una sana autocritica e da un’attenta analisi delle cause, anzi, i pochi interventi che hanno cercato di scavare un po’ più a fondo sono stati sostanzialmente ignorati: persone che hanno rivestito – e in qualche caso rivestono ancora – alte responsabilità istituzionali, imprenditoriali ed ecclesiastiche “sparano a zero” su tutto e su tutti (“nessuno oggi fa veramente cultura, la politica goriziana – maggioranza e opposizione – è silente” e così via), evitando qualsiasi riferimento a propri eventuali errori o alle motivazioni profonde dell’evidente mancanza di consenso da parte dei cittadini elettori. ab
Non ero presente all'incontro, ma mi pare che lo sport di dire che nessuno fa nulla e che tutti sono silenti sia la scusa principale. In realtà sul Piccolo, ad esempio, sono uscite delle proposte sulla cultura a Gorizia. Qualcuno ha detto qualcosa? E' intervenuto per contestare, aggiungere, cassare, proporre idee nuove? La vecchia Gorizia la conosciamo bene: i problemi non si affrontano, si mettono sotto il tappeto; non si risponde: con il silenzio si delegittima, si vive in piccoli clan chiusi e provinciali, si parla tanto e si fa poco. Gect o non Gect è proprio nel dna di Gorizia che bisognerebbe affondare il bisturi.