Il Forum ritorna proponendo degli incontri, uno dedicato a Gabriella Miletta, che per molto tempo ci ha accompagnati in questa avventura politica e culturale, e tre dedicati all’urbanistica. Molti sono rimasti stupiti che, dopo le elezioni non fossimo del tutto scomparsi, rintanati a leccarci le ferite, oppure al bar a pensare alle nostre cose. Molti mi hanno fatto capire che rimangono stupiti da un attivismo lodevole, ma forse inconcludente. A queste persone vorrei dire alcune cose. Intanto che i veri combattenti si vedono al momento della sconfitta, e noi lo siamo sempre stati, secondariamente che pensiamo che la sfera privata del caffè e della cenetta risulti più appagante quando l’occhio vada al di là del giardino di casa e guardi il mondo, infine perchè se si sono perse le elezioni è anche perchè mancavano idee e proposte nuove ed una corretta analisi della realtà goriziana. Vogliamo dunque colmare la lacuna e arrivare ai prossimi esami di riparazione ben preparati, con un’opinione pubblica più legata a ciò che facciamo, con relazioni e scambi con professionisti ed esperti, con strumenti maturati all’interno di una discussione. Insomma non siamo più i primi della classe, ma sul podio vogliamo comunque starci. adg
Aggiungo un particolare che mi pare faccia la differenza. Quando abbiamo perso le elezioni, noi non abbiamo cercato capri espiatori, siamo stati uniti perchè avevamo la netta consapevolezza che le cose buone e quelle meno buone sono entrambe frutto del lavoro di un gruppo, responsabilità di tutti e non del leader. Non è facile che i gruppi resistano, proprio perchè le dinamiche da gestire sono molte. Finora ce l'abbiamo fatta.
Accade spesso che i membri di movimenti e associazioni siano numerosissimi in tempi di "vacche grasse" o in circostanze particolari, per esempio in occasione di elezioni, poi, se le cose vanno male o non si raggiunge l'obiettivo, la gente si disperde, molti vanno per la loro strada, la tentazione di ritirarsi a vita privata è fortissima, così come la propensione ad attribuire la colpa del mancato successo alla scelta sbagliata del candidato o alla condotta del leader. Beh, se il Paese è allo sfascio è anche per questa ottusa abitudine a delegare sempre ad altri la responsabilità di pensare, operare, proporre, agire: basta pensare che tocchi sempre agli altri, se vogliamo che le cose cambino dobbiamo impegnarci in prima persona, ognuno di noi deve fare la sua parte. Abbiamo doti e talenti diversi, non abbiamo tutti la stoffa del leader, non tutti possediamo capacità dialettica, fine abilità di analisi e sintesi, rigore e lucidità di pensiero, ma sicuramente ciascuno di noi, nel suo piccolo, può dare il proprio contributo. Impegnarsi con costanza e passione richiede sacrificio e fatica, ma è il solo modo per partecipare alla gestione della res publica. Non saremo i primi della classe, ma ci stiamo attrezzando e studiamo per diventare cittadini consapevoli e responsabili. Anna V.
Hai ragione. Adesso che di fatto i partiti non ci sono più, le cose si complicano. Prima bastava "essere in linea" e privatamente fare quello che si voleva ed essere come si era, tanto ognuno era garantito dall'appartenenza. Oggi ciascuno è chiamato ad esserci, e possibilmente come persona dotata di cervello e di responsabilità.
e spesso l'appartenenza garantiva anche altro, non dimentichiamocelo. Può essere complicato e alle volte faticoso l'impegno politico, ma basta guardarsi intorno, anche nella nostra Gorizia e diventa chiaro che non si può fare diversamente.
Il protagonismo personale, coordinato con altri, è fondamentale. Mi ha colpito l'ingegnere del Sulcis che ha detto che è inutile aspettare il piano di riconversione per il "carbone pulto" ( non so cos'è), il progetto lo possono fare loro! Quindi la fase due della lotta è uscire dal tunnel e imporre il proprio piano indistriale. Grandi minatori, esempio di come si fa la politica!