E’ proprio al nuovo inizio dell’anno scolastico che la mancanza di Gabriella Miletta si fa più sentire. Con lei è mancata un’amica con una passione radicale per la scuola e soprattutto per i suoi alunni che a tutti i costi ha sempre voluto salvare dalle bocciature e dagli esami. Quando qualcuno le faceva osservare che Tizio o Caio non sapevano nulla, lei rispondeva che avevano semplicemente un “pensiero divergente” e che noi non potevamo capire. Mi sono sempre chiesta in che cosa consistesse il loro pensiero divergente, ma davanti alla sua sicurezza che non ammetteva repliche, non ho mai aperto bocca. Gabriella soffriva un po’ perchè il discorso sulla scuola non era mai centrale nelle conversazioni. Con le amiche si parlava di politica, di massimi sistemi, e la scuola rimaneva sullo sfondo, mentre per lei era l’aspetto più importante e ci lavorava tutti i pomeriggi. Chi non la ricorda con i pacconi di compiti perennemente da correggere? Allora noi la vogliamo ricordare per tanti motivi:intanto perchè le abbiamo voluto bene e perchè ci manca, e poi perchè ci ha fatto capire che occuparsi di scuola vuol dire prendersi carico delle disuguaglianze, delle differenze culturali, interrogarsi sui saperi, capire che la scuola non è solo un luogo transitorio dove parcheggiare i ragazzi e percepire uno stipendio, ma può diventare uno spazio di elaborazione culturale e di divulgazione, indispensabile per chi non ha una famiglia alle spalle che può rimpiazzarne le carenze. L’affetto e il dolore dei ragazzi quando stava male ci hanno fatto comprendere che la scuola è anche una riserva di affetti, di risate e di emozioni indispensabili per giovani ed anziani. Legare il ricordo di don Milani al suo è stato scontato. Non solo perchè “Lettera ad una professoressa “ha modificato il suo modo di intendere l’insegnamento, ma anche perchè lei quelli che non ce la facevano, che facevano confusione, i problematici, i divergenti ed i ribelli se li andava a cercare e le erano più simpatici dei Pierini. adg
Rispondi