Dopo aver suscitato tante pregiudiziali discussioni è stato finalmente presentato oggi a Venezia il film “Bella Addormentata”. Si tratta di un’articolata meditazione sul mistero della vita e della morte, dove il criterio fondante ogni scelta sembra essere la dimensione dell’amore. Il messaggio è forte: ogni esperienza vissuta sulla “soglia” richiede profondo rispetto e in ogni situazione anche fortemente conflittuale è possibile rinascere a una nuova comprensione dell’essere e del reale. Bellocchio non prende una posizione definitiva, non realizza un documentario sugli eventi che hanno circondato gli ultimi giorni di Eluana Englaro. Prende piuttosto lo spunto dalla vicenda per dimostrare un’inattesa possibilità, quella che oltre gli steccati dei dogmatismi – di ogni colore, sempre fonti di ottusità e violenza – esiste un'”altra possibilità”: quella che consente l’umanissima scelta del vivere o del morire, anche quella che consente di sperare in una “con-vivenza” dove la cifra dell’amore riesce a oltrepassare e ridefinire gli altrimenti angusti limiti di ogni ideologia. Anche di quella religiosa e in particolare cattolica trattata ccome al solito con enorme e quasi sorprendente rispetto dal regista. Dal punto di vista della critica cinematografica tutti gli osservatori hanno sottolineato la straordinaria recitazione di artisti che sono senz’altro il “massimo” del cinema italiano; e hanno rilevato la complessità dell’intreccio dei temi, con legittime “punte” d’entusiasmo alternate a sottili perplessità. Chi ne esce con le ossa rotte, letteralmente ridicolizzati dall’altezza della performance cinematografica, sono la Giunta e il Consiglio Regionale del Fvg che non hanno esitato a mettere in grave crisi tutto il sistema del cinema regionale pur di ostacolare i finanziamenti a una pellicola della quale fino ad oggi non conoscevano né la sceneggiatura, né la trama. Chissà se il prevedibile successo di Bellocchio possa suscitare qualche ripensamento e, se non le scuse ufficiali degli ignoranti (nel senso letterale del termine), almeno il ripristino della Film Commission regionale. Andrea Bellavite
La prossima volta vogliamo Bellavite davanti alla macchina da presa, vicino a Isabelle Huppert!