E’un po’ difficile riuscire a comprendere come Nichi Vendola possa presentare insieme a Di Pietro il referendum contro l’articolo 18 e contemporaneamente “trattare” con Bersani un accordo elettorale basato essenzialmente sul proseguimento della politica di Monti. Così come in Regione fvg risulta arduo capire su quali basi la “sinistra” potrà raggiungere un accordo con la candidata Serracchiani, quando è evidente la distanza dalle sue esplicite posizioni su questioni fondamentali come ambiente, sanità, lavori pubblici e “geometrie istituzionali”. Addirittura nello stesso Pd non è chiaro come quello provinciale potrà sostenere con entusiasmo quello regionale che – compresa la candidata – non solo non fa mistero di essere d’accordo con la soppressione della Provincia di Gorizia, ma non ha in alcun modo difeso le “ragioni” di Gorizia di fronte al ventilato e poi sfumato trasferimento del Tribunale da Palmanova o ancor di più di fronte all’esecrato piano sanitario… Insomma, la risposta ovvia a questi interrogativi è che “solo uniti si vince”, ritornello ormai consueto e spesso dimostratosi assai debole; ma ammettendo che sia proprio così, non viene meno l’interrogativo sulla governabilità: dove potrebbe andare un Governo nazionale che su un tema delicato come quello del Lavoro è composto da persone e partiti con idee opposte? E cosa diranno in campagna elettorale i candidati goriziani del centro sinistra quando saranno interpellati su questioni intorno alle quali i “compagni” regionali hanno espresso posizioni opposte? Insomma, un bel po’ di confusione che porterà molta acqua al mulino della protesta antipartitica, o ancor di più – visti i chiari di luna che caratterizzano l’attuale fase del grillismo – a quello dell’astensionismo.
L'incapacità della politica non solo a indicare una strada alternativa a livello nazionale, ma neppure a risolvere i piccoli problemi locali è talmente evidente che un italiano su due, anche essendoci Grillo, o non sa cosa votare o comunque non ci andrebbe. A chi affidarsi? Neppure i movimenti servono ad affrontare problemi che sono generali e non di singoli settori o di singole opere pubbliche. Il problema del che fare in Italia, in regione e in città sta davanti a noi tutto. Se ne potrebbe almeno discutere in sedi proprie. Io credo che la ragione sociale e politica del Forum ma anche di altre forze culturali dovrebbe concentrarsi su questo, a meno che non si dia credibilità politica a scontri tra vecchi e giovani, vendoliano e casinari e altre facezie del genere.
e però uniti si vince.
E se dopo aver vinto perdo tutti i diritti, pago luce acqua gas e rifiuti sempre di più, vado in pensione sempre più tardi, ho sempre meno stipendio e magari mi licenziano senza giusta causa potrò dire di essere unito (non ha importanza a chi o a che che cosa) e di aver vinto!
E' bello vincere e uniti si vince.
Un giorno una sibilla, interrogata su questo rispose: "è il paradosso antico del politikon, non si vince nè uniti, nè disuniti. Sta agli umani trovare la strada!" Maledetta sibilla, mentre stavo per chiederle di più si è inabissata in un antro. E' dal 1947 che l'aspetto, l'anno della cacciata dei comunisti dal governo.Eppure la resistenza l'avevano fatta!
A scuola insegnavano Platone: le idee non muoino mai e parlavano di Vico e della sua teoria dell'eterno ritorno. Ma qui torna sempre e solo il centro destra. Mi sa che ci hanno presi per il culo già dalla quarta ginnasio.