Anche se Monti vuole rassicurare gli italiani affermando che “stiamo uscendo dalla crisi”, la realtà quotidiana sembra decisamente lontana dal suo ottimismo. In effetti si è già ascoltata spesso questa musica, il suo predecessore aveva dichiarato che la crisi era superata dopo aver affermato fino al giorno prima che essa “non avrebbe mai toccato” il Paese. E’ comprensibile che chi governa utilizzi ogni mezzo per evidenziare i propri pretesi successi o per nascondere i più o meno evidenti fallimenti, il fatto è che a nessun comune mortale è dato di poter controllare in alcun modo le affermazioni: il “sistema” (anche mediatico) è in mano a pochi, raramente è possibile leggere parole competenti e alternative, comprendere qual’è la posta in gioco. E così, mentre la cosiddetta politica rappresentativa è di giorno in giorno più desolante (per esempio a livello regionale la “leggina” sui contributi all’associazionismo…), quella dei “professori” sembra tendere a una pericolosa autolegittimazione; nel frattempo migliaia di persone restano senza posto di lavoro, la moltiplicazione dei “tagli” è direttamente proporzionale al grado di impoverimento della società, la diminuzione del valore dei salari svuota le piccole e medie attività commerciali a favore delle grandi concentrazioni (vedi per esempio la cementificazione di buona parte del Comune di Villesse in vista della realizzazione dei nuovi mega-store accanto all’Ikea). Anche a livello locale sembra che la maggior parte del tempo e delle energie sia dedicata all’ingegneria istituzionale, con il dibattito sul futuro dell’ente Provincia: si parla ben poco del tracollo occupazionale, dei diritti dei lavoratori, della formazione delle nuove generazioni, dei percorsi di integrazione interculturale, dell’idea di “città” che soggiace ai piani regolatori, degli sviluppi possibili delle relazioni inter-nazionali, dei rapporti tra diritto al lavoro e salvaguardia ambientale… Il Forum per Gorizia propone a tutti i cittadini di ritrovarsi spesso, nei prossimi mesi, a parlare in termini competenti e interessanti di scuola, di lavoro, di urbanistica, di crisi, di welfare, di cultura… In altre parole, di tornare a “fare politica”, nel senso più autentico di questo concetto, “uscire fuori insieme dai problemi della città”, come avrebbe detto Lorenzo Milani. ab
Per quanto riguarda l'Ikea di Villesse basterebbe boicottarlo…invece c'è la fila di famiglie ogni volta.
Da quando è stato aperto sono stato costretto da mia moglie(è incredibile come l'Ikea attragga le donne) ad andarci ben 2 volte poi mi sono rifiutato.
Andare lì per vedere tutte queste coppie e coppiette a comprare giovani e palestrate mi sa tanto di sogno nazista che si realizza.
Anche quelli di villesse poi mica sembrano tanto scontenti di avere accanto quello scatolone prefabbricato….che tristezza….
Consapevoli che siamo come i salmoni contro corrente per depositare le nostre uova. Oggi la politica è: c'è la democrazia nei 5 stelle? Meglio Renzi o bersani? La luce in fondo al tunnel è un treno o il sole? Insomma argomenti di grande interesse per un pubblico che si vuole decerebrato.
Ho sempre ammirato i salmoni, la loro tenacia e la capacità di sopportare una fatica immane per giungere all'obiettivo: mi pare che come esempio e modello di riferimento siano decisamente meglio loro, ma, del resto, ci vuol davvero così poco per essere meglio di lorsignori!!! Anna V.
Lo pensi davvero? E' vero che lorsignori sono quello che sono ma il problema vero è che non c'è nulla in grado di fermarli, anzi, molti poveri vorrebbero arrivare ad essere come lorsignori. La meritocrazia non è altro che questo: non l'uguaglianza, ma la coptazione di qualche poveraccio dentro la classe dirigente e così quelli che falliscono pensano che sia colpa loro e magari lavorano sulla propria autostima. Il fatto è che oggi i valori sono gli stessi e molti non sanno capire la differenza tra problemi individuali e psicologici e problemi sociali.
Forse è vero che molte persone indigenti guardano a questi signori con invidia e senso d'inferiorità, magari vorrebbero essere nei loro panni, ma solo per emanciparsi dalla condizione di disagio materiale in cui vivono, forse alcuni li considerano addirittura dei "modelli" cui ispirarsi, ma credo che per la maggior parte dei cittadini si tratti semplicemente della mancanza di validi modelli di riferimento alternativi a quelli. In secondo luogo, a parte il fatto che per essere cooptati bisogna già far parte di quella ristretta cerchia di "eletti", qui il problema non è di riuscire ad inserire uno o più poveracci dentro l'attuale classe dirigente, ma di sovvertire totalmente il sistema – certamente non meritocratico – della selezione della classe dirigente stessa, che sappiamo chiusa e blindata come una fortezza a protezione dei propri privilegi. Per cambiarla davvero questa modesta e mediocre classe dirigente ci vuole una rivoluzione culturale, un serio e rigoroso percorso di apprendimento e formazione culturale che consentano ad ogni persona di prendere coscienza di sé e delle proprie potenzialità, dei propri diritti e doveri, di acquisire consapevolezza e capacità critica, allenandosi ad esercitare la propria libertà di pensiero e di giudizio a partire dalla scuola, che dovrebbe solo fornire gli strumenti idonei e più efficaci al raggiungimento di tale obiettivo. Solo da un simile percorso, che richiede il suo tempo, possono nascere cittadini consapevoli, vigili e attivi, che non si facciano inquadrare ed intruppare, che non si pieghino e non si adeguino ai modelli ed ai valori dominanti – spesso di così bassa qualità – ma in grado di esprimere essi stessi una nuova classe dirigente. Coraggio salmoni, il percorso è faticoso, ma le vostre innumerevoli, piccole uova possono dare vita ad una stagione di vera democrazia!!! Anna V.