La decisione di trasferire il Tribunale di Palmanova a Udine, contrariamente a quanto precedentemente previsto, coincide con la quasi certa “condanna” del Tribunale di Gorizia. E’ vero che la vicenda dimostra – come afferma a ragione e senza mezzi termini il Presidente Gaggioli – il clamoroso disinteresse dei politici goriziani. Ma è anche un ulteriore segno di quanto ormai la città “conti” al di là dell’Isonzo, una marginalità che peraltro ha origini lontane, ben oltre la debolezza delle amministrazioni degli ultimi vent’anni, 15 colorati di centro destra, cinque di centro sinistra: nella mancata occasione di un rapporto costruttivo con la nascente e crescente Nova Gorica, nella mancata occasione dell’allargamento della Provincia ai confini dell’ex Impero, nella mancata occasione della zona franca non certo volano per un rilancio imprenditoriale, nella mancata occasione della cancellazione del confine, ecc. ecc. La scelta dello spostamento del Tribunale da Palmanova a Udine è determinata concretamente anche dall’assenza nella Giunta Tondo di un assessore del Goriziano (nonostante la forza elettorale del gruppo Romoli nel capoluogo isontino) e dai “numeri” in Consiglio Regionale dove la partita Resto Regione-Circoscrizione di Gorizia finisce sempre 5-1. Ma non si può dimenticare che la decisione non è del tutto immotivata, dal momento che tra le ragioni indicate a supporto della Provincia c’è anche quella della competenza territoriale del Tribunale: Palmanova – piaccia o meno – è in provincia di Udine e non fa parte neppure dei territori ex AU. Inoltre, a quanto sembra (e di ciò non si fa cenno nelle cronache locali), gli operatori palmarini, una volta lottato strenuamente per evitare la soppressione, sembrano decisamente più favorevoli a spostarsi nel bel nuovo Palazzo di Giustizia udinese piuttosto che nel fatiscente Tribunale goriziano. “Quando non si sottostà a logiche partitiche – dichiara trionfalmente il sindaco di Palmanova Martines (del Partito Democratico) commentando la “vittoria” udinese – ma si lavora insieme con un obiettivo comune, che risponda alle esigenze dei cittadini, i risultati non possono mancare”: ecco la considerazione che si ha delle esigenze goriziane! Peccato dunque, ma è un “peccato” che ha radici profonde che non sono ancora estirpate: solo “pensando insieme” Gorizia e Nova Gorica sarebbe ancora possibile ritrovare le idealità, le potenzialità e anche i “numeri” per ridare al territorio la dignità cittadina. Andrea Bellavite
Ha veramente ragione Gaggioli, i politici goriziani non contano nulla. Questo dispiace perchè a farne le spese è l'intera città che sta implodendo su se stessa. Da quanto tempo Romoli ha promesso gli Stati Generali per il rilancio della città? Il GECT cosa sta facendo per l'unione con i territori vicini?
Siamo obiettivi, non aveva senso che Palmanova (il cui cirocondario arriva fino a Latisana e Lignano!) andasse con Gorizia.
Più logico sarebbe stato eventualmente trasferire sotto la competenza del Tribunale goriziano i territori udinesi che già fecero parte della Contea (chiamata anche Friuli Orientale o di là dal clap). Così quantomeno sarebbero stati uniti quei comuni dove vige il sistema tavolare (oltre a consolidare il ruolo di Gorizia come punto di riferimento per il Cervignanese)
Può darsi che la soluzione sia "logica", ma questo non rimuove il problema politico di una città che non riesce ad aprirsi nè al territorio sloveno, nè a quello di cui è capoluogo. Non c'è progettualità politica, sguardo che vada al di là dei prossimi sette giorni. Non si dica che si è amministratori di condominio perchè nelle assemblee condominiali si pensa al tetto e alle caldaie con largo anticipo. In città vogliono spiegarci cosa intendono fare dell'ascensore dopo aver sventrato la collina? O come pensano di utilizzare il conferenze center? Quelli sono denari nostri, nessuno ne risponderà mai?
L'assenza di un programma politico serio purtroppo mi pare riguardi non solo Gorizia ma tutto il Friuli. A me sembra (non voglio offendere nessuno) che ai goriziani piaccia chiudersi nel loro piccolo mondo e gli piaccia poi molto lamentarsi di tutto. La città dovrebbe essere il punto di riferimento per tutto il territorio della vecchia contea ma: con gli sloveni c'è poco dialogo, poi la città ha rinnegato la sua anima friulana cosicchè la destra isonzo tenda a vedere un punto di riferimento più in Udine che in Gorizia, infine la Bisiacaria guarda a Monfalcone e a Trieste. Alla fine Gorizia resta un vaso di coccio tra i vasi di ferro…
Bravo Andrea la penso esattamente come te su questo impoverimento di dignità della nosta amata CITTA' toppo piccola per esserlo veramente e ancora troppo grande per essere un paese, comunque mal governata da tantissimo, da giunte colorate dal bianco al nero, rosso o rosa che sia. Il punto lo c'entra pure PIERI ricordandoci della contea di gorizia che a parte la storia recente ha origini secolari e comprendeva magari per poco pure Linz e Padova. Ma senza scomodare la storia e cercando di essere realisti ci ricorda pure che a Palmanova come Gorizia è in uso il sistema tavolare presumo ereditato dall'austria-ungheria.Inoltre andrea tu cogli un grosso problema fondamentale:la mancata occasione di un rapporto costruttivo con la nascente e crescente, e aggiungo io economicamente agressiva Nova Gorica. La mancata occasione di dialogo per unire competenze che vadano verso un'unione di queste due realtà cittadine amministrando in comune beni e servizi come i trasporti per esempio o risolvere di comune accordo problemi inerenti la qualità dell'acqua e dell'aria che toccano tutti i cittadini sia di qua che al di la dell'ex confine e poi l'occasione di allargare questa provincia italo-svovena ai confini dell'ex impero E' qui che doddiamo puntare la barra se non vogliamo sparire dalle carte geografiche e restare solo storia
Scusate non ho agiunto i friulani ma io essendo nato a gorizia e considerandoni di etnia veneto-giuliana e in primis italiana ho sempre considerato le genti friulane italiane. Se poi parto da Lucinico vesso Mossa e cosi' via paese dopo paese mi ritrovo a Tolmezzo dove ho le mie difficoltà a comprendere questa lingua. cosi facendo dovrei distinguere anche gli sloveni di San Floriano da quelli di Savogna o del carso senza dimenticare gli italianissimi Bisiacchi e quei pochi sopravissuti di etnia tedesca. Non voglio fare torto a nessuno, Gorizia é sempre stata una città multietnica Cerchiamo le cose che ci uniscono e non quelle che potrebbero dividerci, nel pieno rispetto di tutti. Cominciamo pure a salvare il nostro tribunale ma non dimentichiamoci di cercare di fare ogni uno di noi del suo meglio a seconda delle propie possibilità per ridare a Gorizia la sua importanza come città mitteleuropea, anello di congiunzione di tanti popoli…..