In vista del dibattito pubblico organizzato da Forum cultura sulla scuola per il 27 settembre (“Cittadini di diritto”, una riflessione sulla condizione della scuola e dell’insegnamento a 45 anni da Lettera ad una professoressa dei ragazzi della scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani), ho ritenuto di proporvi alcuni passaggi di un interessante articolo, intitolato “A scuola di morale”, a firma di Maurizio Viroli, apparso sul Fatto Quotidiano di sabato 8 settembre – alla cui lettura integrale invito tutti – nel quale vengono riportate alcune delle idee di riforma della “scuola repubblicana” esposte dal ministro dell’Educazione francese Vincent Peillon nel corso di una recentissima intervista al Le Journal du Dimanche. Il ministro propone l’introduzione nelle scuole di corsi obbligatori di “MORALE LAICA”, intesa come capacità di “comprendere la differenza fra ciò che è giusto e ingiusto, distinguere il bene dal male, essere consapevoli di avere doveri oltre che diritti, prendere sul serio la virtù e soprattutto i valori”. L’insegnamento, nelle intenzioni del ministro, dovrebbe inculcare “nozioni di MORALE UNIVERSALE FONDATA SULLE IDEE DI UMANITA’ E RAGIONE”, perché “la Repubblica esprime un’esigenza di ragione e giustizia” e “a scuola si deve imparare a ragionare, criticare, dubitare”. In sostanza il ministro ritiene che, accanto alle riforme sociali, si debba avviare una “RIFORMA INTELLETTUALE E MORALE”, che “può nascere solo nella scuola in virtù del suo potere spirituale”. Dopo una divertente e ironica carrellata delle possibili – e, ahinoi, molto realisticamente prevedibili – reazioni che un’iniziativa del genere potrebbe suscitare nel nostro Paese, l’autore prosegue con l’esposizione delle idee del ministro francese circa il ruolo che dovrebbe avere la scuola: non solo offrire ai giovani “le nozioni necessarie per essere buoni cittadini”, ma anche “stimolare la riflessione sulle grandi questioni quali il senso dell’esistenza umana, il rapporto con noi stessi e con gli altri e le idee di vita felice o buona”. Il fine dovrebbe essere una “LAICITA’ INTERIORE, CHE SOSTENGA I VALORI DI SOLIDARIETA’, DEL SACRIFICIO, DELLA CONOSCENZA, CONTRO I VALORI DEL DENARO, DELLA CONCORRENZA E DELL’EGOISMO”. Sembra che anche in Francia tale progetto di riforma stia suscitando discussioni accese, sollevando diverse obiezioni e provocando giudizi contrastanti e aspre critiche sia a destra che a sinistra, che ne renderanno sicuramente difficile la realizzazione, anche se, come sottolinea Viroli, “l’ethos repubblicano ha in Francia solide radici”. La scelta del ministro di “lanciare addirittura un progetto educativo in nome della morale laica ” è, secondo l’autore – ed anche a mio parere – una “scelta coraggiosa”, nonostante l’uso di qualche termine ritenuto eccessivo come il verbo “inculcare”, dal momento che – sottolinea Viroli – “l’educazione laica deve avere la libertà come fine e come mezzo, dunque aborre l’indottrinamento ed esige il metodo del dialogo”. L’autore conclude affermando che l’intenzione e la sostanza del progetto sono apprezzabili, per la ragione che “UNA REPUBBLICA CHE RINUNCIA A FORMARE CITTADINI SI CONDANNA AL DECLINO CIVILE E POLITICO”, aggiungendo che “coscienza civile e coscienza laica hanno bisogno l’una dell’altra” , sono entrambe “minacciate da mentalità servile, idolatria insana per il mercato, fondamentalisti e bigotti” e “se si affievoliscono la Repubblica si corrompe, proprio come è avvenuto da noi”. Credo che l’articolo contenga interessanti spunti di riflessione che mi pare si leghino bene al tema del dibattito sulla scuola come luogo di formazione della persona nella sua globalità, tappa di un percorso educativo di acquisizione di valori, principi ideali e regole della convivenza sociale, fondamentali per diventare cittadini consapevoli, liberi e responsabili. Anna V.
La differenza tra Francia e Italia è la seguente. in Francia possono accapigliarsi sul senso e la finalità dell'istruzione, in Italia è impossibile perchè l'unica cosa che interessa in politica sono le alleanze e i fuori onda di Grillo. Inoltre il 40% della popolazione non sa cosa significi "inculcare", e teme che sia una parolaccia, così non dice se la scuola deve o no inculcare e si astiene da qualsiasi commento con un timido sorriso.
già la scuola secondo me a fatto più danni che altro. anzi la scuola gratuita e obbligatoria è nata proprio come strumento dei governi per controllare le masse facendo il lavaggio del cervello ai loro figli.
Ad esempio in inghilterra prima di andare a scuola i bambini nulla sapevano del imperialismo ed erano concentrati solo sulla miseria loro e delle loro famiglie.
A scuola subito gli fecero vedere le mappe dell'impero britannico, la sua grandezza e gloria e gli insegnarono che andava difeso a rischio della vita. E infatti sono andati a farsi massacrare nella prima guerra mondiale come se niente fosse.
Infine cosa è il bene e cosa è il male cosa è giusto e cosa è ingiusto, è una questione che nasce con la filosofia greca e non è stata affato risolta esattamente come non è stato risolto il significato della vita.
Quindi si fa ad insegnare dei concetti che l'umanità non ha ancora definito?