Nel corso della fiera delle Dolomiti sono stati presentati lo scorso sabato a Longarone alcuni “cammini” proposti in Veneto e in Friuli. Tra gli altri ha parlato anche il sindaco di Assisi Claudio Ricci, personaggio alquanto originale che ha però offerto due riflessioni molto interessanti. Parlando di turismo a partire dall’esperienza di una città d’arte come è appunto quella di san Francesco, ha affermato che l’obiettivo deve essere quello di superare il concetto di “accoglienza” e introdurre quello di “attesa”. Ciò dovrebbe valere – ndr – non soltanto per ciò che concerne il marketing turistico, ma anche il welfare territoriale: tutti coloro che arrivano in un nuovo ambiente di vita non dovrebbero essere soltanto accolti, ma anche sentirsi attesi. Il secondo concetto è la capacità di sorprendere: solo la meraviglia genera il ricordo. Quindi – di nuovo ndr – la questione non è soltanto “attrarre turisti” organizzando grandi eventi, bensì conoscere bene la realtà in cui si vive: solo meravigliandosi della bellezza o dell’interesse inattesi del proprio luogo, si diventa capaci di suscitare sorpresa e stupore. Per esempio, nessuno ricorderà un soggiorno a Gorizia per la salita in ascensore al castello, tutti racconteranno al ritorno la storia di un territorio che “sanguina storia”. Peccato che ormai la miope strategia del Comune ha affossato l’idea di utilizzare come piccoli musei del Novecento i dismessi nostrani “check point”!
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