Sconcertante l’articolo sulle future nomine alla Fondazione Cassa di Risparmio, Consorzio Universitario, Isig. Nell’articolo si dice che al Consorzio Universitario, per “evitare l’overdose di cariche” che ha già, Ziberna cederà il posto – forse – a Dario Obizzi “figlio di Franco, presidente uscente della Fondazione. In molti, in casa del centro destra, lo vedono come il candidato ideale: giovane, dinamico, interessato alle problematiche universitarie”. Nonchè ex papabile assessore. Ma poiché l’assessorato è andato ad altra persona, da “risarcire” dunque con un nuovo prestigioso incarico. Ma dico, ci rendiamo conto che viviamo in un’epoca in cui i giovani laureati titolati sono costretti all’emigrazione e noi a Gorizia ci sentiamo in dovere di risarcire qualcuno, solo perchè giovane, dinamico e figlio di Franco? Ma la destra non era uno schieramento liberale che voleva premiare il merito? E’ merito essere figlio di Franco piuttosto che di Paolo o Giuseppe? Evidentemente sì, visto che dinamismo e gioventù li possiamo trovare anche in altri ragazzi. Poi ci meravigliamo perchè perdiamo mille abitanti! Ma sono i figli di Paolo e Giuseppe che non hanno la tessera che se ne devono andare da qui! Incredibile poi il ragionamento sull’ISIG, utilissimo ente finchè il direttore ha stornato un po’ di soldi. Dopo lo scandalo, da chiudere. Delle due l’una: o era ente inutile anche prima o bisogna magari dargli un input, chiedere di fare più ricerca seria sui problemi della città, consegnarlo ad un professionista con idee e voglia di lavorare. O Franco ha avuto un solo figlio? adg
la città deperisce perchè è sempre tutto uguale di generazione in generazione. Sempre gli stessi di padre in figlio e quelli che non hanno padri e figli possono fare i clienti o i servi sciocchi di chi li può favorire. Quelli che per loro la trasparenza è tutto, quelli che vogliono la rottamazione, dove si sono nascosti?
Purtroppo i "Franco" hanno sempre troppi figli e hai voglia a sistemarli tutti, non basterebbero certo le istituzioni o gli enti di una povera, misera, decrepita città come la nostra, né quelle provinciali o regionali: ma non preoccuparti, troveranno qualcosa che fa al caso loro, s'inventeranno una nuova fondazione, una cassa di risparmio, un nuovo assessorato, un posticino nel CdA di qualche partecipata, che vuoi che sia! Chiunque abbia visto la puntata di Report di domenica scorsa sa di cosa sto parlando: siamo il Paese in cui tra i criteri di selezione e nomina ai vertici delle più importanti istituzioni pubbliche non figurano merito e reale competenza – la competenza conta poco o niente, testuali parole di un intervistato, se non ricordo male direttore di un istituto che seleziona profili manageriali e quadri per importanti aziende pubbliche nazionali ed internazionali – ma esclusivamente su quella l'appartenenza o la convenienza politica, il buon nome dei padri: avevano proprio ragione i ragazzi di don Milani che in "Lettera ad una professoressa" parlavano dei "Pierini" benedetti dal corredo genetico eccezionale dei loro genitori e, per ciò stesso, destinati ad un futuro luminoso e al successo senza troppo sforzo. Ma possibile che i "Pierini" superdotati nascano sempre nelle stesse famiglie per generazioni e generazioni e che per generazioni e generazioni ce li ritroviamo dappertutto, inseriti naturaliter in ogni posto che conta? Mai una piccola tara in quell'impeccabile corredino genetico, mai che ne nasca uno di intelligenza un tantino al di sotto della media, no, tutte ciambelle perfette, tutte col buco: mistero e potenza del DNA (no, non quello della direzione nazionale antimafia!!!), che evidentemente non è stato altrettanto generoso con i miei antenati, con me, con i miei figli e forse questa sfiga si protrarrà anche nelle generazioni a venire, se ne verranno. Noi siamo mediocri, ci manca il "quid", nel nostro DNA c'è una falla, non arriveremo mai da nessuna parte, siamo destinati ad una vita mediocre senza successo al servizio e alla mercé dei più dotati e capaci, rassegnamoci, se "Cicio no xe per barca" meglio affidarsi a quelli che ci sanno fare veramente e che di competenze ne hanno in tutti i settori dello scibile umano, beati loro! Eppure quei cognomi mi pareva di averli già sentiti…..Boh, forse sto solo invecchiando e perdo colpi AV
Sono venuta a sapere oggi – spero non sia vero – che le due caserme di Gorizia ancora in vita, chiuderanno definitivamente con una perdita per la città di circa 1000 residenti. Così ci accosteremo alla soglia non psicologica ma fisiologica dei 30.000 abitanti. Gorizia finalmente vincerà il primato di essere il capoluogo più piccolo d'Italia, con la classe politica più longeva e stabile che la governa. Quasi quasi è meglio non essere i Pierini di don Milani che vincono in città, perchè vivere in un gerontocomio ristretto che non sa spalancare le finestre per paura dei giri d'aria è peggio che vivere nell'odore di merda, come raccontava l'alunno strabocciato di don Lorenzo. (cito letteralmente)