Questo è proprio il colmo, ciò che viene riportato oggi dal quotidiano locale: l’assessore al welfare del Comune di Gorizia se la prende con la Caritas perché “si dovrebbe essere più attenti nella distribuzione degli aiuti”; non solo, ma in questo modo sostiene esplicitamente (“quell’uomo ha ragione”) un signore che, a dire dell’interessato, sarebbe stato penalizzato “mentre vengono aiutati tanti extracomunitari”. Se tale indimostrato (e assurdo) luogo comune può trovare spiegazione nell’esasperazione del soggetto, è assolutamente inaccettabile quando espresso da una amministratore pubblico: al contrario, l’assessore dovrebbe erigere un monumento alla Caritas e alle altre associazioni del privato sociale, per la miriade di castagne dal fuoco che in questi anni hanno tolto ai pur competenti uffici del welfare comunale. Invece di adoperarsi per sopperire alle sempre più gravi carenze finanziarie e organizzative del “pubblico”, si “danno lezioni” a chi svolge un preziosissimo ruolo di supplenza: in Slovenia la tv statale dedica ampi ed entusiastici servizi all’innovativo “emporio della solidarietà” goriziano, a Gorizia i suoi gestori vengono velatamente accusati di “fare preferenze”. Piena solidarietà alla Caritas, in attesa di tempi – si presume purtroppo lontani – in cui il “pubblico” potrà fare a meno del suo servizio. Andrea Bellavite
… son senza parole
Ma com'è possibile che ci sono i soldi per le strade nuove,rifare le piazze,ascensori,gallerie, e non trovano i soldi per aiutare le persone in difficoltà!?!
…dove è il guadagno nell'aiutare le persone in difficoltà?
Appunto, non c'è, non siamo mica nell'esemplare ed efficiente Lombardia dominata da CL e Compagnia delle Opere, dove anche le attività e le iniziative ispirate, almeno a parole, a principi di solidarietà possono creare e alimentare un enorme business!!! (sono davvero cattiva, lo so!)A proposito, non so se vi è capitato di vedere la puntata di Report di ieri, domenica 4 novembre, io ne ho visto solo un pezzo, ma è stato sufficiente a delineare un sistema che da molti anni sospettavo e che la successiva lettura di diversi saggi e inchieste ha contribuito a confermare. Per tornare all'episodio di cui sopra anch'io sono senza parole, o meglio, qualche parola ce l'avrei, ma non è pronunciabile. Tutto il mio sostegno ai volontari della Caritas ed a tutti quelli che, come loro, contribuiscono costantemente ad alleviare le sofferenze e le difficoltà di molti, ma quo usque tandem? Non si tratta più ormai di episodi isolati, la povertà è in costante aumento e colpisce anche categorie che un tempo se la cavavano bene, perciò, per affrontarla in modo efficace, ci vogliono politiche sociali serie, possibili solo a partire da un ripensamento dei principi e delle regole dell'intero sistema economico e da una sua riforma strutturale, un compito difficile di cui dovrebbero farsi carico la politica, le istituzioni, le pubbliche amministrazioni. La carità e la Caritas non bastano più. AV
In cinque anni di presenza in consiglio comunale ho visto letteralamente sparire la persona come unità di misura delle decisioni. In innumerevoli occasioni è stata ribadita la priorità dei bilanci, mai delle persone. Ricordo in particolare la volta in cui l'assessore vantava un aumento di stanziamenti (limitato invero) per il settore welfare ma non lo collegava all'aumento esponenziale delle richieste dei cittadini.Risultato meno soldi per tutti.
Ma la vera pagina nera è il sempre più scoperto tentativo di scaricare gli stranieri. Xenofobia?
Razzismo? O semplicemente sono persone che non possono votare e quindi mostrare la propria riconoscenza per quanto ricevuto (soldi di tutti, non del centrodestra!)? fate voi…
E che dire della faccia di bronzo nel rimproverare chi esprime solidarietà e aiuto?
Di questo passo l'assessore dirà agli uomini e alle donne della Caritas che non sono bravi cristiani…
bds