Evidentemente agli elettori piace lo spettacolo. Per vent’anni l’uso spregiudicato di una macchina mediatica in mano a un solo padrone ha consentito di portare al governo dell’Italia personaggi squallidi che hanno rovinato e coperto di ridicolo il Paese. Ora le neolingue del “rottamatore”, le “urlate” maschiliste e le – indubbiamente coraggiose – traversate a nuoto dello Stretto, sembrano spuntarla sulla misera deriva del centro destra e sulla cronica carenza comunicativa del centro sinistra. E a chi non piace la politica show sembra non restare che la via dell’astensione. Se qualcuno alza la mano e timidamente chiede “sì, ma quale immagine di società per il futuro?”, viene tacciato di nostalgico delle ideologie, astratto sostenitore di visioni del mondo lontane dai problemi della “cente”. In effetti, la sensazione è proprio quella di un navigare a vista, che si perpetua da lungo tempo: intanto vinciamo le elezioni, alleiamoci con chi garantisce più voti, poi si vedrà… poi ci si trova incastrati dai microinteressi, i governi vengono affondati dal “fuoco amico” e la politica dei rappresentanti deve abdicare a favore di quella dei “tecnici”. Nostalgia del passato? No, si tratta piuttosto della consapevolezza che i “giochi” che determinano l’andamento del mondo non sono determinati dal caso, ma dalle weltanschauung che hanno costruito l’attuale fase del capitalismo. Di conseguenza il “nuovo” di cui tutti parlano non potrà nascere semplicemente dalla demolizione del vecchio sistema, bensì soltanto dalla costruzione – anzitutto filosofica – di una nuova concezione, a livello globale e locale, della “democrazia” e più in generale della “società”. Nel frattempo? Ne frattempo occorre formarsi e formare cittadini in grado di formulare una propria idea di “polis” e di conseguenza scegliere i propri rappresentanti a tutti i livelli. Insomma, la strada che molti movimenti di base stanno già percorrendo, tra questi anche il Forum Cultura per Gorizia… Ah sì, e le “primarie”? Magari fossero quello che propone Dario Stasi, un alto confronto tra orientamenti che sostengono una simile visione della politica e della società: se così fosse, non ci sarebbero dubbi sulla loro opportunità e sulla partecipazione. Andrea Bellavite
A proposito di cultura. Da molti anni mi impegno in un giornale in cui credo e che per me è importante. Importante perchè è una finestra aperta sul mondo che posso vedere e studiare, sul territorio che mi circonda e in cui vivo. Desidererei molto che qualche ragazzo si avvicini al giornale con entusiasmo perchè potrebbe diventare importante anche per lui. Potrebbe persino pensare in futuro di guadagnarci qualcosa. Ma sono molto rari i ragazzi che si avvicinano, anche se cerco di avvicinarli, invogliarli. In tanti anni ne ho visti pochi, qualcuno proprio bravo. Poi, in genere, li perdo di vista. Questo per parlare dei giovani, che oggi sono un problema grosso. Tanto grosso che un po' tutti noi, specie gli insegnanti e i genitori, mi pare che tentiamo di non affrontarlo di petto. Così, come dicevo in precedenza, ho riflettuto su quanto ha scritto giorni fa Marco Lodoli (La fine dell'umanesimo su Repubblica, digitando queste parole su google potete leggerlo). Lodoli dice cose risapute ma si ferma a ragionarci sopra e parte dalla citazione di un'insegnante che gli dice:"Entro in classe, comincio a spiegare e subito mi accorgo che nessuno mi ascolta…". Poi continua il ragionamento:oggi i ragazzi a sentirci gli prende subito la tristezza, il passato (Dante, Michelangelo…) è un cimitero degli elefanti; la vita è adesso, qui e ora e ciò che è stato e stato e tutte le chiacchiere dei vecchi sono fumo nel vento.
Ecco, Andrea, formare i cittadini in grado di formulare una propria idea di polis, implica affrontare lo status del giovane di oggi, altrimenti non si va nè avanti nè indietro. E qui ci possiamo mettere le primarie, la rottamazione, la delega, eccetera.
Ultimamente mi tocca riflettere sulle rovine e sui massacri del Novecento (ma anche sui secoli che lo hanno preceduto, se è vero com'è vero che la storia è un racconto orrendo di guerre e massacri) e ho pensato che noi vecchi siamo figli di quei massacri, ne abbiamo respirato l'aria da quando eravamo piccoli (abbiamo convissuto con Einstein e con Hiroshima, con Leonardo e con i gulag. I giovani di oggi vivono in un'Europa rappacificata (abbastanza) e sono molto divesi da noi, vivono in un altro modo (se l'uomo è ciò che mangia, mangiano anche diversamente da noi). Siamo a un cambiamento epocale? Per non farla troppo lunga, mi viene in mente la famosa battuta di Orson Welles nel film il Terzo uomo:"In Italia, sotto i Borgia, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia e che cosa hanno prodotto? L'orologio a cucù". Dario Stasi
So bene che questo commento non è compiuto o può risultare astruso. Si vede che non interessa. Comunque io avevo in mente un possibile dialogo. Dario Stasi
Il problema è che non si capisce di cosa si parla. Delle primarie, della cultura o dei giovani? La dura legge dei blog è che gli argomenti devono essere limitati, altrimenti uno non sa che dire. Quello che dici Dario non è astruso, è semplicemente che per risponderti ci vogliono ore. Parliamo di primarie? Tu ci vai? Perchè? E per chi voti?
Siccome all'orizzonte non c'è alcuna rivoluzione (se non all'incontrario) andrò a votare alle primarie perchè hanno già dimostrato di essere un passo sulla strada del cambiamento della politica, della partecipazione e di una democrazia accettabile. Poi queste primarie mi danno la possibilità di scegliere fra una gamma significativa di personaggi, ognuno dei quali ha caratteristiche proprie ben definite. Non voterò per Tabacci, che è peraltro una persona seria. Non voterò per Renzi, perchè non condivido le sue posizioni e mi è antipatico ma non posso negare che ha capacità, coraggio e ha già ottenuto alcuni risultati importanti (dimissioni di Veltroni, D' Alema, ecc.). Vendola è uno dei pochissimi politici credibili e degni di ricoprire qualsiasi carica;ora ha bisogno di portare in parlamento un congruo numero di esponenti del suo partito per dare spessore alle sue proposte; non voterò neanche lui ma lo sostengo per ogni evenienza. Per Laura Puppato ho firmato per farla partecipare alle primarie; voterei per lei, forse voterò per lei, anche se mi pare un po' deboluccia (ma vediamo nei prossimi giorni). Resta Bersani, che non è il massimo ma alla fine dà più certezze: ora come ora voto per lui.
Infine, riguardo a una partecipazione più significativa e consapevole, alle deleghe, ecc., penso che i soviet, i vari consigli o i "decreti delegati" nascano quasi spontaneamente quando c'è un certo clima politico e più entusiasmo verso il futuro, non quando, come oggi, la gente deve andare sulle ciminiere per difendere il posto di lavoro. D.S.
A proposito di soviet, oggi è il 95° anniversario della rivoluzione sovietica. Ma xe più Lenin o Obama?
Che domande!? Xe più Lenin, il quale però, per rispondere a D.S. ha interpretato anche delle lotte in modo originale, è tornato in Russia dall'esilio e certo la sua rivoluzione è stata non un semplice accompagnamento, ma una costruzione vera e propria di quell'accadimento. Insomma anche un atto di volontà soggettiva, come d'altra parte le altre rivoluzioni, come quella di castro e mao. Nella corrotta Cuba, culla dell'imperialismo e piena di mafiosi e di casini, chi avrebbe potuto immaginare un simile stravolgimento. Insomma è vero che noi abbiamo le ciminiere su cui arrampicarci disperati, ma non abbiamo neanche chi sappia interpretare bene la disperazione. Non basta per me la spontaneità, occorre il ragionamento e l'organizzazione, ma forse penso così perchè, come dici tu, conosco solo gli orrori novecenteschi e quelli ancora più insopportabili del XXI secolo. Mi autorottamerò da sola. adg
Anch'io andrò a votare alle primarie. Non penso che le primarie siano in grado di risolvere i grandi problemi del Paese, ma le considero un'occasione di partecipazione di cui approfittare. Considero anch'io i partecipanti tutte persone degne, in particolare mi colpisce il viso aperto e affidabile della Puppato, che volentieri voterei in quanto donna, ma mi sembra che non abbia la possibilità di farcela. Non voterò Bersani, che capisco possa dare certezze. Non lo voterò, proprio perchè rappresenta la continuità con il passato, con un certo passato in reazione al quale mi sembra sia nato il PD.E anche la fossilizzazione di rapporti con una serie di personaggi che non hanno nulla di nuovo da dire. Non lo voterò, perchè con la sua apparente bonomia ha condiviso o è stato connivente con politiche che hanno dato scarsa attenzione ai giovani e hanno favorito politiche di conservazione. Tra l'altro ha avuto il merito di cominciare le liberalizzazioni, ma poi si è fermato davanti ai tassisti e davanti ad altre categorie, lasciando il lavoro a metà. Renzi con la sua arietta da bulletto e da primo dellla classe non mi è simpatico. Ma lo voterò, perchè ho letto il suo programma, prima che venisse tolto dal suo sito, e non l'ho trovato fumoso, al contrario piuttosto concreto, almeno per i temi che conosco di più e rispetto ai quali sono in grado di esprimere un'opinione. Quanto dice mi sembra una ventata d'aria fresca che tanto manca a chi guida oggi il PD. Ha già ottenuto che il limite dei tre mandati( previsti dallo statuto) venga forse preso sul serio : senza di lui avremmo visto certamente un'enormità di deroghe! Condivido quello che dice in materia di lavoro e mi piace che parli di trasparenza totale, che ha già applicato al Comune di Firenze. Basta guardare il sito. Rosamaria Forzi
Voglio aggiungere una cosa. La scorsa settimana ero a Roma, che ho visto tappezzata di manifesti a favore di Bersani. Uno in particolare mi ha colpito : c'erano a caratteri cubitali i nomi di tre persone che sostengono Bersani. Giorgio Benvenuto,a proposito del quale ho perso il conto dei "posti" occupati. Sergio Cofferati, che non potendo presentarsi come sindaco di Bologna al secondo mandato, perchè non sarebbe stato eletto, è stato "premiato" con un posto al Parlamento europeo. Giorgio Marini, che avrebbe detto di Renzi : ma che cosa vuole? aspetti il suo turno. Non so voi, ma di certe logiche che sembrano immutabili, io non ne posso più. Rosamaria Forzi