Per un cavillo burocratico il “welfare padano” targato Friuli Venezia Giulia è legge. “Non è una legge discriminatoria” – affermano esultanti i leghisti – “è solo la valorizzazione di chi vive da anni sul nostro territorio”. Cosa significhi allora la parola “discriminatorio” è bene che qualcuno lo spieghi. Il criterio del numero di “anni di residenza” non è un “discrimine”? Non è un discrimine riconoscere il diritto di accedere ai bandi per la casa, all’assistenza sociale e alle tutele della persona solo a chi ha avuto il privilegio di nascere, vivere e crescere in regione? E ben sapendo chi sono gli “esclusi”, cioè i poveri che vengono a cercare lavoro dal Sud (del mondo e dell’Italia), come non definire “discriminitoria” una norma ritenuta tale dagli organi competenti europei, dal governo Berlusconi e perfino – su precisa domanda in Consiglio Comunale – dal sindaco di Gorizia Romoli? Non è forse opportuno che la candidata Serracchiani chieda all’assessore e ai consiglieri regionali targati udc, un’esplicita dissociazione da ciò che peraltro hanno in passato tranquillamente votato, prima di intessere le trattative per eventuali accordi pre-elettorali? ab
Nessuno dubbio: se il centro sinistra non fa dell'inclusione la sua battaglia politica, soprattutto quando si parla di persone che qui lavorano, pagano le tasse e a cui è sistematicamente impedito, ad esempio, di poter pregare in una loro moschea comprata con i loro soldi, allora abbiamo idee diverse di cosa è centro sinistra. L'adeguamento all'Europa qui lo si vuole solo quando si fanno i tagli, per concedere diritti abbiamo il braccino corto.adg
al comatoso cventrosinistra
DITE QUALCOSA DI SINISTRA
DITE QUALCOSA
QUALCOSA
……….