Non è certo la prima volta che la Chiesa ufficiale indica un percorso politico ai fedeli che vivono in Italia. Un po’ stupisce, nell’esplicito sostegno a Mario Monti, l’accostamento tra prospettive vaticane e massoniche, tenuto conto che gli appartenenti alle Logge cadono tuttora sotto la pena di scomunica (mai rimossa, come quella comminata ad attivisti di partiti che si richiamano al comunismo). Del resto tali accostamenti non sono nuovi neppure nel panorama nazionale dove la Democrazia Cristiana – peraltro a suo tempo senza una “discesa (o salita, come meglio aggrada) in campo” diretta da parte delle alte gerarchie – aveva retto il timone governativo almeno per quarant’anni anche grazie a relazioni non sempre cristiane e soprattutto non sempre democratiche.
Quello che sorprende maggiormente è invece un interventismo costante, un vero e proprio pressing finalizzato forse a far dimenticare i troppi problemi aperti all’interno delle “sacre” mura. Le vicende relative al “corvo” e conseguenti rivelazioni mediatiche di lotte intestine tra Santa Sede e Conferenza Episcopale Italiana, le inspiegabili reticenze sul caso Orlandi, le vicende relative a Formigoni e alla situazione della Lombardia strettamente intrecciate al destino di Comunione e Liberazione, al quale movimento sono legate alcune tra le maggiormente vicine collaboratrici del Papa… Tutto questo forse ha consigliato l’offensiva mediatica (compreso l’attacco alle unioni omosessuali contenuto nel tradizionalmente molto accogliente messaggio per la pace) che se da una parte ha contribuito a svuotare le chiese da un’ulteriore parte di cattolici disorientati, dall’altra ha incrementato la convinzione degli iperfedeli ratzingeriani. Niente di meglio che sentirsi perseguitati per rinsaldare le fila e portare acqua al mulino dell’aristotelismo tomista e dell’obbedienza che da lungo tempo non è una virtu’. Come in altri momenti della sua storia la Chiesa magisteriale trova una stampella nei suoi tradizionali nemici e cerca di sedare gli ardori interni di un cattolicesimo adulto postConciliare appoggiando un sistema di potere che non richiede necessariamente la conversione dell’Imperatore, ma soltanto la proclamazione della liberta’ di professare la (propria) fede e – possibilmente – qualche concreta garanzia di sopravvivenza. In questo modo in realta’ la Chiesa rischia grosso, troppo ripiegata sulla paura di scomparire e troppo poco impegnata nell’annunciare nudamente il Vangelo di Gesu’; volendo salvarsi da sola, “cade” sotto il monito del suo stesso Fondatore (ammesso che cosi’ lo si possa definire): chi vorra’ salvare la propria vita la perdera’ e chi la perdera’ per la causa del Vangelo la salvera’”
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