E così è arrivato il tanto atteso 21.12.2012. No, mica se ne parlerà anche qua? Perché no, se non altro per offrire qualche estemporanea considerazione.
In ogni caso, almeno in apparenza se non in quella che convenzionalmente si definisce “realtà”, ogni giornata è l'”ultima”, anzi ogni istante è l'”ultimo”. L’ultimo in cui poter investire tutta la forza della vita che non può essere sperimentata in altro modo che proprio “qui” e proprio” adesso”. E se è vero che per molti (circa 100 milioni di persone) oggi sarà presumibilmente la fine del mondo semplicemente perché moriranno, per tutti gli altri ogni istante sarà l’unico a disposizione per determinare la qualità dell’esserci: ogni minima scelta quotidiana orienterà l’andamento generale del Pianeta, verso la pace o verso la guerra, verso l’amore o verso l’odio, verso la gioia o verso il dolore… oppure asseconderà un disegno preesistente che la ragione umana può solo intuire e di fronte al quale può soltanto chinare umilmente il capo o ribellarsi impotente come Prometeo incatenato sulla rupe Scizia… oppure ancora darà forma all’unica inarrestabile forza che conduce il Tutto a rimescolare universi che ininterrottamente divengono nel fluire incessante o nell’immota stabilità di infiniti ed eterni misteriosi intrecci.
Chi lo può sapere? Comunque sia, in questo “permanente fluire” c’è un qualcosa che “non scorre” (la “verità” nell’etimologia greca di “a-letheia”): l’esistenza di ogni essere vivente, minuscolo granellino in un ingranaggio immenso, l’esistenza di ogni unico e irripetibile essere umano. Parafrasando Pascal, nient’altro che il più fragile degli elettroni, ma un elettrone pensante… e anche sofferente nel cuore degli spazi illimitati.
Oggi alle 11.11 c’è il solstizio, da quell’istante i raggi del sole illumineranno e scalderanno sempre più la Terra, le giornate si allungheranno a scapito delle tenebre notturne, l’inverno preparerà una nuova primavera, miracolo di un meteorite che nella notte dei tempi ha provocato lo spostamento dell’asse attorno al quale tutti ruotiamo. Forse l’era dei Pesci sarà “nuova” grazie a una “nuova” consapevolezza, forse quella dell’Acquario sprofonderà nell’oblio con le sue inusitate violenze, forse tutta questa storia dei Maya è stata inventata per movimentare le coscienze, forse…
Ma cos’è questo sibilo, oddio si sta trasformando in frastuono? Perché è saltata improvvisamente la luce? Cosa sono questi scricchiolii sinistri? Cosa stanno gridando le persone sulla strada? Ah, meno male, era soltanto il treno sulle rotaie a venti metri dalla mia casa; che forza però, la psicosi collettiva che ci coinv
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