Davvero interessante la chiacchierata dell’altra sera a Cormonslibri, con Gad Lerner. Sorprendendo chi si aspettava una centratura politica sugli avvenimenti italici degli ultimi giorni, il conduttore dell’Infedele ha accettato l’invito a parlare di sé. E ha guidato i trecento e più partecipanti in un viaggio inquietante e affascinante nel suo passato: dalla Polonia devastata dall’orrore nazista alla Palestina postbellica; dalla Beirut dove è nato nel 1954 alla Milano di tre anni dopo; dal viaggio, adolescente, a Gerusalemme nel 1967 all’indomani della guerra dei sei giorni al “ritorno” in Libano da giornalista quaranta anni dopo… Una tra le mille suggestioni di un dialogo avvincente: “Io non sono il portavoce delle vittime degli orrori nazisti, se lo fossi non potrei che riversare fiumi d’odio contro tutto e contro tutti”, ha affermato riferendosi ad una possibile pace in Medio Oriente solo nel caso di un nuovo modo di leggere e fare i conti con la storia. In altre parole, occorre uno sguardo accorato e responsabile su un presente che impone il superamento dei pregiudizi e il riconoscimento dell’essenziale “identità meticcia” che caratterizza ciascuno dei membri della comunità umana: solo così la memoria del passato potrebbe trasformarsi in speranza e non rendere impossibile qualsiasi processo di pace.
Infine, un plauso da ribadire: Cormonslibri, iniziativa dicembrina che costa al “pubblico” cento volte meno (sic, realtà, non iperbole!) di altre ben più “gettonate” manifestazioni regionale, porta sul territorio il meglio della cultura italiana del momento. E la gente risponde, eccome…
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