…e non è un caso di omonimia. L’odierna intervista pubblicata sul quotidiano locale è davvero sorprendente. Il consigliere regionale Valenti, fresco di votazione della soppressione dell’azienda sanitaria isontina dallo stesso “difesa” con voto opposto un mese fa in consiglio comunale, si arrampica sugli specchi con una maestria degna di migliori cause. Naturalmente non spiega il suo voltafaccia, non dice ai cittadini goriziani come mai in un paio di mesi ha cambiato idea: l’unico consigliere regionale di Gorizia considera un vantaggio, o almeno il “male minore”, che l’unica azienda soppressa – con sede in capoluogo di provincia – sia proprio quella di Gorizia. Afferma poi che “non cambierà nulla” per ciò che concerne la sussistenza dell’ospedale di San Giovanni di Dio e San Polo, presentandosi come il “defensor sanitatis”: grazie a lui, sembra capire, non si è arrivati all’azienda regionale unica, la quale – questa sì – avrebbe comportato un impoverimento dei nosocomi isontini. Perché poi, una volta soppressa l’ass2, gli ospedali troverebbero miglior sorte con tre aziende invece che con una non è dato di comprendere. L’impressione complessiva è la stessa suscitata dalla “riforma”: che chi l’ha “pensata” e ideata non abbia assolutamente chiaro dove voglia arrivare e che l’unico criterio sia lo stesso già sperimentato nell’ambito della cultura, ovvero un risparmio frutto di tagli avulsi da qualsivoglia progetto di miglioramento del “bene pubblico”. Ed è per questo che la “riforma Tondo” non propone un nuovo assetto generale della sanità nel Friuli Venezia Giulia attraverso l’eliminazione di evidenti doppioni e di giganteschi sprechi, bensì soltanto un “taglio” dell’anello debole della catena, quello che ha meno forza d’incidenza politica e il cui bacino di voti può essere messo a repentaglio senza troppi danni in vista del risultato finale.
Tanto il suo lo ha già: 600 preferenze in consiglio comunale, dategli dalla "società civile" cui spesso facciamo riferimento, incarichi in regione e prestigio personale. In quanto ai palloncini azzurri, solo i fessi hanno creduto a quelli che sono solo ballon d'essai. dg