La fotografia è la stessa, i protagonisti – trenta anni dopo – diversi.
A Rebibbia papa Wojtyla incontrò e perdonò colui che gli aveva sparato, nelle prigioni vaticane papa Ratzinger incontra e concede la grazia a colui che gli aveva sottratto qualche documento segreto.
Osservando la fotografia – trasmessa ai media mondiali con l’evidente intento di accomunare i due pontefici – si percepisce un grado di emozione talmente diversa da suscitare la domanda sul perché di tale “format” pubblicazione. E’ chiaro anche al più sprovveduto degli osservatori che c’è una bella differenza tra perdonare chi ti ha spedito alle soglie dell’altro mondo e chi ti ha rubato un paio di carte offrendo in pasto ai giornalisti la triste (e subito silenziata) verità di peraltro ben note beghe parapolitiche tra il Vaticano e la Conferenza Episcopale Italiana.
Difficilmente si può pensare a un’ingenuità di uno degli Uffici Stampa più potenti del mondo.
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