Forse la domanda può apparire antipatica, ma – alla luce degli ultimi eventi – che ci sta a fare la Brigata Pozzuolo a Gorizia? Se si è ben capito il Ministero della Difesa, nell’ambito della generale “spending review”, ritiene che non sia più necessaria tale presenza a Gorizia. Alla decisione di Di Paola insorgono i sindaci affermando – restando a quello che si legge sui giornali – “scendiamo in piazza contro l’impoverimento del territorio”, “i responsabili dell’Esercito non tengono conto del futuro”, addirittura “non si rispetta la memoria dei caduti nella prima guerra mondiale” e così via. A questo punto, esclusa dai militari la necessità di tale presenza per ragioni di difesa, la Pozzuolo dovrebbe restare a Gorizia “soltanto” per non impoverire ulteriormente la città di potenzialità umane e risorse economiche. Insomma, un carcere tra i più fatiscenti d’Italia deve continuare a “ospitare” detenuti in condizioni pazzesche perché “se no ci tolgono il tribunale” (parole di Romoli); il Punto Nascita deve operare in condizioni riconosciute “non idonee” da persone competenti e dalle normative perché “se no ci tolgono la sanità”; la Brigata deve rimanere – “inutilmente”, affermano i vertici militari – a Gorizia perché “se no ci tolgono l’esercito”… E regolarmente – insegna il recente passato – la difesa delle istituzioni “se no le perdiamo” porta a un progressivo e inarrestabile degrado al quale si oppongono volta per volta brevi periodi di rassegnato mugugno. Certo, se non si passa dal “se no gli altri ce lo portano via” al “che cosa realizziamo di nuovo che possa essere utile a tutti” sarà molto difficile fermare la pallina che sta velocemente precipitando su un sempre più ripido piano inclinato. Occorre anche ricordare che il ruolo strategico militare di Gorizia non è cambiato all’improvviso, l’ovvia “spoliazione” è iniziata ben prima della “caduta” dei muri ed è diventata inevitabile grazie al realizzarsi dei nuovi favorevoli scenari geopolitici europei. Possibile che in questi ultimi decenni coloro che oggi “attaccano” l’Esercito in fuga da Gorizia non abbiano pensato a una prospettiva di sviluppo più adeguata rispetto al “si salvi chi può”? Perché non pensare, piuttosto che a difendere l’indifendibile, a come sostituire degnamente la presenza militare, ad esempio proponendo l’istituzione in città dei corsi di formazione dei “corpi civili di pace”, ritenuti dal grande Alex Langer “sola risposta possibile ai mali del nostro tempo: nazionalismo, xenofobia, individualismo, corsa agli armamenti”?
Andrea Bellavite
Questo è proprio l'esempio dell'incapacità di governare. Caduti i confini e da un po' finita la guerra fredda, Gorizia deve basare la sua esistenza ancora sulle caserme, sulle carceri, ecc. Non si sapeva prima che il ruolo giocato da Gorizia ai tempi della cortina di ferro è finito nel 1989? Romoli parla di riconoscimento del ruolo della città quando c'era Tito, ma son passati begli annetti! Il fatto è che non avendo alcuna idea, dicesi alcuna, su come evitare il tracollo, si aggrappa a qualsiasi cosa. Svendono i valichi, chiudono i musei, però vogliono salvaguardare il ruolo di Gorizia sentinella dell'italianità, unica città ch tributa onori alla Decima Mas. Signori miei, quel tempo è scaduto, solo voi continuate a celelbrarlo. Per l'opposizione però non è tempo di inseguire l'agenda di Romoli, ma di elaborare un nuovo progetto di contenimento del danno delle amministrazioni democristiane e pidielline che si sono succedute per 65 anni portandoci a questo punto. Inseguire Romoli sul suo terreno significa legarsi al cadavere, come nelle migliori torture cinesi.Ripeto ai consiglieri d'opposizione: stati generali per una nuova Gorizia, da pensare subito! adg
scusatemi per gli errori, ma il computer è a schifio.
Tutto tristemente vero: purtroppo la nostra città sembra essere rimasta IMBALSAMATA nel suo vecchio e superato ruolo, così come coloro che la governano, MUMMIE, piccoli animali impagliati, esemplari fossili di una specie ormai estinta – farebbero bella mostra di sé nella luminosa teca di un museo, magari proprio quello di Santa Chiara, è un'idea no?!? – soldatini di piombo che si muovono sul plastico vecchio e impolverato di un Risiko d'altri tempi. Credo che all'attuale classe dirigente, sia a livello nazionale che locale, manchino del tutto la capacità ed il coraggio di un pensiero alto, di lungo respiro, di immaginare, progettare e realizzare percorsi e modelli altamente innovativi e realmente alternativi rispetto a quelli esistenti, sul piano delle scelte di carattere economico-sociale come su quello delle relazioni internazionali e della soluzione dei conflitti. La lettura del libro di Gallino – "La lotta di classe dopo la lotta di classe", su cui si è tenuto un interessantissimo incontro con successivo dibattito qualche giorno fa alla libreria Ubik – e di altri testi di analogo argomento, ha consolidato in me la convinzione che siamo ad una svolta: è finito un ciclo, quello dominato da un'economia di impostazione capitalistica con le sue eclatanti degenerazioni e rovinose ripercussioni sulla vita di milioni di persone, sulla politica e sulla gestione della cosa pubblica ovunque nel mondo, con i suoi dolorosi strascichi di crescente e diffuso impoverimento, aumento delle differenze di opportunità tra le classi sociali e tra le popolazioni delle diverse aree geopolitiche, progressiva riduzione dei diritti (salute, lavoro, pace, istruzione, partecipazione, rappresentanza), devastazione dell'ambiente, imbarbarimento della dialettica politica e riduzione dei tradizionali strumenti di partecipazione democratica a meri simulacri e… la lista è troppo lunga. Dunque, finito un ciclo, che quello nuovo abbia inizio! Da qualche parte si deve pur partire, ma con proposte ed iniziative davvero dirompenti, anche nello specifico della nostra realtà territoriale, e la proposta di Andrea relativa ai corpi civili di pace – nella cornice più ampia del progetto culturale del Forum di cui si è recentemente parlato – mi sembra sufficientemente dirompente, ha in sé il coraggio di un cambiamento radicale di prospettiva che ci vuole in questo momento. Allons enfants!!! P.S.: chi glielo dice a Romoli e a "quelli che senza la Pozzuolo la città muore" che la guerra fredda è finita? Particolare cautela si consiglia nel dare la notizia della caduta del muro di Berlino, del crollo dell'URSS e della dissoluzione dell'ex blocco comunista: si sa, le mummie sono delicate, basta un niente e ti si disintegrano sotto gli occhi. Anna V.