Gabriele Donato e Tommaso Montanari
Una parte del pubblico presente venerdì alla “Ubik”
Tommaso Montanari e Gabriele Donato, storici competenti e brillanti conferenzieri, hanno introdotto lo scorso venerdì alla Ubik un’ampia e molto partecipata discussione intorno al libro di Luciano Gallino La lotta di classe dopo la lotta di classe.
Con destrezza e capacità di sintesi i due si sono inoltrati tra i numerosi scogli proposti da un testo dedicato al mondo dei lavoratori e ai facili slogan della “crisi” in atto: da una parte è evidente il rovesciamento della posizioni “tradizionali”, cosicché la “lotta di classe” è agita dalle élite dominanti contro una base della quale si cerca di cancellare la coscienza di “essere classe”; dall’altra il senso di impotenza che permea la cultura attuale sembra suscitare una visione piuttosto inquietante su ciò che ci attende nel prossimo futuro, fin troppo immediati sono i riferimenti alla situazione dell’Europa prima della catastrofe della Seconda guerra mondiale. Le classi esistono eccome, ma non sono in grado di costruire o individuare significative rappresentanze nell’ambito della democrazia rappresentativa e ciò non consente ad esse di influire attivamente sui processi evolutivi della società.
Evitato ogni riferimento all’invasione mediatica del triste teatrino che riempie le onde radiotelevisive, il dibattito si è incentrato sull’analisi delle “ragioni” delle difficoltà attuali e sull’urgenza politica di individuare soluzioni alternative a quelle che stanno mettendo in ginocchio la maggior parte degli Stati, compreso quelli finora apparentemente stabili come la vicina Slovenia.
Tre osservazioni “tecniche”:
a) ottima la collaborazione fra Forum per Gorizia e Libreria Ubik di Corso Verdi: condivisione di spazi, di desiderio di dibattito, di concertazione culturale.
b) continua con risultati molto positivi il nuovo percorso del Forum per Gorizia: alla ricerca di un nuovo fondamento culturale dell’agire politico e della costruzione di una nuova aggregazione di base in grado di interloquire con le forze “che ci stanno”: anche con l’obiettivo di assumere consapevolmente importanti responsabilità amministrative.
c) interessante e riuscito l’esperimento di “incontrare un libro” piuttosto che “incontrare l’autore”. Grazie ai due introduttori il dibattito è stato sciolto da ogni imbarazzo o soggezione e ha consentito a tutti di uscire con le idee più chiare, anche se con qualche elemento di inquietudine in più.
Aggiungo l'elemento d)dare spazio e risalto a giovani intellettuali ( non chierici) locali che si sforzano di pensare in modo autonomo.
Cosa significa "non chierici"?
Significa, secondo la definizione di Benda, non asserviti al pensiero unico