Ecco un’interessante riflessione su ciò che sta accadendo in Slovenia: l’articolo è stato originariamente pubblicato sull’ottimo sito Osservatorio Balcani e Caucaso con la firma di Franco Juri
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Slovenia/Perche-la-Slovenia-e-in-piazza-129042
Dove è finita la sua proverbiale tranquillità mitteleuropea? Da settimane la Slovenia scende in piazza e il prossimo 23 gennaio è in programma lo sciopero del settore pubblico.
Il commento è davvero interessante, finalmente la situazione appare chiara e chiaro è anche il fatto che con la Slovenia forse si può parlare dei comuni problemi politici e non solo di quelli economici. Va bene il territorio comune e le problematiche legate alla cooperazione, ma questo articolo ci fa riflettere anche sui modi e sui principi politici che tale apertura deve avere per contrastare politiche europee comuni di impoverimento pubblico.adg
Ho trovato molto interessante e stimolante la riflessione di Jury sulla situazione slovena e sul sentiero imboccato per superare la difficile situazione economica. Questa esperienza, come peraltro quella italiana, spagnola, ecc, sembra confermare che si è in presenza di una convergenza delle soluzioni adottate per uscire dalla crisi. Ciò significa che le varie differenze nazionali che ancora oggi caratterizzano le molteplici varietà di capitalismo esistenti (differenti per peso dello Stato in economia, per dimensione del welfare, per istituzioni politiche e del lavoro) tendenzialmente dovrebbero scomparire ed i sistemi economici convergere verso un modello più o meno condiviso di funzionamento. E’ la globalizzazione che porta all’uniformità. Se il modello verso cui le economie convergono sarà più o meno condiviso, più o meno cooperativo e non coercitivo, più o meno equo, è il problema politico per eccellenza che solo una forza di sinistra europea può affrontare e condizionare positivamente.
A mio parere un unico punto richiederebbe un ulteriore approfondimento nell’analisi di Jury ed è relativo alla esperienza dell’America Latina . E’ vero che alla fine del secolo scorso quei paesi,per uscire da un pesante indebitamento con l’estero , adottarono (spinti dal FMI) un durissimo processo di aggiustamento che all’inizio del 2000 portò tra l’altro al default dell’Argentina (tante sofferenze potevano essere evitate). Tuttavia è anche vero che a distanza di 10/12 anni l’elevato tasso di sviluppo dei BRIC non cessa di stupire.
Per concludere infine ho trovato un po’ superficiale l’anonimo commento di cui sopra che trascurando i dati economici invoca una privilegiata via politica di uscita dalla crisi ( principi e modi comuni tra Italia e Slovenia per contrastare le demonizzate politiche europee). Mi ha fatto venire in mente quanto diceva un amico di nome “”Palmiro” con riferimento ad una mosca nocchiera che postasi nella criniera di un cavallo di razza pretendeva di guidarlo nella direzione da essa stessa scelta.