Continua la querelle relativa al Punto Nascita di Gorizia. Interessante, al di là delle opinioni di ciascuno e premesso il convinto accordo con la ventilata iniziativa della collaborazione con l’ospedale di Sempeter pri Gorici, la sovrapposizione e la confusione dei linguaggi.
Ieri sulle colonne del quotidiano locale un nutrito gruppo di medici ha affermato che, in una struttura che prevede meno di 500 parti al giorno, non può essere garantito il livello di sicurezza assicurato da realtà più grandi. Oggi ci si sarebbe attesi una perizia da parte di esperti che affermano il contrario, a partire da motivazioni plausibili come quelle proposte dai primi. Risponde invece il sindaco Romoli – non si capisce sulla base di quale competenza tecnica – ironizzando sulla maggior sicurezza delle strutture che garantiscono 501 parti piuttosto che 499.
Ecco la confusione tra scienza e politica. Una questione è quella relativa all’esercizio di una delicata attività: chi ha ragione e sulla base di quali perizie? Almeno la maggioranza dei membri della “comunità scientifica” ritiene che il “numero” dei pazienti abbia o no a che fare con la loro sicurezza? Altra questione è quella politica: se le cose stanno come dice la maggior parte dei medici, in che modo affrontare la situazione?
Insomma, qui o i medici non parlano da “scienziati” bensì da politici o i politici parlano da “scienziati” e non da responsabili amministratori: quale delle due?
Poi Romoli continua rilanciando il famoso (e assai lodevole) progetto del Punto Nascita transfrontaliero e anche qui fa il furbo, questa volta assai ben rintuzzato dal bravo Bianchini: se vuole essere chiaro, il sindaco deve dire che la collaborazione è un passo indispensabile, ma anche spiegare che chi nasce in Slovenia nasce in Slovenia. Il Gect non centra nulla, non è un organismo politico sovranazionale, bensì uno strumento tecnico per chiedere e gestire progetti attraverso finanziamenti europei.
Per evitare l’imbarazzo di smentire se stesso, al povero “primo cittadino” goriziano non resta che sostenere l’unico progetto possibile, sottacendone però l’aspetto “ostico” relativo al “luogo” di nascita e dando ad intendere che sia possibile scrivere sulla carta d’identità che è nato in Italia chi è invece nato in un’altra Nazione. ab
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