Un viaggio serale in auto, radio sintonizzata sui programmi nazionali. Si parla quasi esclusivamente di elezioni, liste, strategie: Bersani che strizza l’occhio a Monti, Monti che rifiuta le avances e attacca Berlusconi, Berlusconi che insulta tutti, Grillo che se la prende anche con se stesso… Manca uno all’appello: Ingroia con la sua Rivoluzione Civile, della quale quasi nessuno sembra essersi accorto.
Anche perché il “movimento” è molto lontano da quello preconizzato alle idi di novembre, quando era nato “Cambiare si può” con l’esplicito intento di trasformare dalla radice il metodo e il merito dell’iniziativa politica. Il risultato, dopo lunghe e difficili trattative, è: una specie di Sinistra Arcobaleno spostata verso il dipietrismo, un simbolo di profumo berlusconiano con il cognome Ingroia a schiacciare il popolo che lo sostiene (va dato atto a Bersani di non aver voluto il suo nome sul contrassegno elettorale), la pratica sparizione di “Cambiare si può” dai pochissimi riferimenti mediatici.
E’ vero, il programma ingroiano è l’unica alternativa al montismo centrista e di centro sinistra, al drammaticamente risorgente berlusconismo, al decadente grillismo e all’astensionismo. Ma con la copertura mediatica che ci si ritrova e le “baruffe” che si stanno riscontrando in tutta Italia in vista della composizione delle liste, è difficile prevedere un viaggio lungo ed entusiasmante.
E allora, quali prospettive? Immaginare che forse l’Italia non “si farà” anzitutto nelle aule parlamentari e dei consigli regionali, ma in un ampio movimento di ricostruzione culturale in grado di riattivare le miriadi di persone che non si sentono rappresentate da nessuno. Insomma, un po’ quello che nel suo piccolo sta cercando di portare avanti il Forum per Gorizia.
Andrea Bellavite
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