Una notizia straordinaria che ha fatto in un istante il giro del mondo. Papa Ratzinger annuncia le dimissioni dal Pontificato, interrompendo con un grande coraggio una tradizione sospesa soltanto in occasione del “gran rifiuto” di Celestino V.
Le ragioni di un passo così inatteso e clamoroso sono – a detta dello stesso Benedetto XV – le forze e l’età avanzata non più adatte a esercitare il ministero. Evidentemente anche la consapevolezza di un momento decisivo per la storia della Chiesa e dell’umanità, l’impotenza della struttura vaticana a rispondere alle gravi sfide del nostro tempo, l’insufficienza di un approccio solamente “tradizionale” – cioè sostanzialmente aristotelico tomista – ai problemi fondamentali dell’uomo.
In ogni caso un atto che suscita rispetto e ammirazione, un “passo indietro” che dovrebbe essere di esempio a una nutrita schiera di uomini di potere abbarbicati senza se e senza ma alle loro poltrone. Ma anche la percezione di una profonda solitudine e l’intelligenza di rendersi conto di non essere onnipotente.
E ora si attende il Conclave, per la prima volta nella storia moderna non preceduto dai suggestivi riti di commiato; un Papa vivente vedrà la fumata bianca che annuncerà il suo successore…
Si mescolano le carte e il cattolicesimo – indubbiamente ai margini del succedersi degli eventi storici dopo la scomparsa di Giovanni Paolo II – ha la possibilità di ritornare in corsa: dipenderà a questo punto da ciò che i cardinali decideranno nel segreto della Cappella Sistina. Si ritornerà allo spirito innovativo del Vaticano II, si metteranno in discussione le strutture più consolidate della dogmatica cattolica nell’inserirsi dentro il fiume della post-modernità alla ricerca di un riferimento? O si proseguirà sulla strada intrapresa, quella di una “restaurazione” della “civitas” medievale offerta come unica chance di salvezza a un mondo che sembra procedere rapidamente verso la rovina?
A breve l’ardua sentenza.
Andrea Bellavite
Anche i politici ben piantati a Roma dovrebbero seguire l'esempio.
Condivido. Un atto coraggioso…. anche se non sapremo mai i veri motivi che sono alla base di questa decisione. Ora non resta che attendere e sperare che il nuovo pontefice sappia dare una svolta in senso riformatore riprendendo il percorso aperto dal CV II e interrotto in questi anni….. Certo non basta un papa a cambiare le cose. Anche noi dobbiamo dare il nostro contributo.
Da persona ormai da lungo tempo alle prese con una profonda crisi e priva del "dono" della fede, lontana anni luce da tutto ciò che la Chiesa e la religione cattolica rappresentano, mi colpiscono soprattutto l'aspetto e le ragioni molto umane del gesto, quello di colui che, prima di tutto, è appunto un uomo, con le sue paure, i suoi dubbi, le sue debolezze e, fortunatamente, la capacità di riconoscere ed accettare la propria fragilità ed inadeguatezza. Spero in ogni caso che tale evento segni l'inizio di un reale, profondo e radicale rinnovamento, di sostanza e anche di forma. Il crollo dell'impero cattolico, così come per secoli è stato costruito su basi tutt'altro che evangeliche, potrebbe essere l'inizio, per i credenti, di un ritorno all'essenza del messaggio cristiano e, in generale, un nuovo inizio anche per i credenti di altre religioni, forse, finalmente, il ritorno ad una spiritualità e religiosità – non appesantite da apparato, gerarchie, dogmi, cerimoniali e potere, spesso soprattutto materiale, ma esercitato in modo sadico, crudele e presuntuoso sulle coscienze di molti, fino a renderle totalmente succubi e schiacciate da insostenibili e distruttivi sensi di colpa, in forza di una presunta superiorità e di un non meglio precisato ruolo di mediazione tra terreno e divino, in virtù di chissà quale merito speciale non è dato sapere – che non sono prerogativa esclusiva di una confessione religiosa, ma un patrimonio comune e condiviso di molti esseri su questa terra. Auguri e buona vita all'uomo Josef Ratzinger: qualsiasi cosa abbia fatto nella sua vita per il bene, materiale e spirituale, di qualcuno, avrà la sua ricompensa già nel miglioramento della vita del o dei destinatari delle sue azioni. Anna V.
Finalmente un atto di umiltà! Un uomo che riconosce il proprio limite e ne
rende partecipe il mondo credo che sia un esempio per tutti.TT