Se no vince… Secondo i candidati maggiormente accreditati dai sondaggi, non bisogna “disperdere il voto”, altrimenti “vince l’altro”. Il ragionamento apparentemente fila, dato anche l’infimo grado di considerazione politica e morale “goduto” a ogni livello dal contendente incredibilmente riproposto dal centrodestra.
Tuttavia… Questa considerazione mette in gioco di fato la pluralità delle opzioni, base tradizionale della democrazia rappresentativa italiana. I raggruppamenti alternativi alle costrizioni determinate dal sistema “maggioritario porcata”, nascono proprio per esprimere un punto di vista diverso rispetto a quello dei cosiddetti “favoriti”. Favoriti da cosa poi? Da sondaggi che nell’epoca della de-ideologizzazione variano le loro cifre di giorno in giorno, da orientamenti mutati da uno starnuto mediatico, dalla consapevolezza che chiunque sia chiamato a governare avrà ben poco spazio da gestire rispetto alle imposizioni della contingenza internazionale. La crisi dei partiti nasce anche dalla constatazione che ciò che si sarebbe potuto cambiare (per esempio, leggi sul conflitto di interessi, moralità della classe governativa, la stessa legge elettorale, i cosiddetti diritti civili…) non è stato affatto modificato né da sinistra né da destra.
Chi vota gli outsider – alcuni ormai accreditati di buone chance anche dagli stessi sondaggi – non vuole solo “protestare” contro un sistema evidentemente molto malato, ma anche proporne uno diverso di gestione del potere: non si possono sottovalutare i risultati “europei” – soprattutto a sinistra – di movimenti non “anti-partitici”, ma propositivi di un nuovo percorso all’interno della democrazia rappresentativa. Per questo il “voto utile”, pur comprensibile nella logica di chi si sente “vincitore”, è poco rispettoso di schieramenti che – se si sono costituiti – vogliono offrire una prospettiva diversa; il voto orientativo di chi “non è d’accordo” è alquanto “utile”, anche se dovesse risultare soltanto incentivo e pungolo nei confronti della parte vincitrice.
Per quanto riguarda la sinistra, l’idea alternativa al centro sinistra targato pd era nata da un movimento di base, chiamato “Cambiare si può”, poi sfociato nel sostegno alla candidatura Ingroia e alla variopinta coalizione che si è riunita sotto il nome di Rivoluzione Civile. Il percorso in buona parte si è realizzato in ambiti molto distanti rispetto alle aspettative originarie. Al di là del nome altisonante, resta comunque un possibile “altro punto di vista” che potrà essere espresso solo se il gruppo non sarà soffocato proprio da quel “voto utile” sottoscritto con l’unico – peraltro comprensibile – scopo che “l’altro non vinca”.
ab
Gli unici voti utili sono quelli espressi a favore di coloro che non si limitano a blaterare di modelli alternativi di gestione del potere e della gestione della cosa pubblica nell'interesse collettivo, ma che tale novità e alterità incarnano ed esprimono nel loro vivere quotidiano, che abbiano avuto o abbiano in questo momento esperienza di tipo amministrativo o che non ne abbiano alcuna: penso ad esponenti della base costituente di "Cambiare si può", del M5S, a parte dello stesso movimento di "Rivoluzione civile" e di altre piccole formazioni a queste assimilabili, ai movimenti fatti di brave persone, oneste e competenti, ad alcune "mosche bianche" di partiti e formazioni della vecchia, sana sinistra di ispirazione berlingueriana, se ne esistono ancora, se non sono state sterminate dal flit della contaminazione affari-politica o risucchiate nel vortice dei relativi scandali: se qualcuno ne ha notizia, per favore, ci illumini. In questo momento, devo ammettere che, al di là della sintonia e dell'adesione ideale ai princìpi fondanti ed ai programmi delle formazioni sopra citate, mi sento confusa e devo ammettere, una volta di più, che almeno in parte gli aderenti ed i candidati del Movimento 5 Stelle – svincolato però dal suo leader carismatico e dal suo "venerabile" guru – appaiono gli unici ad esprimere un programma, a parole, realmente alternativo, una promessa di rinnovamento anche traumatico dell'attuale sistema malato e, tra l'altro, gli unici a possedere – stando alle percentuali sparate dai sondaggisti – i numeri per entrare davvero nelle amministrazioni locali ed in Parlamento, rovesciandolo dalle fondamenta come un'autentica scossa tellurica. Purtroppo, però, ho contemporaneamente anche la brutta sensazione che – al di là di un'avanguardia di persone consapevoli, competenti, agguerrite e con le idee molto chiare che sono alla guida del movimento, come è sempre accaduto per altro – per una gran parte dei dichiarati o potenziali elettori del M5S, si tratti del solito italico spirito gregario, che cioè molti,senza alcuna reale consapevolezza ideale e politica, si lascino semplicemente "intruppare" e trascinare dalla corrente del momento, una massa critica sì, ma senza spirito critico, che "va non dove la porta il cuore" o la ragione, ma dove la spinge la marea dei tanti arrabbiati e malcontenti. Perciò, correrò il rischio di un voto "non utile" secondo i vecchi criteri della politica: alla più sporca – non voglio neanche pensarci, ma, se per disgrazia dovesse davvero tornare al governo, in qualsivoglia forma, il campione nel salto triplo avvitato-carpiato di ogni regola e legge – io emigro, magari in Burundi o in un qualsiasi Paese, anche del Terzo Mondo, visto che ormai sono tanti quelli che ci superano in quasi tutte le classifiche basate su indicatori di civiltà, trasparenza, tasso di corruzione, libertà e democraticità ecc.. Mi mancherete, sniff sniff… Anna V.
macchè mi mancherete…vengo anch'io
PS
Ah beh, almeno sarò in buona compagnia!!! Anna V.
E noi? Molti di noi non vogliono e non possono emigrare. Non pensate a noi?
Più che di voto utile, mi pare che qui si possa e si debba ragionare del senso di un percorso che accomuni i cittadini per il mutamento e cambiamento in Italia. Allora sentir dire di Enrico Berlinguer, senza averne vissuto, condiviso e compreso la lezione storica degli anni 60 e 70 con il compromesso storico, ma rendendolo al contrario quasi un alibi o una giustificazione alle indefinite connotazioni del M5S, o all'orgoglio identitario della sinistra più di sinistra, significa scordarsi dello spirito e della visione dell'Unione, dell'Ulivo, che di Berlinguer ma pure di Moro, tentavano di riprendere il percorso e la lezione storica, come più semplicemente ancora, a mio avviso, provano a fare il PD con Bersani e SEL con Vendola. Non servono per la Storia le fughe in altri mondi, semmai serve ancora utilizzare in pieno e alla grande il diritto al voto.
Anonymus de Anonymis.
Quello che precede mi pare il solo commento "utile" al dibattito aperto sul voto utile.
dario ledri
Certo, io negli anni '60 e '70 ero ancora una ragazzina, ed in un commento di qualche giorno fa ho confessato di sentirmi inadeguata ed impreparata rispetto a coloro che la carica rivoluzionaria ed innovativa del '68 l'hanno sperimentata di persona. Ribadisco, con umiltà e con la consapevolezza del mio limitato acume politico, che contro Bersani e Vendola in particolare non nutro alcun pregiudizio ideologico – di Vendola sono stata pure una sostenitrice e lo sono ancora, per diversi aspetti – mi limito semplicemente ad osservare che, nella loro posizione, avrebbero potuto e dovuto osare di più, che certe responsabilità per gestioni poco trasparenti e spesso scandalose della cosa pubblica, l'afasia o la distrazione dimostrate in occasione di palesi violazioni delle leggi e della morale, giustificano quanto meno una richiesta di spiegazioni ed il riconoscimento delle rispettive responsabilità, laddove accertate. Detto questo, a costo di attirarmi gli strali ed il giudizio sarcastico dei due illustri commentatori precedenti per quella che verrà di certo bollata come superficialità o – più magnanimamente, ingenuità – azzardo l'ipotesi che la statura morale ed intellettuale dei politici da essi rammentati possa difficilmente attribuirsi a quella di molti attuali esponenti della sinistra parlamentare e non: e poi, perdonate la mia crassa ignoranza, ma potreste spiegare a me ed ai tanti che come me all'epoca li hanno votati, perché l'esperienza di governo di Unione ed Ulivo sono state così poco efficaci e deludenti? Io non sto cercando la fuga in un altro mondo, non sto mitizzando nessuno – è fin troppo facile innalzare agli onori degli altari, anche laici, coloro che non ci sono più e farne degli eroi, dimenticandone difetti e limiti – vorrei semplicemente che quello in cui viviamo fosse affidato a persone perbene, che facciano tesoro delle intuizioni e delle idee buone, giuste, innovative e sane delle tante persone perbene che ci hanno preceduto e sappiano tradurle in un reale miglioramento per la vita di tutti. Anna V., alias Modestina de Umilis
Il voto è un atto di piena libertà.
E io voterò per un'idea e un programma.
Ma il PD vuole trasformare il mio voto in una decisione obbligata e quindi non libera.
E bolla tutto il resto come inutile!
Anche le mie idee sono inutili? Anch'io?
Per il PD sono un elettore e un cittadino inutile?
PS
Ma parle de sta cazzate de voto utile quando nei sondaggi grillo se ormai il secondo partito! ma dove vivè?a boteghe scure?
E' vero che Via delle Botteghe oscure, non ospita più il P.C.I., perché quel glorioso partito ha cessato di esistere per le sue scelte congressuali, ma oggi a Piazza Duomo a Milano non c'erano soltanto S.E.L e il PD, ma molti altri a sostegno di Ambrosoli, c'era PISAPIA, c'era TABACCI, c'era persino il primo premier dell'ULIVO Romano PRODI. Quasi un contrappasso con la Milano da bere degli anni del garofano di Craxi, che tanto fece e tanto tuonò allora, da far da padrino a Silvio, e a richiedere poi l'archivio per falce e martello, ma non poteva di sicuro mettere in archivio le nostre idee, quelle di progresso, libertà e giustizia che riappaiono ancora intatte e vive, alla faccia di tutti i nuovi allievi di Soros, Kissinger, Luttwack e C. Fraterni saluti. Anonymus de Anonymis.
In tempi in cui a discorrere normalmente di politica si arrischia di beneficiare di illustre o meglio di dispensatore di giudizi sarcastici, resto dell'opinione mia originaria, che fare della politica significa farla possibilmente in grande, col contributo fattuale di molte e plurali componenti, e in questo senso l'unica coalizione che tenta come possibile tale via è di fronte a tutti senza infingimenti, quella di centrosinistra, arrivederci a lunedì 25 sera.Saluti fraterni.
Anonymus de Anonymis.
Per esempio personalmente non mi è mai balenata l'idea di prendere la tessera del PD, né in precedenza quella dei Ds né del Pds ma neppure del Ppi o dei Dl o della Margherita. Eppure l'idea dell'Unione e dell'Ulivo che c'è nel centro Sinistra dal Pd a Sel, a Tabacci, ad Ambrosoli e Pisapia,e a molti altri, come tutte le volte che c'è stato un momento per andare a votare, mi ha sempre fatto convinto che questa è l'Italia in cui fidare per un cambiamento possibile, che non sminuisce di sicuro la mia libertà e tanto meno mi costringe ad un voto obbligato, quanto invece mi permette ancor di più di essere cittadino e soggetto della nostra storia per il progresso. Quanto al programma i dieci punti sono più che chiari. Fraterni saluti. Anonymus de Anonymis.
'l pole esser l'M5S de grillo 'l secondo partito, o anca 'l primo, ma no ga un programa, no vole i sindacati, non xe ciaro su l'antifasismo, no ghe fa schifo queli de casa pound. El pare un Bossi de la prima ora, né de sinistra né de destra.
De chi seralo mai elo ??? Mah !