Il nucleo centrale dell’iniziativa sarà la raccolta (in parte già avvenuta) delle testimonianze, delle storie di vita dei cittadini di Gorizia e Nova Gorica che hanno vissuto la nascita del confine e che ne hanno esperito anche la caduta. A partire dai racconti di vita – che andranno a creare un vero e proprio Archivio delle memoria – verranno selezionati e “riattivati” una serie di luoghi sensibili della città sotto il profilo della memoria pubblica e privata. L’iniziativa è coordinata dall’Associazione Culturale Quarantasettezeroquattro. Per maggiori informazioni cfr i siti indicati nell’avviso a lato.
Bene, finalmente qualcuno che capisce come valorizzare la morta gora!
Oggi ho partecipato con immenso piacere all'inaugurazione dell'evento nell'atrio della stazione Transalpina: le parole di presentazione dei ricercatori e protagonisti a vario titolo della bella iniziativa hanno ulteriormente confermato l'impressione di un lavoro scrupoloso e accurato. Soprattutto la raccolta delle testimonianze e dei ricordi di coloro che quell'epoca l'hanno attraversata fino ad oggi, risulta a mio giudizio interessante e utile ai fini della conoscenza di eventi storici ormai lontani, ma il cui strascico si protende ancora oggi come un'ombra oscura sulla memoria delle genti che abitano questo nostro territorio: dal confronto tra la percezione che degli stessi eventi e fatti hanno le persone vissute al di qua e al di là del confine, goriziani italiani e sloveni, dall'analisi dell'impatto che quegli eventi hanno avuto sulla vita di ciascuno di loro, si potrà forse giungere ad una migliore comprensione del nostro passato. Indagare le ragioni che stanno all'origine della diffidenza e del rancore reciproci, sapere chi e perché li ha consapevolmente e volutamente alimentati, conoscere le motivazioni di determinate scelte politiche sono l'ineludibile strada per avvicinarsi alla verità e approdare ad una reale pacificazione. Anna V.