Oggi c’ è stata l’inaugurazione del Museo diffuso del Novecento, che fa seguito ad un lavoro di anni in cui. a livello culturale e politico, si è sempre evidenziata l’importanza che le vicissitudini del secolo scorso siano oggetto di valorizzazione e conoscenza per le nuove generazioni. Oltre ai luoghi della memoria finalmente si è dato risalto alla raccolta di testimonianze di chi visse il fascismo, la guerra e gli avvenimenti tragici del secondo dopoguerra. Come abbiamo detto più volte la raccolta delle memorie – tutte e diverse – va fatta per consegnare un patrimonio su cui è possibile riflettere e perchè la nostra città è un unicum nella storia nazionale. Riconoscendo il ruolo della città e i sacrifici per ricostituire una comunità che dialoga è possibile anche rilanciare l’immagine di Gorizia, città di frontiera che ha conosciuto sulla sua pelle gli esiti del nazionalismo e della discriminazione.
Accanto all’Associazione 4704, c’erano oggi i rappresentanti politici di maggior prestigio: il presidente della Provincia e l’assessore alla cultura, il rappresentante della Fondazione Cassa di Risparmio, il Prefetto, l’ambasciatore italiano a Lubiana, il rappresentante del comune di Nova Gorica.
Assente del tutto il Comune di Gorizia, che non ha ritenuto evidentemente che l’occasione fosse da annoverare tra gli avvenimenti importanti della vita della città. Un’assenza visibile e, a mio avviso, ingiustificabile e clamorosa. Al di là della troppo facile polemica politica rimane una grande amarezza. Amarezza perché non si vogliono capire gli sforzi che tanti cittadini fanno per dare un futuro alla loro città, perché non si apprezzano le idee e le iniziative, non si appoggiano i nostri ricercatori, non si fa nulla per rappresentare una città nella sua complessità politica e culturale, ma semplicemente la si ignora, pensando così di neutralizzarla o di scoraggiarla.
Ed effettivamente viene sempre più la voglia di disinteressarsi del tutto all’avvenire di Gorizia che, almeno in una sua parte, sembra che del futuro non sappia veramente cosa farsene.
adg
Commenti su Facebook
Ma de cosa se lamentè? I gaveva de pensar al più grande carneval de la region! E volè meter con stè monade de storie, musei, cultura: osterie verte e che nessun che i ghe rompi le bale. Va ben cussì, "guasti di frontiera" tuto l'anno, la più alta espression de la città.
Euro Tedesco
Se ghe vanza de rider, se accomodi