Sulla questione della scuola interviene l’associazione Essere cittadini che da tempo ha posto in evidenza il problema, condiviso da tante famiglie, non soltanto a Gorizia ma su tutto il territorio nazionale. Volentieri si pubblica…
Abbiamo letto con sconcerto le parole, apparse sulla stampa (Il Piccolo di Gorizia), della preside Giovanna Marsoni del Polo liceale. Parole che riteniamo inaccettabili: è stato spostato sul piano personale un problema presente su tutto il territorio nazionale così come denunciato dallo stesso Ministero dell’Istruzione nella circolare di marzo 2012 con riferimento a prassi scorrette attuate in gran parte degli istituti scolastici italiani, problema riportato recentemente anche nella trasmissione televisiva delle “Iene”.Non intendiamo entrare nel merito dei rapporti tra preside e docente né tantomeno apprestare una difesa, di cui non ha bisogno, a Cingolani al quale, però, come Associazione di genitori sentiamo il dovere di rappresentare tutta la nostra solidarietà e stima come cittadino, insegnante e consigliere comunale (dove sono gli altri politci? forse che il diritto allo studio e i disagi delle famiglie non sono questioni di primaria importanza?) per il lavoro che sta facendo ed il coraggio che ha dimostrato nel metterci la faccia in questo fenomeno, non certo virtuoso, che caratterizza le scuole italiane e che penalizza le famiglie. Riteniamo, per concludere su questa squallida vicenda, che i presidi, piuttosto che riportare sulla stampa i propri dissidi interni con il personale docente, dovrebbero incominciare a preoccuparsi di più a colmare le enormi lacune presenti nei programmi didattici ed educativi, essendo evidente che nelle scuole poco o nulla si tratta di Costituzione, diritti civili, salute, sicurezza dei luoghi di lavoro (tra cui la scuola), ambiente e, in generale di legalità. Detto questo ricordiamo che da gennaio l’Associazione Essere Cittadini ha lanciato una campagna per la trasparenza e la legalità a scuola oltre a proseguire la protesta per la scandalosa situazione dell’edilizia scolastica e il relativo problema della sicurezza dei nostri figli che ogni giorno frequentano plessi spesso non rispondenti ai criteri minimi di sicurezza previsti dalla normativa vigente: su questi problemi abbiamo già incontraro il Vicesindaco con delega all’istruzione Sartori e prossimamente chiederemo un incontro al direttore reggente dell’Ufficio scolastico provinciale.Per quanto riguarda la questione dei contributi in generale ricordiamo che le famiglie italiane pagano la scuola pubblica due volte: la prima con la fiscalità generale (che sovvenziona anche le scuole private!) e la seconda con i contributi. In particolare evidenziamo, a maggior ragione in un periodo di grave crisi, un enorme squilibrio tra i fondi privati (famiglie) e quelli pubblici (Ministero e enti locali): a questo proposito chiediamo ai presidi di pubblicare on line e anche sulla stampa, constatato che è un mezzo a loro gradito quando si tratta di perorare la propria causa, il bilancio di previsione al fine di sapere quanto si prevede verrà chiesto alle famiglie per il prossimo anno scolastico.Concludiamo con una riflessione: perché i dirigenti scolastici invece di battere cassa ai genitori, non si uniscono ad essi e ai docenti a difesa della scuola pubblica e il relativo diritto allo studio, costituzionalmente garantito, da troppi anni ormai sotto continui attacchi da parte di tutta la politica? Risposta: forse perché alla fine pagano sempre le famiglie!
L’Associazione Essere Cittadini
Cari amici,secondo me c'è un altro aspetto da sottolineare: c'è una volontà precisa dello stato di smantellare la scuola pubblica a favore di quella privata, come avviene in generale per i servizi pubblici. Le risorse spostate al privato sono ingenti e vengono sottratte alla scuola statale che, penalizzata e di scarsa qualità, resisterà, come d'altra parte in Europa, solo nelle sue "eccellenze". I giovani, come succede oggi, già a 14 anni devono scegliere l'indirizzo di studi e quelli appoggiati dalla famiglia scelgono il liceo e chi è in difficcoltà economica e culturale o è straniero sceglie il professionale. Alla faccia del merito! Siamo una società ingiusta e diseguale e se non partiamo dall'istruzione, che deve prevedere l'obbligo sino a 18 anni e il biennio uguale per tutti, oltre ad un'attenzione alla formazione permanente, ci troveremo in una sociatà ignorante e per questo condannata alla recessione. Il discorso è complessivo ed investe cittadini e famiglie, insegnanti, studenti. Sarebbe il caso di metterci insieme per elaborare un'idea comune sulla scuola. adg
Dopo il dibattito sul ruolo formativo-educativo della scuola inaugurato con il bellissimo incontro dello scorso settembre, "Cittadini di diritto", ispirato dalla rilettura di "Lettera a una professoressa" dei ragazzi della scuola di Barbiana di don Lorenzo Milano, constatiamo che i problemi della scuola pubblica nel nostro Paese si arricchiscono giorno dopo giorno di nuovi, desolanti esempi, come dimostrano anche gli eventi denunciati negli ultimi giorni in città – con il loro triste corollario di polemiche e dichiarazioni diffamanti – ed altre analoghe situazioni in giro per l'Italia (test d'ammissione in scuole superiori, soprattutto poli liceali, come evidenziato poco tempo addietro anche dal Fatto Quotidiano, alla faccia del diritto allo studio e della garanzia di uguali opportunità per tutti), a testimonianza di quanto sia URGENTE la necessità di lavorare ad un serio progetto di rifondazione – nel senso letterale di rifacimento delle fondamenta – della scuola stessa, proprio perché una scuola pubblica di qualità è condizione indispensabile per formare cittadini consapevoli, guardiani intransigenti dell'onestà e della competenza delle classi dirigenti e dell'operato dei rappresentati politici, unico, vero argine al dilagare della corruzione e dello strapotere da essi spesso esercitato in nome di una presunta maggiore conoscenza ed esperienza. Anna V.
Ovviamente intendevo don Lorenzo Milani.
Quanto alla volontà di smantellamento della scuola pubblica a favore di quella privata di cui parlava adg, credo che ormai più che un pericolo sia una quotidiana realtà. Azzardo l'ipotesi che non si tratti di casi isolati e le vicende di cui leggiamo o veniamo a conoscenza, soprattutto la scelta politica di sostenere massicciamente le scuole private – quasi sempre confessionali – riducendo per forza di cose – dato che la coperta è sempre più corta – la quota dei finanziamenti complessivi per il comparto istruzione da destinare alla scuola pubblica, suscitano il sospetto di un piano ben congegnato, mirato a rendere meno ampie le possibilità di accesso all'istruzione di qualità o a restringerle ad una categoria di privilegiati, stabilendo di fatto la distinzione tra istituti di eccellenza, dove si perpetua la classe dirigente al potere, e scuole di livello inferiore, dove si impartisce una pseudoistruzione che condanna alla mediocrità a vita tutti gli altri, trasformando così la scuola da luogo di emancipazione, elevazione culturale, riscatto umano e, di conseguenza, sociale, a strumento di selezione classista. In altre parole, chi è al potere usa tutti gli strumenti a sua disposizione per conservarlo e marcare la distanza tra sé e una massa di mediocri, potenziale forza lavoro, opportunamente tenuti lontani dalla possibilità di migliorare la propria sorte negando loro gli strumenti adatti, soprattutto imponendo un unico percorso di acculturazione e apprendimento e addirittura stabilendo i contenuti della "vera" cultura, che, si sa, non è per tutti. In attesa di essere smentita da chi ha elementi di valutazione diversi, ribadisco la mia sostanziale convinzione che, alla fine, quel che scrive Gallino nel suo libro – "La lotta di classe dopo la lotta di classe" – è più che mai vero. Anna V.
Bisogna che le persone si mettano insieme, lo so che sembra un'ovvietà, ma la scuola non può essere lasciata sola, e bisogna che la scuola cominci a ragionare su alcune questioni che sono: finanziamento alle scuole private, ordinamento degli studi, prolungamento dell'orario. So che sono impopolare, ma bisogna trovare il modo che le scuole, anche il pomeriggio, svolgano attività fondamentali per i muli, come il teatro. Antonio Tabucchi diceva che l'ignoranza non è un vuoto da riempire, ma un muro da abbattere. Per me invece è proprio un vuoto,soprattutto tra i giovani, ma anche se fosse un muro, lo butterei giù volentieri.Genitori, cittadini, insegnanti devono discutere l'avvenire della scuola, non solo dal punto di vista economico.