Ultimo capitolo del breve ciclo su elettori ed elezioni, il più complesso. Chi sarà il nuovo Capo del Governo? O meglio, ci sarà un nuovo Capo del Governo o ci sarà bisogno di nuove elezioni?
Molto probabilmente il mandato esplorativo sarà affidato a Bersani, a meno che questi non cambi improvvisamente le carte in tavola e non indichi una persona meno coinvolta nella “non-vittoria” elettorale del mese scorso. Potrebbe essere una buona idea, far ripartire con il dialogo con i pentastelluti sugli “otto punti”; a) investendo l’autorevolezza di nuovi interlocutori (e ce ne sono molti!) piddini e chiedendo precisi interlocutori politici nell’ambito del movimento avviato da Grillo b) accettando la sfida della rinuncia agli ultimi 48 milioni di spese elettorali e rilanciando la condizione di elaborare una nuova legge sul (e non pregiudizialmente contro) finanziamento pubblico dei partiti c) individuando un Presidente della Repubblica di alto spessore culturale e morale, in grado di costruire costantemente mediazioni fra le diverse parti, uomo di pace e pacificatore anche sulla scena internazionale.
Sono prospettive del tutto praticabili: l’esperienza insegna che una cosa sono le “sparate” spettacolari in campagna elettorale e negli innumerevoli coloriti dibattiti dell’immediato post; altra cosa è che le persone comincino a vedersi in faccia, a stringersi una mano, a cercare di parlarsi ed ascoltarsi. E’ dopo il 15 marzo che ci si capirà qualcosa di più e che – come tutto lascia immaginare – si cominceranno a tessere le tele giuste. Che siano d’accordo o meno i comici professionisti o i tragici arcoretani…
Se non si verificheranno queste condizioni, è assai difficile prevedere il futuro scenario: certo, tornare a votare nelle condizioni attuali e con l’attuale legge elettorale sarebbe una vera sciagura, anche perché non sembra che la “lezione” del 24 febbraio abbia portato sostanziali novità nell’approccio politico delle parti e dei movimenti. Se “non si metteranno d’accordo” i risultati potrebbero essere un’ulteriore disaffezione al voto con la conseguente possibile (e fino a un paio di mesi fa incredibile) vittoria delle destre, una situazione simile a quella attuale con un centro sinistra “in testa” di misura oppure un ulteriore passo avanti di un movimento “5 stelle” accreditato a governare ma ancora ben lontano dalla scelta di una linea politica condivisa e di un minimo di organizzazione.
E quindi? Quindi staremo a vedere…
ab
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