Quanto costa il teatro mediatico messo in scena ogni “day afther”? Un diluvio di parole – giornalisti, sondaggisti, esperti o sedicenti tali, oltre naturalmente a miriadi di politici ben felici di presentarsi nell’una o nell’altra vetrina – inonda ascoltatori inermi che per una decina di ore possono mettere da parte il resto dell’universo e i propri quotidiani problemi.
L’aspetto più inquietante è quello dei sondaggi, che da almeno una ventina d’anni sbagliano clamorosamente le previsioni e – forse proprio per questo – non soltanto non vengono messi in discussione, ma addirittura in ogni occasione ne spunta uno di nuovo tipo: exit poll, proiezioni su campione, questa volta perfino gli istant poll, che hanno aperto (disastrosamente, ma “lo spettacolo deve continuare”) le danze dei commenti. Tutti uguali, stesso schema, si riproducono qui le frasi ascoltate dalla stessa persona – una di centro sinistra l’altra di centro destra – nel corso delle innumerevoli trasmissioni ad hoc. Fase a) (instant poll) chi vince: bisogna aspettare il risultato definitivo (bella scoperta!), però l’indicazione sembra delineare una chiara vittoria di… chi perde: è impossibile commentare dei risultati che non hanno alcun valore statistico, però tutto è ancora in gioco… Fase b) (exit poll) chi continua a vincere, ma un po’ meno: l’indicazione continua a essere chiara, anche se effettivamente… chi non perde più come prima: adesso stiamo iniziando la rimonta, vedrete che saremo noi… Fase c) (prima proiezione) chi vinceva e non vince più: è chiaro che si impone un momento di riflessione, ma se le cose non vanno come purtroppo sembra non c’è alternativa al ritorno alle urne… chi perdeva e adesso non perde più: l’indicazione della nostra vittoria è quindi… Fase d) risultati finali: chi “non ha vinto” (lo stesso della fase c, un paio d’ore prima): è indispensabile mettersi d’accordo, il ritorno alle urne sarebbe catastrofico… Chi non ha perso: è indispensabile mettersi d’accordo, il ritorno alle urne sarebbe catastrofico….
Insomma, finita l’era della scelta politica ideologica diventa assai difficile azzeccare qualunque previsione, data l’instabilità di ogni “certezza”. Quindi non sarebbe ora di limitare le performance teatrali – che peraltro non fanno più ridere nessuno – rendendo più rapido il sistema di scrutinio, accelerando i tempi e consentendo commenti più sensati e documentati di quelli che chiunque è già libero di “sparare” bevendo il caffè in qualsiasi locale pubblico di ogni città?
ab
Da un articolo del Duce al tempo nel quale scriveva sul Popolo d’Italia:
“Il governo che noi propugnamo sarà un governo di persone competenti che verranno controllati da un unico parlamento( il senato verrà abolito) formato solo da giovani entusiasti!”