Azzeccato intervento di Giuseppe Cingolani:
La casa di riposo “Angelo Culot” sarà chiusa in tempi brevi e tutti gli ospiti saranno trasferiti altrove per realizzare costosissimi lavori di ristrutturazione e messa a norma per i quali però, al momento, non ci sono i soldi: è l’incredibile annuncio fatto martedì scorso dal sindaco Romoli e dall’assessore Romano nell’incontro con i famigliari e gli ospiti della casa di riposo di Lucinico.
L’incontro, il cui esito mi è stato riferito dai partecipanti, era stato organizzato con l’intento di rassicurare sul fatto che l’amministrazione non intenderebbe privatizzare la struttura, ma ha finito per far crescere lo sconcerto, la preoccupazione e l’indignazione tra le famiglie. Infatti per gli anziani, alcuni dei quali vivono nella casa di riposo da vent’anni, può risultare oltremodo traumatico un trasferimento che li obbligherebbe ad abbandonare l’ambiente ormai familiare, la comunità di amici e il personale a cui si sono affezionati.
Gli attuali 47 ospiti, di cui 32 non autosufficienti, sarebbero distribuiti in altre case di riposo del territorio cittadino o provinciale, in attesa di un completamento dei lavori alla “Culot” che in realtà appare alquanto incerto, visto che costerebbe dai 10 ai 20 milioni di euro: soldi che il Comune non ha, per ammissione del sindaco stesso. Perciò le famiglie sospettano giustamente che l’esito finale dell’operazione sarebbe semplicemente la chiusura definitiva della casa di riposo comunale, con la sua eventuale privatizzazione, e si opporranno con tutte le loro forze al trasferimento totale degli ospiti. Il prossimo 3 maggio si svolgerà un secondo incontro tra le famiglie e l’amministrazione, stavolta anche con la presenza dei tecnici comunali.
La vicenda presenta molti aspetti poco chiari, su cui chiederò al sindaco delucidazioni nel Consiglio comunale di lunedì prossimo. Innanzitutto: non è insensato chiudere totalmente la casa di riposo e trasferire tutti gli ospiti se non ci sono i soldi per realizzare i lavori? Non sarebbe meglio un piano che distribuisca i lavori nel corso di alcuni anni, anche in base alle disponibilità economiche, in modo da poterli realizzare per lotti, senza dover trasferire tutti gli ospiti, ma eventualmente spostandoli nelle parti dell’edificio temporaneamente non interessate ai lavori? Perché il sindaco ha recentemente parlato di lavori per un importo di 18 milioni di euro, mentre appena lo scorso 8 gennaio è stata inserita sul sito del Comune di Gorizia, nella sezione dei lavori pubblici, una scheda che prevede ampi interventi sulla casa di riposo, compresi gli adeguamenti alle norme antincendio e antisismiche, per un costo totale di 3 milioni di euro? Come mai il sindaco nega l’intenzione di privatizzare la casa di riposo, mentre in quella stessa scheda si dice che i lavori previsti sulla struttura sarebbero realizzati anche “al fine, eventuale, di garantire la possibilità di cedere completamente la sua gestione ed utilizzo”?
Perché da un anno non è più stato accolto nessun ospite nella casa di riposo, nonostante siano pervenute almeno 40 domande? Come mai gli interventi di messa a norma non sono stati previsti e realizzati progressivamente negli anni scorsi? Se davvero la chiusura viene effettuata perché l’edificio non risponde alle attuali norme antincendio e antisismiche, quanti altri edifici pubblici, comprese le scuole, presentano situazioni simili?
Giuseppe Cingolani, capogruppo del Pd di Gorizia
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Se ho ben capito, si vuole chiudere la "Culot" per lavori di ristrutturazione, ma non ci sono i soldi per farlo. Bel ragionamento! Un'altra mossa geniale del Comune di Gorizia… che si aggiunge alla vicenda del Museo di Santa Chiara: lì al contrario i soldi per la ristrutturazione c'erano, ma poi, fatti i lavori, improvvisamente ci si è resi conto che non c'erano i soldi per mantenerlo in funzione. E l'ascensore? Si è partiti con l'opera, ma i soldi per continuare (e per la futura manutenzione) ci sono?
Sembra si voglia battere qualche record in fatto di scelte sconclusionate e senza senso!
Ristrutturano o disfano senza avere poi i soldi per gestire o completare. Ragazzi, ma chi ci guadagna da questa politica? E tutto fatto senza comprendere e tenere conto degli utenti, sradicati e messi chi sa dove, magari distanti dalla città e più difficilmente raggiungibili dai parenti. E' possibile che si continui ad accettare una politica che va contro gli interessi dei cittadini?
Da questa politica a guadagnarci sarà quasi sicuramente, ancora una volta, un soggetto privato, magari con un bel contratto di project financing, così poi, con la scusa dell'opera di pubblica utilità, aumenteranno a dismisura le rette mensili (guardate cos'è Villa San Giusto!) per rientrare dei costi e ci lucreranno per un buon numero di anni sulla pelle delle persone:uno scenario tutt'altro che improbabile, temo, ma attendo di essere smentita dai fatti. Anna V.
Condivido appieno le obiezioni di Giuseppe e aggiungo che una struttura un po' più grande di Casa Culot adibita a funzioni civili di cui ho diretta testimonianza è costata (restauro + ampliamento + adeguamento antisismico) circa 5 mln € comprese 2 grosse varianti con aumento di spesa..
Giovanni