Il Blog del Forum Gorizia
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L'associazione mescola cosa giuste a osservazioni ingiuste e sbagliate. Premesso che non sono afflitta dal morbo del corporativismo e che vedo le magagne del posto dove lavoro, mi pare che sia giusto il richiamo fatto a vedere e a parlare della questione del contributo coatto richiesto dalle scuole. Su questo c'è accordo. Per quanto riguarda il caso Cingolani è evidente che colpisca molto gli insegnanti il colpo sotto la cintura della dirigente, ma è giusto ricordare il casus belli. Entriamo però in altre questioni di fondo sollevate dal post. L'associazione forse non sa che i Fondi per i progetti sono stati tagliati dal ministero in modo secco. Quindi non solo non si fanno i progetti "inutili", ma nemmeno quelli utili. Nella mia scuola è stato tagliato il progetto teatro che ha tirato fuori molti studenti da situazioni delicate, dando loro la passione di leggere. Non mi pare poco. Le materie sarebbero insegnate in modo supeficiale? A me francamente non pare affatto, anzi, a mio avviso la scuola pubblica, quel po' che ne rimane, deve la sua sopravvivenza a una schiera folta di insegnanti che non si ammalano praticamente mai e che lavorano, e molto, per dare un buon servizio.I genitori si lamentano? Di che cosa? Ce ne sono anche parecchi che ringraziano perchè il loro figlio straniero o portatore di handicap, ma anche normodotato è stato inserito in un contesto che lo ha aiutato. Stiamo molto attenti a demonizzare intere categorie professionali, perchè lo ha fatto Brunetta con i risultato che conosciamo. Tutti fanulloni? Poi si scopre che non solo non è così,ma che i nostri cervelli vanno all'estero in numero elevato non solo perchè l'Università li forma, ma anche perchè, evidentemente, hanno avuto una formazione decente anche negli anni precedenti. Non la faccio lunga: per me si tratta di una questione di metodo e di merito. Se vogliamo che tutti siano contro tutti, spariamo a zero se vogliamo che le cose cambino senza provocare chiusure, allora ci vediamo e parliamo in un clima che tende a stabilire relazioni rispettose e non fratture sociali di cui già soffriamo abbastanza. Rimane la mia stima per chi come voi si impegna, ma mi pare altrettanto utile che ci si confronti, anche in modo schietto e diretto, per trovare soluzioni comuni. O siamo peggio dei politici? adg
Gentile anonimo, dal suo intervento devo desumere che è un insegnante. Bene in sintesi le voglio dire che noi cittadini non siamo politici e non abbiamo secondi fini, anche per questo cerchiamo di attenerci ai fatti: sui contributi scolastici che vanno a finanziare i vari progetti dell'ampliamento dell'offerta formativa stiamo semplicemente rivendicando il rispetto della normativa vigente e la trasparenza. Dalla sua reazione e da quella della preside con il buon Cingolani non possiamo però non avvertire quel tipico atteggiamento di chiusura che abbiamo riscontranto nell'ambiente scolastico in generale: qui si critica sempre il metodo, le frasi, chi le dice, ecc. ma non si affronta mai la sostanza che in questo caso é:
1) la scuola pubblica è gratuita, lo dice la Costituzione a tutela del diritto allo studio, qualsiasi prassi che aggiri questo principio è illegale (da qui l'elenco di tutti casi riscontrati da testimonianze e esperienze personali, vedi per es. quello di rinnovare ogni anno l'iscrizione alle superiori subordinandola ogni anno al pagamento di 80 o 70 euro, ecc. )
2)l'istituzione scuola non brilla certo per trasparenza, le chiedo se la sua scuola ha pubblicato nel suo sito il d.v.r (documento valutazione rischi), il p.o.f. (piano dell'offerta formativa), i bilanci (e non solo quelli sintetici e il regolamento d'istituto
3) L'Associazione conosce molto bene i tagli effettuati dai vari governi alla scuola e a tal proposito ci chiediamo, tra le altre cose, se causa di questi tagli non sia proprio la prassi di attingere i fondi dalle famiglie (che ricordo pagano la scuola già con la fiscalità generale: nel senso perchè mettere soldi nel comparto scuola visto che la stessa può andare avanti con i finanziamenti delle famiglie? (a puro titolo esemplificativo la invito a vedere sul sito del polo liceale lo squilibrio tra i fondi provenienti dalle famiglie – 170.000 euro – e quelli provenienti dallo Stato e dagli enti locali – 21.000 euro in totale, e questa lei la chiama scuola pubblica?)
4) sull'utilità dei progetti: è indubbio che alcuni come sono sicuro quello che lei ha menzionato, svolgono un'importante funzione. Però la invito a riflettere su alcune considerazioni: il diritto allo studio deve essere riconosciuto e tutelato per tutti, l'attuale sistema scolastico differenziano l'offerta didattica è fonte di diseguaglianze sostanziali poco coerenti con il dirito sopra citato, non solo ma numerose testimonianze (e qui andiamo nel campo dell'opinabile perchè non siamo in grado di fornire dati statistici rappresentativi)ci hanno indotto a sollevare dubbi sull'utilità di molti progetti anche e soprattutto in considerazione che abbiamo molte segnalazioni (evidentemente non dalla sua scuola per carità) di casi in cui difficilmente le materie curriculari vengono svolte in maniera approfondita e compiuta: su questo ha ragione lei quando dice che ci vuole un confronto schietto e diretto caso per caso (peccato che abbiamo riscontrato che questo confronto di fatto è impossibile perchè qualsiasi osservazione in merito viene scambiata per un grave attacco all'autonomia didattica dell'insegnante o del dirigente di turno, perchè le ricordo che il caso Cingolani è finito alla ribalta della cronanca, ma ci sono decine di genitori che per aver tentato di confrontarsi in maniera critica hanno subito ritorsioni e vessazioni, e non sono fratture sociali queste?).
Le soluzioni comuni, per concludere, si possono trovare se c'è disponibilità, tra gli interlocutori, ad ascoltare con spirito critico le rispettive ragioni sulla base di quei due semplici principi che riportiamo sempre e che sono la trasparenza e la legalità.
cordiali saluti
Che cosa pensano gli insegnanti? Gli insegnanti non pensano più, troppo impegnati a sopravvivere in una scuola sempre più complicata e con meno risorse. Troppo presi da mille problemi spesso rinunciano a impegnarsi nella difesa di una scuola che prima di tutto è un luogo di crescita della comunità, dove si attuano il diritto allo studio, la libertà di espressione e la libera elaborazione della cultura. E i dirigenti? Riconoscono ancora il loro ruolo di garanti di tali valori o sono talmente impegnati a far quadrare i vari conti e conticini da perdere di vista le vere finalità delle Istituzioni che rappresentano? Il caso della Dirigente Marsoni sembra confermare la seconda delle due ipotesi.
Solo guardando ai valori essenziali che la scuola incarna si riuscirebbe a lottare tutti uniti, per una maggiore dignità di tutti, famiglie e insegnanti, e soprattutto dell'Istituzione stessa.
Un'insegnante.
@stefano cosolo
gent.le stefano cosolo, non sono l'anonimo del I commento comuqnue le rispondo su alcune questioni:
1) "la scuola pubblica è gratuita, lo dice la Costituzione". Le faccio notare che la costituzione dice tante belle cose come ad esempio che l'italia è fondata sul lavoro e altre banalità del genere….non per questo vuol dire che sia possibile applicarle. vede l'amministrazione pubblica non va avanti a pensieri ma a soldi come tutte le cose concrete. Le faccio notare che la scuola privata chiede delle rette altissime e che con i soldi che lei paga per i suoi figli per un anno per mandarli alla scuola pubblica, un figlio agnelli ci paga una cena. E' facile criticare l'amministrazione pubblica ma se non ci fosse la scuola pubblica tanto bistrattata dove sarebbero i suoi figli? a drogarsi in qualche giardino? a spendere tutta la loro paghetta alle slot-machine? perchè questa è la triste realtà. Viviamo in un mondo che già sapere che i nostri figli sono controllati in un edificio è già un successo.
per quanto riguarda la trasparenza adesso va di moda dire che internet salverà il mondo.
provi a scrivere un commento sul blog di grillo e vedrà se glielo pubblicano. Grillo rendiconta via internet? bene è chi è il garante che dice che quello che scrive è vero?
Come la carta si lascia scrivere anche la rete si lascia scrivere.
Infine maledetto fu il giorno che i genitori ebbero il diritto di giudicare il lavoro degli insegnanti. come io non discuto sul lavoro di un ingegnere, così un genitore non dovrebbe discutere sul lavoro di un insegnante. Ogni mestiere ha le sue competenze e i genitori per primi sono parziali nel giudizio, perchè amando i loro figli non vedono solo le loro qualità e non i loro difetti.
Cordiali Saluti
Vedo adesso e dico che non sono affatto anonima: adg è acronimo di anna di gianantonio. Ribadisco il mio totale accordo sulla questione contributi: se non ci sono soldi è perchè molto va dirottato alla scuola privata o al pagamento del debito delle banche. Sulle altre questioni dissento e rimando a quanto ho già detto sul lavoro degli insegnanti. Ribadisco che di tutto si può parlare, ma non generalizzando sulla scarsa professionalità di un settore che non se lo merita.Ultimamante sono un po' nervosetta, forse il tono non sarà stato dei più accomodanti. Ho stima di Cosolo, ma mi va di dire ciò che penso senza troppo limitarmi.
Qui la questione è triplice: è legittimo imporre il pagamento di una somma alle famiglie che mandano i figli alla scuola pubblica ( nessuna prestazione patrimoniale può essere imposta fuori dalla legge)? Come si configura in termini giuridici l'azione di chi fa versare dei soldi, aumentandone l'importo ogni anno in maniera vertiginosa, sostenendo che sia obbligatorio? Come si configura in termini giuridici il predisporre materialmente le condizioni ( richiesta d contributo e bollettino allegata al modello di iscrizione) per indurre la convinzione che si è tenuti a pagare? Un genitore che non paga il contributo da due anni ma paga le tasse allo Stato fino all'ultimo centesimo.
Odio gli indifferenti, diceva bene Antonio Gramsci, perchè nell'indifferenza parteggiano per chi considera gli insegnanti, le famiglie, gli studenti, non dei cittadini, ma dei sudditi da amministrare magari con l'autoritarismo, pensando forse che ciò sia consentito dal loro grado di dirigenti, dimenticando che il ruolo da dirigente, come insegna bene anche il nuovo vescovo di Roma è ruolo di servizio e non di oppressione e di potere, quindi si scomodino un po' di più gli altri insegnanti, quelli che tacciono, che si girano dall'altra parte, guardandosi bene dall'essere parte di una comunità. ( non certo adg che come sempre ammiro e condivido per le sue efficaci prese di posizione ).
Buona sera, Anonymus de Anonymis.
rispondo all'anonimo delle 19.17 riportando in virgolettato uno stralcio della circolare n. 593/2013 dip. istruzione MIUR: "…subordinare l'iscrizione degli alunni al preventivo versamento del contributo non solo è illegittimo, ma si configura, per i soggetti che sono responsabili della gestione, come una grave violazione dei propri doveri d'uffico" (invito a leggere tutta la circolare). Nella fattispecie possono configurarsi, previo accertamento caso per caso, le ipotesi delittuose previste e punite dagli artt. 323 "abuso d'ufficio" e/o 328 Rifiuto di atti d'ufficio" del codice penale.
rispondo all'anonimo delle 14.42 di cui rispetto ovviamente le opinioni ma mi sento in dovere di dissentire su alcuni punti:
1) intanto dispiace che un insegnante abbia una siffatta concezione della nostra Carta costituzionale, se non altro per ciò che essa rappresenta e cioè, in sintesi, una risposta a tutti i totalitarismi e alle tragedie che essi hanno causato: se non c'è lavoro in Italia e tante altre cose non funzionano come dovrebbero, non è colpa della Costituzione ma, molto più probabilmente, di chi non l'ha mai rispettata e applicata, pensando, appunto, che essa sia solo un concentrato di "banalità".
2) Faccio notare che le mie due domande iniziali riguardano due aspetti dello stesso fenomeno: i contributi vengono richieste per finanziare l'ampliamento dell'offerta formativa (progetti). Ora mi chiedo: perchè fare domande o sollevare dubbi su questi due argomenti viene visto come un attacco ai presidi o peggio agli insegnanti? Le reazioni scomposte e irrazionali, purtroppo mi inducono a pensare che questi contributi (assolutamente volontari) siano stati invece fino ad oggi intesi come una vera e propria tassa o retta, come la si vuol chiamare (cosa assolutamente illegittima e illegale oltre che moralmente scorretta nei confronti delle famiglie che già pagano la scuola pubblica con le tasse!).
3) sulla trasparenza, non si capisce il riferimento a Grillo e a internet: i documenti citati devono essere posti a conoscenza delle famiglie, ho parlato di pubblicazione sul sito solo perchè mi sembra più ragionevole oggigiorno sfruttare la tecnologia del web piuttosto che fare migliaia di fotocopie (che comunque vanno fatte per chi non ha internet a casa). Tutto qua, la sostanza rimane l'esigenza e la necessità del principio di trasparenza nella gestione della scuola (principio previsto per tutta la P.A.).
4) Sono alquanto perplesso e meravigliato dall'invettiva contro la libertà dei genitori di informarsi e dialogare con gli insegnanti. Nel settore dell'educazione (ma non solo) il confronto e l'espressione di un giudizio (sempre in maniera civile e nel rispetti dei rispettivi ruoli e ambiti) sono elementi imprescindibili della funzione di chi è chiamato a svolgere la nobile e fondamentale arte dell'insegnamento: spiace dirlo ma chi non ha la forza morale per sostenere questo "peso" evidentemente ha sbagliato lavoro.
buona serata a tutti
Sull'intera vicenda e, più in generale, sulle tematiche legate al diritto allo studio ed alla scuola pubblica, ho già espresso la mia opinione in svariate occasioni su questo blog. Qui, fermo restando che l'obiezione ai contributi "volontari" è condivisibile nel merito e nel metodo e che concordo con una buona parte delle osservazioni fatte nei commenti precedenti, mi preme ribadire la necessità di concentrare ogni energia e strumento disponibile, anche finanziario, sulla scuola pubblica. Lo faccio sull'onda dello sconcerto che mi ha provocato la lettura dell'articolo apparso ieri, giovedì 11 aprile, sulla pagina goriziana del Piccolo, nel quale si lamenta come una grave calamità la futura chiusura dell'istituto delle Madri Orsoline, disgrazia e iattura per la città di Gorizia, al pari della chiusura della Pozzuolo e di altri enti statali. Privata della presenza delle Orsoline, "uno dei capisaldi dell'istruzione a Gorizia" – i virgolettati riportano il testo originale – la cui scuola è "molto apprezzata e considerata di gran qualità", secondo l'autore la città riceverebbe l'ennesimo colpo mortale e "rischia di perdere la sua connotazione storica" (sic!). Le religiose sarebbero in difficoltà per la mancanza di un ricambio generazionale (crisi delle vocazioni) e per "mancanza di denaro", per non parlare del "carico fiscale che anche per le madri Orsoline sta diventando sempre più pesante, soffocante, assillante". Con tutto il rispetto per le sorelle e per il lavoro che svolgono, gli istituti retti da religiosi/e sono solitamente in contesti architettonici di gran pregio, essendo scuole private si finanziano con le rette – non proprio popolari per quanto mi consta – degli iscritti, non credo paghino l'IMU, come la maggior parte delle istituzioni ecclesiastiche possiedono un patrimonio immobiliare frutto di generose donazioni di privati, ricevono finanziamenti pubblici – credo anche l'istituto in questione, ma non so esattamente di quale entità – insomma non mi sembra siano messi così male, anzi (se ho detto cose non vere attendo di essere smentita). Di esempi simili abbonda il nostro Paese, nel quale una buona parte di genitori preferisce ancora affidare i propri figli all'amorevole e cattolicissima educazione degli istituti religiosi, la cui impronta lascia spesso segni indelebili e duraturi, non sempre positivi. Personalmente credo in un'educazione laica e ritengo che questo tipo di formazione possa essere garantito dalla scuola pubblica, la quale, pertanto, dovrebbe poter contare su strutture adeguate e sicure e finanziamenti sufficienti a svolgere al meglio il proprio compito. Di certo non sentirò la mancanza delle madri Orsoline, non mi dispiacerò per la loro partenza, la città non resterà orfana di un "servizio che sarà difficile da sostituire", non perderà la propria connotazione storica: e quale sarebbe poi? Quella dell'istruzione monopolio degli ordini religiosi e riservata ai rampolli ed alle figliole dell'alta società? Beh, comincio a capire ed apprezzare Giuseppe II, figlio dell'Illuminismo – oltre ad essere figlio della cattolicissima Maria Teresa d'Austria – che abolì gli ordini religiosi ed i loro privilegi requisendo pure i loro immensi patrimoni: passa per essere stato un gran mangiapreti-suore, ma forse, più semplicemente, aveva capito come stavano le cose… Anna V.
Nei moduli di iscrizione delle scuole ci si dimentica, diciamo maliziosamente, di scrivere che il contributo è puramente volontario, come fosse una donazione, lasciando credere alle famiglie che la quota sia dovuta. Alcuni dirigenti pretendono proprio questa donazione, arrivando anche a minacciare la non iscrizione e quindi la non frequenza, alla classe successiva. I contributi volontari, in definitiva, sono fatti passare come obbligatori, alla stregua delle tasse. Questo non solo è deplorevole ma è anche assolutamente fuori legge. Tutto qui, non c’è molto da discutere di costituzione o altro
"come io non discuto sul lavoro di un ingegnere, così un genitore non dovrebbe discutere sul lavoro di un insegnante". E perché mai? Io dico di si, invece. E la retribuzione dovrebbe essere proporzionale al merito e non all’anzianità