Il gesto compiuto ieri – anche se all’apparenza meno eclatante di altri – e’ di enorme importanza: primo papa nella storia della Chiesa, Bergoglio e’ sceso nella necropoli vaticana a visitare la tomba di Pietro, riportata alla luce dagli archeologi soltanto dopo il 1950. E’ un luogo di forte suggestione, mai visitato prima forse proprio perche’ li’ appare evidente la contraddizione tra l’assoluta poverta’ delle origini – Pietro sepolto nella piu’ misera delle tombe in un angolo di un cimitero romano – e la celebrazione sfarzosa del Potere ecclesiastico simboleggiata dalla sovrastante immensa cupola di Michelangelo: il messaggio di Francesco si incarna nella storia e lascia senza parole…
Al termine delle principali celebrazioni pasquali e a sole tre settimane dall’elezione si possono enucleare alcuni fra i tanti punti di “non ritorno” che portano a prevedere che papa Bergoglio sia l’uomo giusto per guidare l’indispensabile Riforma della Chiesa cattolica.
1. La disarmante semplicita’ dell’approccio: dal “buona sera” al “buon pranzo”, dai vestiti agli “strappi” nei confronti del rigido cerimonale. Si presenta non come il detentore della Verita’ o come il cuore del mondo, ma come la guida di una comunita’ diocesana, quella di Roma, chiamata (la comunita’, non solo la guida) a presiedere nella carita’. Stupisce perche’, soprattutto in Italia, si e’ abituati a vescovi che vivono senza porsi problemi nei piu’ lussuosi palazzi delle citta’, si fanno accompagnare da preti segretari e cerimonieri, spesso in auto blu fino alla soglia dei luoghi dove devono svolgere le cerimonie… Il suo desiderio e’ quello di “una Chiesa povera per i poveri” e i suoi gesti sono stati finora talmente potenti da portare a immaginare se non una completa revisione della relazione tra Chiesa, ricchezza e potere, almeno una decisa essenzializzazione.
2. Il rispetto per chi non e’ cattolico. La benedizione impartita solo “con il cuore”, l’invito a “custodirsi reciprocamente”, il suggerimento dolce e delicato di lasciarsi amare da Gesu’ riportano gli accenti a quelli usati prima di Costantino. Il sogno di una Chiesa che abbia come regola soltanto il Vangelo, propugnato da san Francesco e ostacolato a suo tempo dalle “necessita’” della chiesa imperiale, sembra ripreso in mano da questo nuovo Francesco: riuscira’ a intaccare la commistione tra sacro e profano che caratterizza tutte le inaugurazioni, l’imposizione degli atti di culto a scuola (Messa di inizio e fine anno, preghiere prima di iniziare le lezioni…), le diatribe sulla necessita’ di mantenere un unico simbolo religioso nei luoghi pubblici di uno Stato laico e pluralista?
3. L’attenzione nei confronti di chi soffre. Il gesto di lasciare il vaticano per celebrare la Messa della lavanda dei piedi (e’ la celebrazione in cui si ricorda la fondazione della Chiesa apostolica) in un carcere minorile e’ stato spiegato dal sincero sguardo d’amore che Francesco ha rivolto a ciascuno dei giovani cui aveva lavato il piede. In tutti i suoi primi discorsi e in tutti i primi gesti c’e’ stata la sottolineatura della vicinanza a chi fa piu’ fatica, con tanto di esempi che dovrebbero far riflettere e rabbrividire i politici nostrani, in tutt’altre cose affacendati: i lavoratori disoccupati, i cacerati, coloro che sono minacciati dalla guerra e dalla fame, i piu’ piccoli. E’ una Chiesa non ancorata ai suoi sontuosi edifici ma che “si riconosce” nella concretezza della vita dell’essere umano in quanto tale.
Fin dove arrivera’ questo Papa? Non ci si puo’ che augurare che arrivi molto lontano, forse alla fine di una cattolicita’ ormai fuori dalla storia e all’inizio di un nuovo cristianesimo in grado di offrire al mondo l’unica sua vera ricchezza, cioe’ la speranza del Vangelo…
Andrea Bellavite
Tutto è perduto!
Infatti il Vaticano ormai pensa solo globalmente e ha deciso di lasciare l'Italia alla deriva verso il destino che il suo degno popolo ha scelto per lei.
Leggo oggi sul Fatto Quotidiano che i blogger del fondamentalismo cattolico si scatenano sul web contro il nuovo pontefice: ai siti tradizionalisti cattolici non piace il "nuovo corso" di Francesco, i cui gesti e parole evidentemente suscitano timore e tremore in chi ritiene che quella cattolica sia l'unica vera religione e che non vi sia salvezza al di fuori di essa, che con musulmani ed ebrei non si debba dialogare perché figli di un dio minore, che infine – citazione dal sito Unavox.it – questo papa "schioda il papato dai suoi duemila anni di storia e lo scaraventa nel fango che, secondo lui, sarebbe l'abitacolo dei poveri". Ecco, dunque, che la vecchia Chiesa, forte dell' immenso potere materiale e spirituale acquisito nei secoli, rialza la testa e rivendica il proprio primato, arroccandosi a difesa dei propri privilegi: quest'uomo rappresenta una minaccia per tutto ciò su cui fino ad oggi essa ha basato la propria forza. Allo stesso tempo, se per un attimo consideriamo che quella Chiesa tradizionale ha sempre beneficiato del sostegno incondizionato dei poteri forti e della politica nel nostro Paese più che altrove, che la politica ed i poteri forti hanno a loro volta goduto dell'amorevole supporto della Chiesa, insomma che per troppo tempo è durata questa liason dangereux, che serviva ad entrambi per tamponare le numerose falle e sostenersi a vicenda proteggendo i rispettivi e spesso comuni interessi, posso maliziosamente pensare ora che anche la politica ed i poteri forti fino ad oggi legati a doppio filo alle sorti della Chiesa nel bene e nel male, si sentano minacciati, comincino a fiutare aria di pulizie di primavera, di ribaltone, che la contaminazione possa toccare anche loro e mettere in pericolo tutto quell'ingegnoso intreccio di potere, reciproci favori, privilegi, amorevoli e materne giustificazioni, impunità, che ha consentito ad essi di durare così a lungo, consolidando nel tempo quel sistema di potere che ora rischierebbe di andare a gambe all'aria. Non mi stupirebbe, pertanto, se proprio all'interno di questo bel collaudato sistema di potere e di reciproci favori e patti di desistenza si facesse strada il timore di venir scalzati, di essere spinti ai margini e di rischiare dunque un totale isolamento: politici finora abituati a ricevere la benedizione della Chiesa per tutte le loro malefatte o, per lo meno, la discrezione del no comment, si troverebbero completamente spiazzati dagli eventi galoppanti e sarebbe giocoforza, anche per loro, adeguarsi al nuovo corso e seguire la strada tracciata dal pontefice, con tutto ciò che ne consegue. Sento tremor di ossa e tintinnar di denti, a molti non piacerà, cercheranno di impedirgli questa follia, di tirarlo giù, per evitare di cadere e scivolare verso il buco nero della rinuncia a tutti i beni e poteri materiali e non, della spoliazione dal superfluo, della riappropriazione dell'essenziale, la missione del servizio al prossimo. Li vedo già atterriti e inorriditi alzar barricate da destra e da manca, chiamarsi fuori dalla maleodorante gora del malaffare, correre a cercarsi altri patroni e, infine, protestare la propria verginità e dissociarsi appena in tempo dall'impresa di quel povero esaltato. Però sarebbe davvero bello vedere l'effetto dilavante e igienizzante dell'inarrestabile onda anomala sollevata da un piccolo vescovo coraggioso e sufficientemente folle e le sue ripercussioni sull'intera realtà ecclesiastica e politica italiana e non: insomma, uno tsunami da un lato – quello che si è intestato il M5S – uno dall'altro – quello partito dal nuovo "non inquilino" del Vaticano – dovrebbero pur lasciare un segno, non vi pare? Anna V.