Il Blog del Forum Gorizia
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In questo periodo mi pare, più che opportuno, indispensabile tenere viva la memoria di persone come Lisa e delle molte altre coraggiose, forti, generose donne che hanno reso possibile la Resistenza con il loro impegno diretto o con il semplice lavoro di supporto silenzioso ed oscuro all'azione sul campo dei loro compagni, fratelli, figli. Come ha giustamente sottolineato Anna Di Gianantonio – occorre strappare il velo spesso dell'oblio che decenni di revisionismo e controinformazione hanno tessuto sulle loro storie e sul loro ricordo, confinandoli nel riduttivo recinto dei ricordi dei familiari e dei pochi sopravvissuti che ne hanno condiviso la sorte o dei rari ricercatori che con passione e tenacia si dedicano a ritrovarne le tracce. E' stato commovente e stimolante ascoltare il racconto dei fatti nella colorita esposizione di una Lisa ancora viva e "tosta", come doveva esser stata nella sua prima giovinezza, lucida nel rivendicare con orgoglio il suo passato di "vera rossa", ogni azione, ogni parola, ogni scelta, un esempio di coerenza e passione civile e politica, nel suo essere donna e combattente, nella sua capacità di affrontare rischi e pericoli al pari dei suoi colleghi maschi. Un percorso lungo per arrivare alla consapevolezza ed al riconoscimento delle proprie qualità di donna, persona, militante attiva, una lunga marcia di avvicinamento al riscatto della propria identità e dei propri diritti, passata attraverso le tappe dell'adesione ad un ideale e della militanza politica che ne promuovesse la realizzazione: oggi più che mai giova riproporre esempi come il suo alle nostre giovani, spesso vittime della devastante omologazione a modelli di donne-bambole sexy del mondo dello spettacolo (quelle con qualche neurone in circolo possono pure aspirare ad un posto sicuro in Parlamento o in altra istituzione a spese dei contribuenti-mentre le altre comunque possono contare su reddito minimo di cittadinanza a vita in virtù del "servizio" reso al loro mentore e salvatore). Termino ricordando le mie nonne: la mia famiglia non annovera tra i propri membri nessun antifascista o partigiano, non c'è mai stata una tradizione di opposizione e militanza politica, almeno che io sappia: eppure delle mie due nonne ho immenso rispetto, perché hanno avuto una vita di miseria e fatica, come la maggior parte delle donne dei ceti più poveri, hanno dovuto provvedere – a volte invano e affrontando dei rischi reali – a trovare il necessario per sfamare, spesso da sole, con il poco che c'era, molte persone, hanno dovuto sopportare soprusi e angherie, un sacco di ingiustizie, si sono prese cura di figli, mariti, parenti facendo i salti mortali, permettendo ai propri figli di sopravvivere a tanti pericoli e ad una miseria davvero nera: se io sono qui lo debbo alla loro tenacia ed alla loro particolare "resistenza" contro l'accanimento di una sorte che avrebbe travolto chiunque. Certo, la loro è stata una resistenza passiva, ma io credo che anch'esse, come tantissime donne in quel tragico periodo della nostra storia, siano state a loro modo eroiche, hanno sopportato di tutto, non si sono arrese, io probabilmente non ce l'avrei fatta, sarei finita tra i "sommersi" . Grazie Giuseppina, grazie Amalia, grazie a tutte le donne che hanno reso possibile il nostro futuro e grazie alla cui resistenza ci è consentito domani celebrare la festa della Liberazione. Buon 25 aprile a tutti/e! P.S.:oggi la guerra non c'è, per nostra fortuna, ma viviamo un momento di grande difficoltà e disagio, e occorre ricordare che, ancora una volta, sono le donne a sostenere la maggior parte del peso di questa fase di impoverimento e sacrifici, neanche oggi il loro contributo riceve un adeguato riconoscimento – anche sul piano economico – e non è mai abbastanza apprezzato: buona festa della Liberazione a tutte le donne, sempre in trincea, anche in tempi di pace! Anna V.