Chiesa povera per i poveri: è l’esplicitato sogno di Papa Francesco. Le parole sono importanti e tutto fa pensare che ad esse seguiranno i fatti. Ad esempio sarebbe interessante se la Conferenza episcopale italiana proponesse di rivedere – e non fosse costretta a farlo obtorto collo – la tassazione sugli immobili che le regole sull’imu hanno reso giungla quasi impraticabile; oppure con un colpo di spugna venissero cancellati i titoli di superiorità (eccellenze, eminenze, santità, monsignori e via dicendo) riferito ai discepoli di Colui che ha detto “chi vuole essere il primo sia l’ultimo, lo schiavo di tutti”; oppure ancora – per rimanere sul territorio – fossero “alleggerite” le pericolose sbarre che da qualche tempo impediscono l’entrata nella “proprietà privata” della Curia Arcivescovile di Gorizia, pena la “punizione dei trasgressori”. Eppure – senza scomodare il peraltro molto chiaro dettato evangelico – la dottrina sociale insegna che “la proprietà privata è lecita se finalizzata alla destinazione universale dei beni” e il recente magistero individua l’uscita dalla crisi attuale anche in un certo distacco dall’ansia del possedere. E comunque, con i tempi che corrono, l’ultimo problema della Chiesa dovrebbe essere quello di impedire l’ingresso a chi se ne sta fuori…
Andrea Bellavite
Quello del pagamento dell'IMU – o come diavolo vorranno chiamarla, se quella attuale verrà abolita – da parte degli enti ecclesiastici proprietari di un immenso patrimonio immobiliare e non, per lo più frutto di donazioni e lasciti, sarà un importante test per stabilire l'autenticità e la credibilità delle affermazioni fatte e dei segnali fin qui dati dalla nuova guida della Chiesa cattolica. La rinuncia alla ricchezza materiale e l'abolizione di tutte le attività lucrative, inoltre – leggi IOR e affini – ci diranno quanto il nuovo pontefice sarà tenace nell'imporre il nuovo corso, facendo seguire alle parole i fatti: ce lo auguriamo tutti, credenti e non credenti.Resta da capire quale sarà la linea di condotta della politica rispetto a questi temi e, francamente, nell'attuale quadro istituzionale e di governo, mi pare piuttosto improbabile che i partiti oggi al potere vogliano affrontare la questione mettendo a rischio il comodo sostegno della Chiesa, dei partiti e dell'elettorato di forte impronta cattolica: potremmo trovarci nella paradossale situazione di un pontefice che promuove un cambiamento radicale dell'intera struttura ecclesiastica a partire dalla questione patrimoniale-materiale, da un lato, e di una classe politica che, dall'altro, frena il suo percorso o addirittura lo ostacola, con il trionfo dell'ipocrisia dei sepolcri imbiancati, che si fanno scudo della religione ed approfittano del sostegno dei vertici ecclesiastici per promuovere e giustificare i loro affari privati. Spero di sbagliarmi. Anna V.
Come volevasi dimostrare, cioè se il servo dei poveri a Roma che è venuto dalla fine del mondo, ha questo seguito nelle periferie diocesane, vuol dire che non è cambiato assolutamente niente, perchè se la situazione della nostra Repubblica purtroppo mantiene la veste dello stato savoiardo dell'8oo, dall'altro gli fa da specchio una struttura della Ecclesia che ricalca nel suo continuo chiudersi dietro ad inferriate e portoni sbarrati, una logica tutta militare da monarchia assoluta, che poco ha a che vedere col lievito evangelico col farsi segno dei tempi. Ma la "parola" anche di chi non frequenta e sembra che non creda, è sempre più viva e piena di speranze e riuscirà ancora a stracciare il velo ed a cacciare i mercanti nel tempio dell'umanità.-
Anonymus de Anonymis