L’’Associazione Essere Cittadini ha incontrato l’assessore provinciale Gironcoli e il vicesindaco Sartori per chiedere se le rispettive amministrazioni si stanno impegnando in una politica di investimento nell’edilizia scolastica, nella sicurezza delle strutture che ospitano quotidianamente gli studenti goriziani oltre che nell’offerta di strutture idonee e attrezzate per ospitare una scuola moderna e dignitosa. Abbiamo riscontrato un positivo entusiasmo e convinzione nei due rappresentanti degli enti locali nel portare avanti un percorso di massima e prioritaria attenzione sui problemi relativi al patrimonio immobiliare e mobiliare (si pensi gli arredi e a tutto ciò che serve per il funzionamento di una scuola) di propria competenza, spesso molto datato e con evidenti problemi di opportunità e tipologia di intervento. Si è parlato infatti, tra le altre cose, dell’opportunità di intervento per taluni plessi, portando, come esempio, in particolare l’edificio che ospita la scuola primaria “G. Ferretti” sito in via Zara. Gli stessi controlli e verifiche, come il monitoraggio antisismico, in strutture così vecchie, risultano difficoltosi e invasivi e con risultati che, ovviamente, non garantiscono un elevato grado di certezza (ricordiamo che Gorizia rientra nella classificazione di zona 2 “alta sismicità” per cui la gran parte degli edifici non soddisfano i requisiti richiesti, dato questo sul quale si può aprire un dibattito ma che non deve essere sottovalutato). L’associazione ha, allora, ribadito che questo, pur essendo un periodo di crisi economica e di noti tagli alla spesa pubblica, è il momento, di una precisa e coraggiosa programmazione, che non può limitarsi ad una verifica e quantificazione di spesa per interventi di recupero o messa a norma delle strutture, ma in essa vi deve essere anche e soprattutto la previsione e la progettazione di eventuali nuovi plessi. Un lavoro questo che è fondamentale e prioritario per la richiesta di contributi anche europei, dato che per essi, ci pare di aver capito, gli enti locali devono presentare pregiudizialmente i progetti e, addirittura, parte della loro copertura finanziaria. E così è stato da più parti ribadito che oggi, a Gorizia, una città che vede la fuga delle famiglie e dei giovani, il rilancio possa e debba ripartire oltre che dal lavoro anche dall’offerta di servizi e strutture per la comunità, facendo della scuola il centro dello sviluppo urbano integrato nel senso che la scuola, come accade in molti altri Paesi, deve diventare il polo di riferimento di una quartiere cittadino o di un paese fornendo strumenti e strutture a disposizione e coinvolgenti tutta la comunità (pensiamo al doposcuola, ai centri estivi, a biblioteche, a palestre e spazi verdi fruibili dagli studenti e dalle famiglie durante e al di fuori dell’orario scolastico). Dunque occorre pensare in grande e oltre alla fase degli interventi d’urgenza di messa in sicurezza delle situazioni più pericolose incominciare a progettare.
Edilizia scolastica e sicurezza nelle scuole: le aspettative delle famiglie e l’impegno delle amministrazioni locali
L’’Associazione Essere Cittadini ha incontrato l’assessore provinciale Gironcoli e il vicesindaco Sartori per chiedere se le rispettive amministrazioni si stanno impegnando in una politica di investimento nell’edilizia scolastica, nella sicurezza delle strutture che ospitano quotidianamente gli studenti goriziani oltre che nell’offerta di strutture idonee e attrezzate per ospitare una scuola moderna e dignitosa. Abbiamo riscontrato un positivo entusiasmo e convinzione nei due rappresentanti degli enti locali nel portare avanti un percorso di massima e prioritaria attenzione sui problemi relativi al patrimonio immobiliare e mobiliare (si pensi gli arredi e a tutto ciò che serve per il funzionamento di una scuola) di propria competenza, spesso molto datato e con evidenti problemi di opportunità e tipologia di intervento. Si è parlato infatti, tra le altre cose, dell’opportunità di intervento per taluni plessi, portando, come esempio, in particolare l’edificio che ospita la scuola primaria “G. Ferretti” sito in via Zara. Gli stessi controlli e verifiche, come il monitoraggio antisismico, in strutture così vecchie, risultano difficoltosi e invasivi e con risultati che, ovviamente, non garantiscono un elevato grado di certezza (ricordiamo che Gorizia rientra nella classificazione di zona 2 “alta sismicità” per cui la gran parte degli edifici non soddisfano i requisiti richiesti, dato questo sul quale si può aprire un dibattito ma che non deve essere sottovalutato). L’associazione ha, allora, ribadito che questo, pur essendo un periodo di crisi economica e di noti tagli alla spesa pubblica, è il momento, di una precisa e coraggiosa programmazione, che non può limitarsi ad una verifica e quantificazione di spesa per interventi di recupero o messa a norma delle strutture, ma in essa vi deve essere anche e soprattutto la previsione e la progettazione di eventuali nuovi plessi. Un lavoro questo che è fondamentale e prioritario per la richiesta di contributi anche europei, dato che per essi, ci pare di aver capito, gli enti locali devono presentare pregiudizialmente i progetti e, addirittura, parte della loro copertura finanziaria. E così è stato da più parti ribadito che oggi, a Gorizia, una città che vede la fuga delle famiglie e dei giovani, il rilancio possa e debba ripartire oltre che dal lavoro anche dall’offerta di servizi e strutture per la comunità, facendo della scuola il centro dello sviluppo urbano integrato nel senso che la scuola, come accade in molti altri Paesi, deve diventare il polo di riferimento di una quartiere cittadino o di un paese fornendo strumenti e strutture a disposizione e coinvolgenti tutta la comunità (pensiamo al doposcuola, ai centri estivi, a biblioteche, a palestre e spazi verdi fruibili dagli studenti e dalle famiglie durante e al di fuori dell’orario scolastico). Dunque occorre pensare in grande e oltre alla fase degli interventi d’urgenza di messa in sicurezza delle situazioni più pericolose incominciare a progettare.
Prendendo spunto dall'enorme spreco di denaro pubblico rappresentato da opere come l'ascensore mi chiedo e chiedo come sia possibile che dal circuito rappresentativo (cittadini-elezioni democratiche- rappresentanti- decisioni) esca la decisione di spendere tutti questi soldi per un ascensore e non, per es. e restare in tema, per un complesso scolastico in bioedilizia, autoproduzione energetica, con laboratori, palestre, mensa, sala convegni, aule capienti, area verde con impianti sportivi, insomma stile campus. Mi sento rispondere spesso che ciò dipende dall'età media dell'elettorato, dalla presenza delle parrocchie che di fatto in alcuni casi sono giè strutture polifunzionali, ecc. Io penso semplicemente che proprio non c'è la cultura di una scuola che sia anche punto di riferimento sociale e culturale di una comunità, elemento cardine di uno sviluppo urbano integrato (locuzione che oggi va di moda e tradotto in pratica significa rotonde, continue ristrutturazioni di piazzette davanti alle chiese e bike sharing) . Concludo ribadendo che la questione dell'edilizia scolastica non è solo questione di sicurezza ma soprattutto culturale dell'idea, cioè, che si ha della scuola e della sua funzione. buona serata