Di Bergoglio si è detto in questi mesi tutto il bene possibile. Tutti sono rimasti colpiti dalla sua umanità, ma anche da gesti e parole emarginati dalle “prime pagine” della cattolicità, almeno dal tempo del Concilio Vaticano II. Al plauso unanime si sono associate in generale tutte le realtà intra-ecclesiali, dai movimenti vicini alla teologia della liberazione che sottolineano la discontinuità rispetto agli immediati predecessori a quelli prossimi ai papaboys di wojtyliana memoria che riconoscono soltanto un diverso stile comunicativo nell’ambito di un identico messaggio. Sostanzialmente anche il mondo laico ha tributato finora un ampio consenso al novello “Francesco”, rilevando alcuni aspetti maggiormente folkloristici o sociali ed evitando per il momento critiche a parole o scelte che in altri tempi avrebbero suscitato perplessità e contestazione.
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